Il mio prossimo viaggio è finalmente alle porte e io non sto più nella pelle!
La meta è stata decisa finalmente (riuscire a isolare un solo posto per volta per i nostri viaggi è sempre la parte più difficile, vorremmo vedere qualsiasi cosa e non è facile assegnare le priorità…), oggi abbiamo prenotato aereo e hotel. Partiamo domani mattina. L’ho già detto che siamo quelli dell’ultimo secondo??
Stasera dopo il lavoro correrò a casa, accenderò la radio, aprirò una birra e… farò i bagagli! È un momento che adoro!
Non è sempre stato così però. All’inizio l’idea di dover fare la valigia per un viaggio mi creava del panico vero e – nonostante la felicità della partenza – fare i bagagli era un incubo. Mi è capitato più volte di fare un viaggio trascinandomi dietro il contenuto di mezzo armadio per un viaggio di una settimana: tutta roba inutile e pesante. Così come mi è capitato di voler viaggiare leggera per poi accorgermi una volta a destinazione di aver dimenticato cose essenziali tipo occhiali, lenti a contatto, spazzolino… biancheria intima (!!!).
Negli anni però ho imparato alcune cose (anche perché se no sarei un caso disperato) e ora riesco a raggiungere un equilibrio decente tra “solo il minimo indispensabile” e “porto anche questo che non si sa mai”.
Il mio segreto? Consumare quantità d’alcool spropositate mentre si fa la valigia. Non ho una spiegazione scientifica, ma nel mio caso aiuta. (Forse è perché ad un certo punto non te ne frega più nulla e sbatti in valigia i vestiti che metti sempre senza pensare troppo e in questo caso è difficile sbagliare: si va sul sicuro…)
Grossi problemi mi sono sempre stati creati anche dall’abbigliamento da indossare in viaggio, soprattutto se si tratta di voli aerei medio-lunghi. E, guardandomi intorno, direi proprio che non sono l’unica: ho visto cose che voi umani…
Però con l’esperienza, anche in questo caso ho fatto passi da gigante, che per una alta un metro e mezzo – converrete con me – è un gran bel traguardo.
La cosa più importante per me quando volo è la comodità.
Io volo spesso: se non ogni mese, quasi. La maggior parte dei voli in effetti sono piuttosto brevi, in genere Amburgo-Milano o al limite Amburgo-Londra. Ma quando si parte di venerdì sera, dopo una settimana lavorativa, il bisogno di comodità nel viaggiare è grande quanto quello per un volo di 6, 9 o anche 13 ore (ok, il volo di 13 ore per Hong Kong mi è sembrato senza fine anche con dei vestiti comodi addosso, ma va beh).
Se c’è una cosa che odio, però, è vedere la gente che si presenta al gate per essere imbarcata particamente in pigiama. Allora. Fatemi sistemare gli occhiali sulla punta del naso e fatemi assumere il mio atteggiamento da “Signorina Rottenmeier”.
Ecco, sono pronta: l’aereo è un mezzo di trasporto, di conseguenza un luogo pubblico, come lo è l’aeroporto. Comportarsi come se si fosse nella propria camera da letto o alla lezione di yoga, non è rispettoso nei confronti di nessuno, nemmeno noi stessi.
Oh, l’ho detto.
D’altro canto, però, farsi un volo lungo in tailleur, in jeans o con i tacchi è assimilabile ad uno dei gironi dell’inferno dantesco…
Che fare?
Usando come cavia me stessa, col tempo ho raggiunto un buon equilibrio tra decoro e comodità nel vestirmi per viaggiare. Non dico che quello che funziona per me funzioni per chiunque, assolutamente, ma magari la mia tecnica può tornare utile a qualcuno, sai mai.
Partiamo da una fondamentale premessa: vestendovi per andare all’aeroporto non dovete tanto tenere conto di che tempo fa lì da voi, quanto piuttosto di che tempo fa a destinazione. Per dire, se è dicembre e ci sono -9°C e partite con gli UGG ai piedi, una volta atterrati in Florida dove ci sono +30°C avrete un problema.
Premessa numero due: i colori mediamente scuri sono meno sensibili allo sporco e alle macchie. Se prendete il treno per arrivare in aeroporto, da lì la navetta per raggiungere l’aereo, affrontate due pasti a bordo di un velivolo che – attenzione! – si muove e poi prendete la metropolitana fino al vostro hotel, forse i pantaloni che alla partenza erano bianchi, una volta a destinazione non lo saranno più molto.
Premessa tre (l’ultima giuro): in aereo fa freddo. Anche se chiudete il bocchettone dell’aria condizionata sopra la vostra testa. Anche se chiudete anche quello dei vostri vicini mentre dormono. In aereo, per qualche legge scolpita nella pietra all’alba dei tempi, si gela. Se volete fare le splendide in abitino e sandali, mi spiace dirvelo, ma la pagherete cara.
Alla luce di tutto ciò, ecco il mio abbigliamento da viaggio, perfezionato negli anni. Il trucco sta nello scegliere vestiti che sembrano presentabilissimi, ma che in realtà sono comodi come la copertina di Linus. E nel vestirsi a strati, soprattutto se tra il luogo di partenza e di arrivo c’è una sensibile differenza di temperatura.
Io in particolare ho trovato la soluzione nei seguenti capi:
– pantaloni neri della linea “Fete” dello stilista giapponese Issey Miyake, comprati per una manciata di euro (anziché centinaia) su Yoox. Sono morbidi e comodi come dei pantajazz (esistono ancora? Li usavo quando facevo danza), ma sono allo stesso tempo piuttosto eleganti (potete quindi usarli con i tacchi e un top elegante per una serata una volta a destinazione), hanno la gamba piuttosto larga e dritta, della tipologia detta “palazzo” o “Marlene” (da Marlene Dietrich, che li ha resi famosi), che solitamente rende un pantalone più elegante. Bonus: sono pressoché immuni alle spiegazzature. Io li voglio sposare questi pantaloni.
Cercate un paio di pantaloni del genere, ossia comodi ma con una certa dignità e che potrete riutilizzare a destinazione. Non fermatevi finchè non li avrete trovati, vale la pena di investire tempo ed energie, ve lo assicuro: porteranno la comodità e praticità del vostro abbigliamento da viaggio ad un altro livello.
In ogni caso evitate il lino: in estate comodo e fresco, per carità, ma con una spiccata tendenza alle spiegazzature, così all’arrivo sembrerete appena uscite da una centrifuga, con pieghe e stropicciature letteralmente ovunque, e credo che nessuno voglia avere quest’aspetto… Viaggiare non è una scusa per rinunciare alla decenza.
– canottierina di Intimissimi / Petit Bateau (o la vostra marca di riferimento): in viaggio non la vedrà nessuno, ma sarà la vostra migliore amica una volta atterrati in un posto caldo.
– maglia a maniche lunghe di Intimissimi / Perfetta Ragno (o la vostra marca di riferimento, ma per esperienza so che queste due marche resistono bene alle spiegazzature e sono estremamente comode, soprattuto quelle di Perfetta Ragno): la giusta via di mezzo tra canottiera e maglione, comoda come la maglia di un pigiama, è l’ideale per riuscire a dormire in aereo, ma non ha affatto l’espetto di un pigiama, soprattutto indossata sui pantaloni di cui sopra. Io di solito la metto nera, abbinata ai pantaoni, o grigia, abbinata al cardigan. Ovviamente se è piena estate e state andando in un posto caldo andrà benissimo anche una t-shirt.
– cardigan avvolgente ma non informe. Qui è necessario scegliere con cura: come copertura di tutto il vostro studiatissimo look avrete bisogno di qualcosa di comodo, caldo (vedi problema delle temperature in aereo), facilmente rimovibile, ma che non vi faccia sembrare una palla di lana… L’ideale è un cardigan di quelli con la cintura: potete portarlo chiuso o aperto in base alla necessità ed è veloce da mettere/togliere, ma scegliete un modello abbastanza “slim”. Puntate su nero, grigio mediamente scuro, tortora, marrone, verdone scuro… insomma ci siamo capiti: evitiamo i colori chiari, come già suggerito più su.
In estate sostituite la lana col cotone, per non morire di caldo, ma per nessun motivo rinunciate ad un cardigan o maglioncino: in aereo congelerete! All’arrivo potrete naturalmente riporlo nel bagaglio a mano.
– riguardo alle calzature, evitate gli estremi: nè moon boot, nè infradito sono indicati per volare, a prescindere da quale sia la vostra meta: avete bisogno di qualcosa di comodo, è vero, ma anche presentabile. Ora, se sono le vacanze di Natale e state andando da un posto freddo ad un altro posto freddo, direi che gli UGG non sono un problema, soprattutto se volete stare caldi e comodi. Se però state andando in un posto abbastanza caldo vanno bene anche delle ballerine o dei mocassini. Io sono anche una fan delle converse, che vanno bene in ogni stagione. Delle scarpe mediamente sportive ma sobrie secondo me vanno bene con qualsiasi combinazione di temperature: io di solito metto delle sneakers di Lacoste: di pelle, nere, sobrie, comodissime e con l’apertura col velcro sono velocissime da mettere e togliere.
– non dimenticatevi assolutamente di mettere in borsa una pashmina e un paio di calzettoni, sì anche in estate: vi toglierete di sicuro le scarpe se è un volo abbastanza lungo e il problema dell’aria condizionata sugli aerei direi che ormai è chiaro a tutti.
– evitate poi di partire con acconciature elaborate: se vi fate uno chignon tirato e pieno di forcine non chiuederete occhio, nè potrete appoggiare la testa al sedile.
– riguardo ad un eventuale cappotto/giacca, dipende da dove state andando: se andate a passare il capodanno in Lapponia, temo vi servirà. Se invece state andando al caldo, non importa quanto freddo faccia nella vostra città, lasciatelo a casa. Sentirete un po’ di freddo fino all’aeroporto, ma almeno non dovrete trascinarvi dietro un capo inutile e ingombrante per tutto il viaggio. Se avrete la fortuna di essere accompagnate in macchina fino all’entrata dell’aeroporto, il problema non c’è: lo toglierete un attimo prima di entrare e lo lascerete in macchina.
Ora ci sarebbero un sacco di consigli anche su come avere un bagaglio a mano intelligente, ma non eccessivo, ma di questo vi parlo nel prossimo post, quindi… stay tuned! 😉
7 Comments
Lodi lodi lodi per la citazione di ISSEY MIYAKE..non sapevo facesse abbigliamento..ma sono semplicemente innamorata dei suoi profumi..in particolare l'Eau d'Issey da uomo…
Tolto questo però ammetto che..io sono una delle pigiamiste…da quando volo un po'di meno perchè l'aereo in confronto al treno è una passeggiata di salute..
ma quando prendevo il treno lurido per 8 ore e mezzo..allora sì..solo tuta!
L'ho detto..non odiarmi.. 🙂
E buon viaggioooooooooo…
Concordo con te Chiara. Solo cose comode per vo-
lare. Io metto il jeans piu' vecchio, largo e co-
modo che ho. Come te, sempre un cardigan lungo, marrone. Sotto una T-shirt e ai piedi un paio di mocassini di camoscio marroni comodissimi.
Pero'…io sono felice se in aereo e' freddo. Ho
anche avuto voli sui quali c'era un caldo bestia-
le da togliere l'aria. Non e' per niente bello,
gurda, sembra di soffocare.
Ti auguro buon viaggio e un bellissimo Natale.
Un abbraccio Maria
@Zia Atena: hahaha! No in realtà sui treni ti dò totalmente ragione! Fanno veramente schifo, in Italia almeno. Qui in Germania in realtà c'è un altro livello.
Però per gli aerei è diverso: vengono puliti attentamente dopo ogni volo (quelli di Lufthansa almeno, quelli di Ryanair credo in realtà che non li puliscano mai) e comunque l'aereo è un ambiente molto diverso dal treno e secondo me bisogna agire di conseguenza.
@Maria: l'ho sempre detto che tu hai stile!
Quando parti per Roma??
Grazie, troppo buona…un giorno dobbiamo assolu-
tamente incontrarci. Pero' non spaventarti, mi
raccomando (sono abbastanza piu' vecchia di te!)
Io parto domenica 18 dicembre, quindi se tu parti domani mattina (per dove???) dobbiamo per forza farci gli auguri natalizi adesso..o no??
Baci Maria
Fantastica!! E' un pò che ti seguo…è un pò che voglio commentare ma non ci sono mai riuscita…sarà la volta buona?? Con i tuoi post mi hai fatto venire tanta curiosità riguardo ad Amburgo… per quanto io non ami molto le città fredde. Mi piaci come descrivi con semplicità e ironia la quotidianità ma soprattutto siamo simili in tantissime cose.
Concordo pienamente con te i consigli per la mise comoda da volo e dico: "Finalmente dei consigli sensati!!"
Buon viaggio!!
Carlotta
Ps.Terrò a mente il consiglio della birra prima di fare la valigia 😉
Schatzi, quoto in pieno ogni cosa che hai scritto: sono anche io in modalità strati/comodo/presentabile.
A parte il piumino alle Maldive quest'inverno, non ho mai toppato il viaggio.
Eh.
Titti
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