Sono tornata da Istanbul, ma un pezzettino del mio cuore è rimasto lì.Sono tornata da Istanbul e posso dirvi che è un posto stupendo, magico, ma anche molto pericoloso. In una parola: Grand Bazaar – il mio conto in banca ha subito duri colpi nei giorni scorsi. Per fortuna quindi che ci sono rimasta solo 3/4 giorni…
Cominciamo con una premessa: tre giorni a Istanbul sono sufficienti per vedere tutte le cose principali e avere una buona idea della città. Non serve molto tempo in più, ma se avessi avuto ancora un giorno o due di tempo in realtà avrei visto volentieri ancora un paio di cosette a dire il vero.
In ogni caso questa è una meta ideale per un weekend lungo, un ponte o comunque una vacanza di pochi giorni.
Inoltre visitarla in inverno forse non è la scelta ideale in quanto a clima, ma presenta una serie di innegabili vantaggi. Certo, a dicembre fa relativamente freddo (anche se durante il nostro soggiorno c’erano quasi sempre sui 16 gradi centigradi, si poteva andare in giro con un semplice cappottino aperto e si stava bene), quindi probabilmente primavera e autunno, quando fa caldo ma non troppo, sono i momenti ideali per una visita, climaticamente parlando, ma dovrete mettere in conto che molte altre persone oltre a voi avranno avuto la stessa idea.
La guida Lonely Planet ci aveva avvisato di code anche molto lunghe per entrare nelle principali attrazioni quali il Topkapi, il suo Harem interno (per cui bisogna pagare una seconda entrata), Aya Sofia, ecc… Consigliavano quindi di arrivare la mattina presto per evitare lunghe attese. Noi ci siamo presentati alla biglietteria con tutta calma a metà mattinata e non c’era nesuno davanti a noi. Anche il Grand Bazaar, luogo generalmente affollatissimo, era più che vivibile.
Non che la città fosse vuota, tutt’altro: Istanbul è piena di vita! Ma il turismo a metà dicembre è quasi del tutto inesistente.
Certo, è vero che nella bella stagione è più piacevole andare in giro, fa buio più tardi e la visibilità del meraviglioso profilo della città è migliore, ma io non scarterei una visita in un periodo “morto” come dicembre (soprattutto se, come me, odiate le folle e le orde di turisti).
E poi una città con moltissimi tratti arabici, ma comunque decorata di Natale ha un certo fascino.
Istanbul d’altronde è la città dei contrasti…
Istanbul è – ed è stata per secoli – un vero e proprio ponte tra occidente e oriente, tra Europa e Asia, tra culture, etnie e religioni diverse. La città sorge letteralmente per metà sul continente europeo e per l’altra metà su quello asiatico.
Questo fa sì che sia piena di contrasti che la rendono interessante, affascinante e unica.
A tratti ci si sente a casa, poi si gira l’angolo e ci si trova in un mondo molto diverso da quello a cui siamo abituati.
I quartieri principali da vedere, quelli da non perdere se si hanno pochi giorni a disposizione sono
Beyoğlu (in particolare la zona di Galata) e Sultanahmet.
Sultanahmet è la cosiddetta città vecchia, dove si trovano i principali siti d’interesse. Il mio consiglio però – e il consiglio che mi hanno dato quasi tutti quelli che erano già stati lì prima che io partissi – è di scegliere l’hotel nella zona di Galata, dall’altra parte del canale (il Corno d’Oro) rispetto a Sultanahmet.
Stare in hotel in questa zona, infatti, presenta alcuni vantaggi: un’amplissima scelta in fatto di ristoranti e bar, una vista stupenda sulla città e sul bosforo, una vita notturna molto giovane e allegra e moltissimi negozi.
Questo quartiere, che, come il resto della città, sorge su un colle, è formato da stradine strette e piene di adorabili negozietti, che si arrampicano verso l’alto fino a raggiungere la Istiklal Caddesi, la strada pedonale più famosa della città, che si snoda fino a raggiungere la famosa piazza Taksim.
Una celebre immagine di questa strada è il tram ad una sola carrozza che scorre sulle rotaie che la dividono a metà in lunghezza e che porta da piazza Taksim fino a Tunel, all’altra estremità della Istiklal.
Tutta questa zona – ossia tutte le stradine nei dintorni della Istiklal – è piena di negozi, piccole gallerie d’arte, mercati all’aperto e al coperto e un’infinità di piccoli ristorantini letteralmente per tutti i gusti.
A questo proposito farò un post apposito solo di indirizzi interessanti di hotel, ristoranti, bar e negozi.
La Istiklal è costeggiata da edifici eleganti, di cui di sera si riescono a vedere i meravigliosi soffitti, in questo periodo poi è tutta illuminata di Natale e punteggiata da venditori di caldarroste (ottime).
Inoltre su questo colle ci sono molti bar all’ultimo piano di vari edifici che si affacciano sul Bosforo (il canale che divide Europa e Asia). Vale la pena prendere un drink godendo della meravigliosa vista della città tutta illuminata, con gli innumerevoli minareti che spuntano tra le case come aculei.
In questo quartiere, tra l’altro, ho conosciuto Raffaella di DestinazioneEstero (e le sue adorabili bambine!), che si è da poco trasferita in città. Il suo blog è davvero interessante!
Sulla Istiklal c’è anche una chiesa cattolica molto bella. Istanbul ha circa tante moschee quante chiese ha Roma (ossia infinite), c’è una moschea letteralmente ad ogni angolo, ma non è raro vedere anche delle chiese cristiane, spesso proprio accanto alle moschee. E’ un’immagine che trovo davvero molto bella.
Sulla sinistra si vede la moschea: quella cupola con accanto il minareto, la torre a punta. Sulla destra invece, subito lì accanto, si vede la cupola della chiesa, sormontata da una croce. |
In generale la zona di Galata, con i suoi vicoli ripidi e i numerosi gatti randagi, mi ricorda moltissimo la Liguria. E infatti fu una delle colonie genovesi (colonia di Pera, come anticamente si chiamava questo quartiere) ai tempi della Repubblica di Genova.
A pensarci bene, in effetti ho visto così tanti gatti randagi solo in altri due posti fino ad ora: la Ligura e Key West.
Qua e là molti elementi però ricordano che siamo decisamente in Turchia.
Il simbolo principale di questo quartiere è la Torre di Galata. Costruita nel 1348 dai genovesi, è stata usata poi anche dagli ottomani, quando conquistarono la città. Da non confondere con la torre di epoca bizantina che sorgeva sempre da quelle parti, ma che fu distrutta durante la quarta crociata del 1202-1204.
Sull’ingresso un’iscrizione storica commemora Genova.
L’entrata costa sui 4€ e dalla terrazza sulla cima si gode una vista della città a perdita d’occhio.
L’altro quartiere da non perdere a Istanbul, dicevamo, è Sultanahmet: separato da Galata dal canale chiamato Corno d’Oro e collegato ad essa dall’omonimo ponte (Ponte di Galata), è raggiungibile a piedi in una manciata di minuti. Le meraviglie di Sultanahmet lasciano davvero a bocca aperta.
Ma le cose da fare e vedere qui sono talmente tante, che ve lo racconto nel prossimo post!
E vi assicuro: il bello di Istanbul deve ancora venire, quindi…
Stay tuned!
Tutte le foto sono fatte da me e quindi di mia proprietà.
Per vedere gli altri miei viaggi potete andare nella sezione Appunti di Viaggio.
5 Comments
Bellissimo post…che voglia di partire!! (che forti le castagne vendute così aperte… sono castagne vero?)
Bellissimo reportage e bellissime foto,mi piace
molto quella libreria e le castagne uhmm…
Non vedo l'ora di vedere il resto,(concordo con te sul blog Destinazioneestero,èun po che lo seguo anche se non le ho mai scritto)
Un abbraccio Graziella
In tre giorni hai visto più cose tu ad Istanbul che io in tre mesi! E hai anche saputo cogliere lo spirito della città!
Che bello tesorina, che bello!!
Non vedo l'ora di leggere il resto!
Kisssss
ps informati su quella cosa delle chiamate internazionali ;))))
Titti
@verdementa: sì ed erano pure buone, oltre che facilissime da sbucciare, visto che te le danno già particamente aperte! Dovremmo suggerirlo ai venditori di caldarroste di Milano…
@Graziella: arriveranno foto ancora più belle! 😉 Tu non sei stata a Berlino recentemente? Com'è andata?
@Destinazioneestero: hehe! 😉 Beh, ma col tempo contato si diventa molto efficienti e si comprime tutto ciò che si vuole vedere nel giro di tre giorni! Tu vedrai tutto con più calma, ne sono sicura (e più volte, se come nel mio caso porti in giro tutti quelli che ti vengono a trovare).
@Titti: altri post in arrivo! 😉 Domattina ti devo anche scrivere un'email assolutamente!