Io non so se ancora qualcuno si ricorda della mia lista 30 x 30 (30 cose per 30 anni)… Per fare un veloce sunto: poco prima di compiere 30 anni ho deciso che dal giorno in cui davanti alla mia età avrei messo il numero 3, avrei portato a termine 30 cose mai fatte prima, per celebrare a dovere il mio passaggio di decennio. Inizialmente il mio progetto era di portarle tutte a termine nel mio trentesimo anno di vita, ma a ripensarci ora mi rendo conto che l’idea di fare tutte quelle cose in un solo anno era ambiziosa in modo ridicolo. Dodici mesi non sono stati affatto sufficienti e, avendo un lavoro a tempo pieno, degli hobby, un marito, amici e impegni vari, me ne sarei dovuta accorgere fin dall’inizio. Invece ha prevalso l’entusiasmo. Al termine di quell’anno ho capito che avrei dovuto prolungare il progetto, ho quindi deciso di prendermela comoda e realizzare le 30 cose a tempo debito, dando più importanza alla qualità rispetto alla velocità. Ho così deciso che finché la mia età avrà un 3 davanti, sarò in tempo per realizzare tutti e 30 i punti. (Io ve lo dico già da ora: se dovesse mai venirmi l’assurda idea di una lista “40 cose per 40 anni”, sopprimetemi per favore)
Comunque la decisione di prolungare il tempo a disposizione per portare a termine le 30 cose ha fatto sì che, travolta dagli impegni quotidiani, la mia lista 30 x 30 sia un po’ finita nel dimenticatoio negli ultimi due anni.
Fino a quando a settembre sono arrivata a Bangkok e, dopo aver cercato di difendermi da autisti e taxisti che vogliono portati tutto il tempo nel negozio di un amico anziché dove vorresti andare tu, sono finita proprio nel piccolo negozio di un sarto e… ci sono anche rimasta. Voglio dire, ormai ci ero stata portata, quindi perché non dare un’occhiata e chiedere qualche prezzo? (Io non mi tiro indietro mai da un’occasione di shopping, lol)
Sì, perché erano anni che desideravo farmi fare un cappotto su misura, tanto che ne avevo fatto il punto n.25 della mia lista 30×30, ma continuavo a temporeggiare perché temevo di scegliere un modello o un colore di cui poi mi sarei pentita e quindi alla fine non ne ho mai fatto nulla di questo mio desiderio.
Questo fino al mio arrivo a Bangkok, dove invece per qualche motivo ho finalmente pensato “perché no?” – anche vedendo che i prezzi erano decisamente più bassi di quelli che avevo trovato ad Amburgo quando mi ero informata (comunque non bassissimi nemmeno qui, essendo roba di sartoria fatta su misura, però di sicuro convenienti rispetto all’Europa).
Il morale della favola è che i sarti di Bangkok (almeno quelli che abbiamo trovato noi) sono dei maghi (ecco una cosa positiva di questa città): mi hanno confezionato un cappottino di lana che mi sta addosso perfettamente – altro che la roba della grande distribuzione che inevitabilmente fa sempre un pochino difetto da qualche parte, essendo che siamo tutti diversi e non omologati come manichini.
Ho scelto io il modello ed è preciso al millimetro. I dettagli e le rifiniture sono fatti stra-bene, sembrano quei capi d’altri tempi che si trovano nei negozi vintage, come purtroppo oggi è rarissimo trovare ormai ovunque. Ho scelto un colore relativamente neutro, una specie di tono intermedio tra caramello e tabacco, in modo che non fosse troppo sgargiante e che non mi stufasse dopo un paio di stagioni.
Quando siamo tornati ad Amburgo siamo andati dal nostro solito sarto per avere un parere sulle cose comprate (piper-marito si era fatto fare un completo da ufficio su misura). È rimasto impressionato dalla fattura e dalla qualità.
Solo una cosa mi ha dato fastidio: il fatto che abbiano cercato di farmi credere che il tessuto fosse cashmere, quando non lo era affatto. Per me era evidente anche al tatto quando mi hanno fatto vedere un pezzetto di tessuto di prova al momento di sceglierlo, ma ho avuto la conferma quando l’ho indossato e ho messo il bavero a contatto col collo: mi pizzicava leggermente in quel modo esatto in cui mi pizzica sempre leggermente la lana a diretto contatto con la pelle. Il cashmere, invece, non mi pizzica affatto e poi è molto più lussuoso al tatto. No questa è molto palesemente lana.
Detto questo, essendomene accorta che era lana e non cashmere, io ho comunque fatto un acquisto consapevole, però mi infastidisce comunque che abbiano cercato di farmi fessa. Questo ha confermato la mia impressione generale sulla città, che avevo già scritto nel post a riguardo: tutti cercano costantemente di fregarti tutto il tempo e per ogni cosa, come mai mi era successo in nessuna altra parte del mondo. È estenuante. Sono stata in diverse altre zone dell’Asia e in Medio Oriente, sono ben consapevole di certi costumi locali, quindi non mi lascio scioccare facilmente, eppure come a Bangkok non mi era capitato mai.
In ogni caso devo ammettere che l’esperienza con la sartoria di Bangkok alla fine dei conti si può mettere nella colonna di quelle positive e poi sono felice di avere il mio bel cappottino finalmente.
Qualcun’altro è stato a Bangkok e ha provato un sarto? Come vi siete trovati? Sono curiosa perché ho sentito sia di esperienze molto positive sia del contrario…
In ogni caso, a Bangkok ci sono molte cose belle (qui), ma anche molte cose da evitare accuratamente (qui) (qui invece il video). Diciamo che l’esperienza di un sarto può rientrare tanto nella prima quanto nella seconda categoria, in base a dove si capita. L’ideale sarebbe evitare di andare a caso come abbiamo fatto noi (anche se abbiamo avuto fortuna, ma sarebbe potuta andarci molto peggio) e invece farsi consigliare da qualcuno che ci è già stato. Purtroppo vi dico già che non posso consigliarvi il sarto dove siamo stati noi, perché abbiamo buttato via lo scontrino prima di lasciare la Thailandia per motivi di dogana (ahem) e non ricordo assolutamente come si chiamasse o dove fosse. Mi spiace.
Se siete interessati ad un sarto, potete consultare una guida della città (tipo Lonely Planet), dove spesso sono indicati indirizzi di questo tipo,oppure potete chiedere al vostro hotel, ad amici o amici di amici che ci sono già stati, ecc…
P.S.: fino ad ora ho una sola foto del cappotto indossato (durante il mio weekend Lussemburghese), in cui per altro non si vede molto. Utile, no? Quindi eccola, lol.
10 Comments
Che bello il tuo cappottino!!! Mio cugino,quando deve fare qualche lavoretto veloce per qualche sfilata (è al 2°anno dello Iuav Cladem)si affida a degli orientali, che hanno un negozietto di riparazioni. Sono veloci e capiscono ciò che vuole al volo!! Anch'io volevo fare tante cose nel primo anno dei trenta…poi ho rallentato e le distribuiscono in questi a venire;-) bacioni, buon weekend-Francy
Grazie!
Veramente carinissimo il tuo cappottino e il colore e' uno dei miei preferiti.
Buon Weekend (finalmente con la neve! ) Maria
Grazie mille!
Un cappotto su misura è una cosa da fare, bel modello e colore ;)!
Sai che anch'io stavo pensando di stilare una lista di cose da fare per i 30? Devo mettermi al lavoro!!
Se vuoi un consiglio, datti più tempo di 12 mesi o scegli cose poco impegnative 😉
Comunque non vedo l'ora di leggere la lista!
Adottare un bambino a distanza non è che.richieda molto tempo….
Solo la volontà di spendere lì i soldi e non in altro
Francesca
Se non ci fosse la volontà di spendere i soldi in quel modo, non avrei messo questa cosa nella lista, non ti era venuto in mente?
*tailor-made not taylor made.
thx