E’ da ben 10 giorni che non parlo della mia vacanza alle Maldive (però ci penso in continuazione), capirete bene che questa situazione non può più andare avanti.
E quindi eccomi qui con un nuovo post sulle Maldive!
Questa volta voglio parlarvi di una delle esperienze più belle che io abbia fatto nella mia vita: le immersioni.
Prima di questo viaggio il mio interesse per i pesci era limitato alla modalità di cottura e al condimento.
Ho deciso di provare l’esperienza subacquea un po’ per curiosità e un po’ per paura di annoiarmi e ho scoperto che una volta scesa sotto il livello dell’acqua non risalirei più. Seriamente: immergersi crea dipendenza.
Spesso poi mi succede che quando scopro che una cosa mi piace molto, scopro anche di essere estremamente poco dotata proprio in quella cosa lì. Parliamo di tutto ciò che riguarda il fai-da-te per esempio. Ora posso dirvi che le immersioni rientrano a pieno titolo nella categoria. Ma non è certo questo a fermarmi.
Finchè si è trattato della teoria, le lezioni, i libri da studiare e i test da fare: tutto bene (vi prego di non commentare il fatto che l’Amburghese ed io in luna di miele ci siamo messi a studiare). Poi c’è stata la prova in piscina, che serve solo per capire come funzionano le cose prima di andare in mare. Ecco, io dopo 5 minuti in una piscina dove si toccava ho avuto una crisi di panico (beh, io in realtà non toccavvo affatto essendo alta un metro e un pistacchio…). Ho cominciato la mia carriera da sub in grande stile.
Il fatto è che anche se razionalmente ti è evidente che stai respirando senza problemi – soprattutto perchè sei sott’acqua da 5 minuti e non sei ancora morta – il tuo cervello continua a mandarti segnali d’allarme del tipo: “sei sott’acqua, risali!!!”. Grazie per la cooperazione cervello.
In preda alla crisi di panico sono schizzata verso la superficie senza gonfiare quel giacchino che indossi e che serve a farti galleggiare, dimentica del fatto che avevo addosso dell’attrezzatura pesante che mi tirava verso il basso. Appena mi è sembrato di aver raggiunto la superficie mi sono tolta maschera ed erogatore per riuscire a respirare – cosa che riuscivo a fare comunque benissimo anche fino a quel momento grazie alla bombola – solo che in realtà non galleggiavo affatto, non ero del tutto riemersa… Ho iniziato ad annaspare come un’anatra, sputacchiando e muovendo gli arti in modo scomposto in ogni direzione. Questo in una piscina dove un sacco di gente stava prendendo il sole e i bambini giocavano a palla. Sono stata salvata dall’istruttore e non mi sono mai sentita tanto idiota in tutta la mia vita.
Non chiedetemi come ho fatto in queste condizioni a prendere due brevetti da sub, ma in qualche modo una volta scesa in mare mi è venuto tutto naturale e mi è sembrato come di tornare a casa, il che è strano a pensarci, visto che quel mondo non ha assolutamente nulla di familiare, a meno che tu non venga dal pianeta Vega…
Anzi, per la verità sembra di essere finiti in una puntata di Star Trek, dove i protagonisti finiscono su un pianeta roccioso, popolato da enormi vermi dai colori accesi e piante e fiori che in realtà sono vivi e ti osservano… Perchè là sotto è proprio così, compresi i vermi giganti e le piante vive.
E poi ci sono coralli e altri tipi di vegetazione con dei colori al neon di cui io nemmeno conoscevo l’esistenza. E dei pesci con delle combinazioni di colori tali che il tanto decantato color block di riviste e fashion blogger davanti a loro impallidirebbe.
E i pesci napoleone, enormi, piatti, con due pinne ai lati così piccole che non mi spiego come facciano a spostarsi, fanno anche un po’ ridere, e poi ti vengono vicino, curiosi, e ti osservano con quegli occhi a palla e quella fronte perennemente corrugata…. è stupendo. I pesci pagliaccio – Nemo per intenderci – sono carinissimi, piccoli ma aggressivi, tanto che se ti avvicini troppo vengono davanti alla tua maschera e ti mostrano i denti, incazzati come delle iene, per poi tornarsene nel loro anemone (sì, è proprio come nel cartone!).
E poi gli idoli moreschi, che si spostano a gruppetti, tutti con quel ciuffo sulla testa à la Elvis e l’aria perplessa.
E nuotare in mezzo ad un banco di pesci pigiama, con quelle righe gialle e blu…
Il pesce pagliaccio balestra, a pois bianchi e neri, molto elegante.
Delle tridacne spettacolari, dai colori abbaglianti, che se ti avvicini si richiudono timide.
E le stelle marine, paffute e tondeggianti, sembrano fatte di salsicciotti e invece poi scopri che sono durissime…
E tutto questo sopra la tua testa!
Ma la cosa più bella è stata andare a visitare le tane delle tartarughe, dove ho visto e sono stata avvicinata da decine di tartarughe caretta-caretta e tartarughe verdi giganti, che sono effettivamente giganti, chi l’avrebbe detto. E mentre ero lì che osservavo le tartarughe nuotare leggere intorno a me, vicine a me, una manta mi è passata svolazzando sopra la testa e mi sono quasi messa a piangere per l’emozione e la felicità. Poi mi sono accorta che invece mi era entrata dell’acqua nella maschera. Che se solo un mese fa mi avessero detto che un giorno sarei stata capace di svuotare la mia maschera dall’acqua…stando sott’acqua, li avrei presi per pazzi, e invece.
Immergersi davanti alla barriera corallina è una cosa che toglie il fiato, ti fa volare e non è facile descriverlo a parole, vorrei quindi lasciar parlare le immagini, ma le foto che ho fatto non hanno molto da dirvi, perchè fanno schifo (motivo per cui sopra ho messo i link a foto di professionisti).
Partiti del tutto impreparati, l’Amburghese e io ci siamo accorti solo una volta lì che sarebbe stato bello fare delle foto durante le immersioni, così ci siamo dovuti accontentare di acquistare una di quelle macchinette Kodak per fare le foto sott’acqua. Soldi buttati.
Le foto sono tutte blu, cosa che può sembrare normale per delle foto fatte sott’acqua, il fatto è che non ci sono altri colori, c’è solo il blu. I coralli: blu. I pesci: blu. Le tartarughe: blu.
Per la prossima volta troveremo una soluzione migliore per farvi vedere qualcosa che somigli di più alla realtà, ma il mio consiglio è di andarci di persona là sotto: non ve ne pentirete.
In ogni caso ecco le foto che abbiamo fatto.
Avvistata Piperpenny nell’Oceano Indiano, ecco le prove! |
L’Amburghese che fa il simpatico alle mie spalle |
Una tartaruga caretta-caretta |
Non ricordo che pesce fosse questo, ma era veramente grosso: guardate le sue dimensioni rispetto alla mia pinna che spunta in alto… |
Una tartaruga che esce dalla tana |
Un’altra tartaruga che esce dalla tana e punta dritta verso di noi |
Io, una tartaruga e sopra questa anche una manta. Forse dalla foto non si capisce, ma stiamo facendo una gara a chi è più snella e filiforme… Non ho vinto io. |
Una stella marina che nella realtà era di un rosa chiaro stupendo, ma che invece indovinate un po’ di che colore è in questa foto? Blu. |
Ok, io devo tornare in quel posto quanto prima.
Occhio, crisi d’astinenza in arrivoooooo…….
5 Comments
Sono affascinata da queste foto, un po' perché vorrei provare anch'io, un po' perché mi fa un po' paura (paura di ché? Sono un ottima nuotattrice, ma l'idea dei fondi marini mi inquieta, non so perché).
Hey Chiara vedo che in questo periodo lontana dal tuo blog ti sei sposata,hai fatto il viaggio di nozze ed ora HH!!!Che dirti tanti auguri post post signora Amburghese.
Le immersioni è una di quelle cose che prima o poi nella mia vita voglio fare,anzi uno dei miei desideri è quello di nuotare con i delfini,però non so ho paura che mi possa prendere un attacco di panico 🙁 Ciao Valentina
Anche io anni fa all?elba avevo preso la usa e getta subacquea e pure a me le foto erano venute blu..grazie Kodak! 😛 Però sono bei ricordi ugualmente, dai!
complimenti per le foto e per il coraggio. Io non
ne ho abbastanza per andare sott'acqua…
Buon fine settimana, Baci Maria
Ciao Chiara!!
Peccato per le foto blu ma sono sicura che quel ricordo ti rimarrà dentro per sempre!
Spero prima o poi di poter andare alle Maldive e provare a fare le immersioni…non sono una brava nuotatrice ma mi ispira troppo questa esperienza!
Un bacione e ti seguo sempre!
Elena