Forse un po’ confuso, essendo stato scritto nel mezzo della notte, ma comunque serio.
Oggi non si fa umorismo, non si parla di piacevoli sciocchezze come moda, film o viaggi. Niente post inutile sui programmi del weekend. Oggi si parla di qualcosa che mi sta veramente a cuore: il mio Paese. L’Italia. (Niente panico, è solo una parentesi, da domani le futili trasmissioni riprenderano regolarmente)
Sono stata ispirata da un post di ZiaAtena, che parla di questo dal suo punto di vista di chi sta facendo un’esperienza all’estero (e che ha già capito un sacco di cose di me ;-).
Lei è qui solo per un periodo limitato di tempo e il suo programma è tornare in Italia e riuscire a farcela lì, senza doversene andare, per aiutare a migliorare un po’ le cose. È una cosa bellissima e la ammiro per questo.
Forse dovrei iniziare con una premessa però: io non me ne sono andata perchè odio l’Italia, me ne sono andata perchè amo quello che poi effettivamente lo scorso giugno è diventato mio marito e che è di Amburgo. Tra i due sono stata io la prima a laurearmi, mi sono laureata quasi un anno prima di lui, avevamo una relazione a distanza Italia-Germania da quasi 3 anni e francamente ne avevamo abbastanza. Lui era bloccato ad Amburgo ancora un anno per l’università, ma io ero “libera”. E’ stato quindi naturale che sia stata io a trasferirmi qui.
Mi sono trovata bene fin da subito, ho iniziato ad amare la Germania come mia seconda patria e amo profondamente Amburgo.
Qui sto bene, amo la mia vita qui per ora, amo la Germania sì, ma ovviamente amo di più l’Italia.
Inoltre, avere una sana curiosità nei confronti del resto del mondo e voler vivere in tanti Paesi diversi non significa assolutamente non amare il proprio di Paese.
Quindi mi piace pensare che se fossi anche io in Italia, starei facendo come ZiaAtena: cercare di migliorare le cose.
Poi ci ho pensato e ho realizzato che nulla mi impedisce di farlo anche da qui: non basta un codice di aviamento postale straniero nel proprio indirizzo per perdere l’interesse per la propria patria e la voglia di fare qualcosa di buono.
Altra premessa: io sono la prima a lamentarmi dello stato attuale del nostro Paese, ma vorrei chiarire che lamentarsi del proprio Paese non vuol dire “sputarci sopra” gratuitamente, vuol dire prendere coscienza che le cose non vanno e sperare di poter fare qualcosa o spingere chi vive lì a fare qualcosa.
Vedo però che ci sono innumerevoli persone che si lamentano e basta, senza cercare di fare nulla. Incolpano lo stato, il governo, il clima… qualunque cosa, ma non realizzano che se si vuole un cambiamento, questo deve partire da TUTTI noi, ovunque siamo. Lamentarsi e basta non è mai servito a nulla.
Certo, abbiamo una classe politica disastrosa, ma l’Italia non è fatta solo da loro, è fatta soprattutto da tutti noi e lo “scarica barile”, usanza tristemente tipica del nostro popolo, non aiuta nessuno, soprattutto noi stessi.
La barca Italia sembra ormai affondata, ma invece è ancora possibile ripescarla e rimetterla in sesto, però dobbiamo farlo noi per primi!
Sembra che io abbia scoperto l’acqua calda, mi rendo conto, eppure, per ovvia che sia questa cosa, ancora in pochissimi la fanno.
Noi siamo un popolo fantastico sotto molti punti di vista e altri popoli avrebbero molto da imparare da noi, uno su tutti i tedeschi. Ma in certe cose sembriamo veramente gli scemi del villaggio e avremmo molto da imparare dai tedeschi.
La Germania è un Paese ricco, dove le cose funzionano. L’Italia, detto semplicemente, no.
Ci siamo chiesti il perchè? Dove sbagliamo?
Io delle idee me le sono fatte vedendo le cose da qui. (Sempre in quanto esperta di assolutamente nulla, ricordiamolo)
La nostra classe politica, tanto per cominciare, è semplicemente imbarazzante, non solo paragonata a quella tedesca, ormai anche paragonata a quella del Burundi. Ma non per via di intercettazioni o escort o inutilità simili. La nostra classe politica è imbarazzante per come gestisce il proprio potere fregandosene del Paese. I nostri parlamentari hanno stipendi assurdi, tutto spesato (osia a carico nostro) per sè e per le loro famiglie e vanno in pensione dopo 5 anni di mandato con pensioni che si aggirano sui 6.000€. Intanto però le scuole cadono a pezzi, gli ospedali anche, negli asili non c’è carta igienica per mancanza di soldi, la polizia è senza benzina perchè non ci sono i fondi e i nostri politici alzano le tasse a noi, alzano l’età pensionabile a noi e loro si tengono stretti i loro privilegi. Questo in Germania non succederebbe mai, perchè i politici lavorano davvero per il loro Paese. O almeno non succederebbe senza generare una vera guerra civile. Noi cosa stiamo facendo invece??
E la gente comune? La gente onesta? Perchè, come dicevo, un Paese non è fatto solo di politici, è fatto soprattutto dal popolo.
Ecco. Da noi la norma è – per esempio – cercare di pagare meno tasse possibili, evitando di dichiarare questo o quello. Non so se esiste, per dire, un idraulico che a servizio finito non ti dica la classica frase: “se non devo farle la fattura allora posso farle lo sconto”. Questo comportamento va estirpato dalla nostra società!
Le tasse da noi sono vissute come un furto da parte dello Stato – ma lo Stato siamo noi!! Sveglia!!!
Io vi posso citare l’esempio del Paese in cui vivo: in Germania questo non potrebbe succedere. La norma qui è pagare le tasse, è una cosa ovvia: così lo Stato ha i soldi per far funzionare le infrastrutture (scuole, ospedali, comuni, polizia) e se le cose non funzionano i tedeschi hanno tutto il diritto di lamentarsi, visto che pagano tutte le tasse con orgoglio!
Da noi purtroppo moltissimi degli italiani che si lamentano dell’Italia sono gli stessi che trovano escamotage per pagare meno tasse, non rispettano le regole, fanno i furbi appena se ne presenta l’occasione e non educano i propri figli al rispetto delle regole e del prossimo, cose vitali per un Paese che funzioni. (Non tutti sono così, lo so perfettamente, ma purtroppo tanti, esponenzialmente di più che in Germania)
La Germania è un Paese ricco e che funziona, questo perchè i tedeschi sono un popolo che si impegna davvero per far funzionare il proprio Paese, a qualsiasi livello della società, perchè vengono educati così. Questo da noi – ammettiamolo – manca.
Ma sarebbe anche ora che imparassimo! E non possiamo aspettare che ci pensi qualcun’altro, altrimenti non si comincerà mai! Dobbiamo iniziare ad avere più responsabilità civile, visto che mi sembra ampiamente dimostrato che non averla può far affondare un Paese.
Non pagare le tasse e poi lamentarsi che le cose non funzionano è semplicemente da idioti. Accendiamo il cervello.
Se sentite di un vostro amico che evita di dichiarare qualche lavoro per pagare meno tasse, cazziatelo! (Scusate il francesismo) Se sapete di qualche vostro conoscente che grazie ad un aiuto ha avuto un posto che non gli spettava, passando davanti a chi se lo merita, fatelo ragionare! (tanto per fare due esempi) Un Paese non può funzionare così e non si può sempre chiudere gli occhi davanti a tutto, sperando che questi comportamenti un giorno magicamente svaniscano. Se non sono svaniti magicamente fino ad oggi e ci hanno portati fino a qui, mi sembra non ci siano grandi prospettive che svaniscano magicamente nemmeno in futuro. Dobbiamo fare qualcosa noi. Adesso.
Un altro esempio di come stiamo accettando tutto senza fare qualcosa per cambiare la situazione: la tv.
No, vogliamo parlare della nostra tv? No perchè “imbarazzante” è il termine più leggero che mi viene in mente. E non è imbarazzante solo paragonata a quella tedesca, ma addirittura a quella britannica (che io vedo tutti i giorni), non so se ci rendiamo conto. Il corpo della donna mercificato a qualunque ora del giorno su qualsiasi canale, l’accanimento mediatico sui delitti di questo e quello… Siamo messi malissimo, ma qualcuno si lamenta di questo?? O siamo tutti rimbecilliti dalla tv (che poi è proprio questo l’obiettivo)?
(Per chiarire: da quando sono venuta a vivere qui fino a qualche mese fa ho sempre avuto l’abbonamento per vedere la tv italiana. Ora l’ho annullato.)
Detto questo, è anche vero che avremmo anche noi un sacco di belle cose da insegnare agli altri, ché sono pochi i popoli belli come il nostro.
Però magari se prima riusciamo a rimettere in sesto casa nostra è meglio.
La mia speranza è che questo mio sfogo abbia ispirato anche una sola persona a cercare di migliorare le cose prendendo spunto da Paesi che funzionano meglio.
Molto più probabilmente avrò urtato un sacco di persone, ma dire quello che si pensa davvero senza filtri crea spesso malcontento, quindi non è un problema.
Con la speranza che le cose migliorino presto grazie a tutti noi in prima persona, vi abbraccio tutti da qui.
Piperpenny
P.S.: dal weekend si ricomincia con la solita fuffa qui sul blog, niente paura!
13 Comments
Uffa
Uffa
UFFA!!
Avevo scritto un commento e l'AiFon s'è incartato, chettepossino..
Bon, il sugo era: sottoscrivo tutto, motivi del trasloco in primis. E se anch'io, spesso!, su Twitter m'inxxxxo per la situazione dell'Italia è perché le voglio bene.
Ora scusa ma devo ripartire, Siegmund s'è svegliato e il caffè è finito. Torno dopo da casa – Düsseldorfer Jong permettendo.
Hai dipinto un quadro della situazione chiarissimo e veritiero. Sarebbe ora che ci svegliassimo davvero tutti e ci dessimo da fare, ma in giro c'è ancora troppa apatia. Ma a che punto dobbiamo arrivare perché le cose cambino?
Completamente d'accordo con te…mi ha fatto molto piacere leggere l'idea di una ragazza che la pensa come me. Hai fatto bene a trasferirti in Germania, come hai scritto cambiare punto di vista nella vita è solo positivo. Sono anch'io convinta che il nostro sia uno dei popoli più belli e che se si è cresciuti in Italia il confronto con gli altri stati è sempre un po difficile, ma ci sono cose che da noi proprio non vanno e in altri paesi si. E questo sta diventando sempre più evidente.
Ciao! Non ho mai commentato ma ti leggo tutti i giorni e ti trovo divertente ma soprattutto intelligente. Vorrei dire una cosa riguardo al tuo post anche se obbiettivamente non ne avrei diritto per il motivo sopra citato. La descrizione che hai fatto è veritiera ma le 'soluzioni' da te proposte sono utopistiche. Prova a dire a un precario quarantenne 'non accettare il lavoro sei raccomandato!' vedi che bella risposta ti dara'… E' vero che il primo passo dobbiamo farlo noi ma non possiamo fare i miracoli se non siamo tutelati da coloro che ci salassano mensilmente. Io le pago le tasse oh se le pago! 500 euro ogni mese. Per poi andare all'ospedale per dei banali esami e lasciare come niente 100 euro. So che il ragionamento è contorto e sconnesso ma ho tanta rabbia. Perchè qui si dice sempre che gli italiani devono fare la loro parte quando siamo solo noi a fare il nostro dovere. Va bè spero di non darti dispiacere con questo commento e scusa il papiro. P.s. continua cosi' sei grande! Valeria
Io sono stata in Germania fino a ieri l'altro (letteralmente) e sono tornata perché qui (Italia) mi è stata offerta un'opportunità di carattere scientifico di alto livello (più alto rispetto all'offerta tedesca che mi era stata fatta).
Anche a me piace l'Italia, ma è vero le cose non funzionano e sì è vero la colpa è di tutti gli italiani. Ma se la gente onesta inizia ad essere ancora più onesta (io mi ritengo tale ma non a livello tedesco) ti assicuro che qui non si campa! Il costo della vita è identico a quello di Amburgo (almeno a Firenze), ti assicuro che anzi gli affitti sono anche più cari, ma gli stipendi qui sono la metà. Io dovrò mettermi a trovare un secondo lavoro oltre alla borsa di dottorato, se mai lo vincessi. Sto cercando casa e bilocali da meno di 40 mq costano 700 euro più spese. Mi viene continuamente proposto dai padroni di casa di fare affitti senza contratto per risparmiare e io non potrei che accettare, perché i soldi non ce l'ho! Purtroppo a differenza di ZiaAtena io sono dell'idea che dovrò andarmene dopo i 3 anni di dottorato e probabilmente non tornare se non in vacanza!
Oh eccomi di ritorno.
Torno per finire il discorso, e anche perché -cinicamente?, pigramente?, o forse amaramente? Sì, "amaramente" va bene- non ho nemmeno voglia di scriverci su un post per i fatti miei. Parlavi di tv, ed è vero il modo in cui in Italia imbambolano la ggggggente con la cronaca nera raccontata come fosse un reality-show. L'anno scorso la Nonna guardava ipnotizzata un talk-show postprandiale (sulle reti pubbliche) intitolato "Natale senza Sarah e senza Yara". Pensa tu che argomento profondo da sviscerare.. E i politici acconsentono a partecipare alle trasmissioni purché non ci siano dibattiti, i giornalisti accettano e li lasciano raccontare tutte le panzane che vogliono. Nel 2003 sono stata a Milano durante la Conferenza dell'ONU sul mutamento climatico (ho lavorato un anno per una ONG del settore). Ricordo d'aver ascoltato (allibita) l'allora ministro italiano dell'Ambiente dichiarare "L'Italia ha fatto la sua parte aderendo al Protocollo di Kyoto". Già. Peccato che "aderire" sia un concetto leggermente differente dal "rispettare". E intanto le emissioni galoppano in barba alla crisi economica, ogni estate s'affoga di caldo, poi in autunno i fiumi straripano e la gente muore. Anzi, la ggggggente. Quella a cui basta rifilare la giornalista col birignao che parla di zii assassini ed altre morbosità. Tutte disgrazie immanenti, insomma.
L'ultima libertà che m'è rimasta è indignarmi. Ma forse, prima o poi, anche questo potrebbe venirmi a noia.
Ti ho pensata molto in questi giorni a causa del disastro
che ha dovuto affrontare una delle regioni piu' belle d'Italia.
La "tua" , la nostra Liguria. E mi domando come ancora
possano succedere questi disastri. Ho sentito parecchie
opinioni fra l'altro si e' parlato di abusivismo edile. Da quando mi sono trasferita ad Amburgo (come te per amore) mi succede un fatto strano. Mi sento sempre piu'
legata al mio paese e appena sento il nostro inno mi metto a piangere. Mi sento molto orgogliosa di essere
italiana. Mio nonno ha combattuto sul Piave e mio padre
e' stato un partigiano. Io spero, anzi prego tutti i giorni
affinche' gli italiani possano al piu' presto essere guidati
da una classe politica trasparente, onesta e soprattutto
seria. Non perdiamo mai la speranza. Un abbraccio Maria
Ho generato una reazione a catena..
Ed era quello che volevo…perchè se si è generata vuol dire che non è vero che siamo rassegnati, non è vero che non stiamo facendo nulla, non è vero che ci giriamo dall'altra parte.
E questo non è poco.
Sono perfettamente d'accordo con te, Chiara. E aggiungo che questo modo così drammatico di vivere un trasferimento all'estero, quasi come un tradimento della propria patria, è tipicamente italiano e per me incomprensibile. Cavolo, siamo la prima generazione che può godere fino in fondo dei vantaggi di un'Europa veramente unita (e vista la tristissima congiuntura economica attuale speriamo solo di non essere anche l'ultima). Ricordiamoci che ne è stato versato di sangue prima di arrivare a questo livello d'integrazione! Il problema, secondo il mio modesto parere, non sono i tanti giovani italiani qualificati e hard-working che scelgono l'estero (e che anzi, restituiscono agli stranieri un'immagine dell'Italia molto più edificante di quella che promuove il nostro governo), il problema è che sono i giovani qualificati del resto d'Europa che si guardano bene dal venire in Italia.
sono d'accordo con piperpenny (anche io italiano all'estero in via definitiva per amore) e con cherryblossom sul fatto che noi possiamo dare agli stranieri accesso al meglio di quanto c'e' di italiano in noi.
Arrivo in ritardo, non so come sia possibile, ma dall'iphone non ho letto questo post.
Reazione a catena?
Certo.
Da questo momento seguo ZiaAtena perchè è davvero un bel blog e ti citerò in un post che voglio fare in settimana su questo argomento.
Proprio perchè questa reazione "a catena" vada avanti.
Titti
Oh, questo post mi ha "toccato il cuore". Io non sono italiana, ma vivo in Italia. E la penso come te. E mi sento dire le stesse cose che ti senti dire te. E vedo le stesse cose che vedi te.
Qui le cose non funzionano. E' chiaro. E' palese. Ho troppo da dire al riguardo, quindi anche io scriverò un bel post. Penso sia arrivato il momento.
Intanto, ti do la mia opinione sull'unico punto su cui non sono d'accordo. Le tasse.
Quando gli stipendi non arrivano neanche lontanamente ai 1000 € al mese -per un lavoro qualificato-, e gli affitti vanno oltre quella cifra, quando non esistono aiuti, iniziative, ecc. che possano aiutare le famiglie, i giovanni, le persone ad andare avanti, quando nessuna società è disposta ad assumere e preferisce sfruttare i dipendenti che ha già, quando rimanere incinta è un motivo di licenzamento -persino nelle strutture pubbliche-, quando trovare un lavoro è letteralmente IMPOSSIBILE senza buoni contatti… non si può cazziare chi non paga le tasse oppure accetta un lavoro che non gli spetta, se lo fa per sopravvivere. Magari non fosse così. Però adesso qui l'IVA è il 21% (per me una cifra assurda) e in l'Italia, a differenza di altri paesi europei, non esiste il Salario Minimo Interprofessionale.
Ella, tu hai anche parzialmente ragione. Ma credo che Piperpenny si riferisse ai gioiellieri che dichiarano 15.000 euro l'anno o ai tantissimi liberi professionisti che fatturano la metà delle loro entrate. E poi piangono se i figli vanno a vivere lontano perché in Italia non hanno possibilità di fare una vita decente e se non vedono mai gli amati nipotini. Ti assicuro che ce ne sono a iosa. Per non parlare di insegnanti del liceo che al pomeriggio danno ripetizioni ai loro stessi allievi, un altro schifo unico cui ho assistito coi miei occhi. Insomma, nessuno se la prende col povero laureato disoccupato che da ripetizioni o con l'operaio in cassa integrazione che arrotonda con qualche lavoretto stagionale. Ma l'evasione fiscale è un problema enorme per l'Italia e la sua lotta dovrebbe essere in cima alla lista delle priorità di qualsiasi governo o opposizione degni di questo nome (ma su questo purtroppo sono valide le amare riflessioni di Brunhilde sulla sinistra italiana ).