La professionalità non è un’opinione

 L’agenzia è piccola e c’è un’atmosfera molto informale e rilassata in ufficio. Se non abbiamo impegni particolari anche il dress code è molto informale e rilassato.
 La mia capa se viene in ufficio e sa di non avere appuntamenti e dopo va in palestra, si presenta direttamente in tuta e UGG. Per farvi capire.

 Oggi per me doveva essere esattamente un giorno senza particolari impegni. La mia capa invece doveva avere un appuntamento con un potenziale nuovo cliente. Doveva.
 Ma invece non è andata esattamente così.
 Mi ha chiamata stamattina dicendomi che era a letto con la febbre e che non poteva muoversi. Quindi l’incontro col potenziale nuovo cliente me lo sarei dovuto sciroppare io.
 Peccato però che ha pensato bene di chiamarmi quando io ero già in ufficio e circa mezz’ora prima dell’incontro. Non potevo fare nulla, tranne andare all’incontro così com’ero.
 Incontro al quale mi sono presentata col seguente aspetto: innanzitutto stamattina – voglio confessarlo – non ho fatto in tempo a lavarmi i capelli visto che ero un po’ in ritardo, li ho quindi raccolti in uno chignon spettinato. Indosso stivali da equitazione color cuoio (piuttosto vissuti), collant color sottobosco, abitino in chiffon a fiorellini, golfino, anello vistoso e smalto color tortora sbeccato in più punti.

 Riuscite ad immaginarvi come mi sentissi a mio agio in quel meeting??
 Quando quello mi ha vista, avrà pensato che la professionalità noi non sappiamo proprio cosa sia…
 Per fortuna poi in realtà è andato tutto bene, anzi l’incontro è stato piuttosto proficuo. Però non credo di aver mai sudato tanto in vita mia…

 Tranne quell’altra volta.
 Quella volta in cui ero stagista da Montblanc, una mattina mi sono svegliata rendendomi conto che non facevo il bucato da giorni e non avevo quasi più nulla da mettermi e per di più ero in piena sindrome premestruale, non avevo quindi un aspetto propriamente radioso. Come se non bastasse, ero come al solito in ritardo. Mi sono infilata le prime due cose congruenti a portata di mano e mi sono precipitata al lavoro.
 Quando sono arrivata nell’atrio dell’edificio, ho visto un ascensore che stava per chiudersi e ho gridato “tenete l’ascensore!”. Devo decisamente imparare a stare zitta, perché quando sono schizzata tra le porte che si stavano chiudendo ci ho trovato dentro l’amministratore delegato di Montblanc. Che non ci sarebbe nemmeno stato nulla di male, se non fosse che indossavo: stivali da cowboy (giuro), gonna in jeans al ginocchio e t-shirt di Iridella comprata a New York (ve lo ricordate il cartone animato degli anni 80? Io lo adoravo!!).

 Va beh, fatemi andare a mangiare, che reintegro un po’ di sali minerali! 😉

 Buona giornata a tutti!