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Istanbul e la sua storia: Sultanahmet – parte seconda

28 Dicembre 2011

 Dopo aver visto il quartiere di Galata, il palazzo Topkapi e Aya Sofya, proseguiamo ora con le altre meraviglie di Sultanahmet, quartiere storico della città vecchia di Istanbul.

 Usciti da Aya Sofya, vedrete svettare davanti a voi i minareti della Moschea Blu. Sei minareti, per l’esattezza: la moschea fu commissionata dal sultano Ahmad I nel 1609. Per distinguerla dalle sontuose moschee di Solimano e Aya Sofya, che sorgono lì vicino, il sultano volle costruire i minareti in oro, l’architetto fraintese però le parole del sultano, capendo “alti” (in turco “sei”) anziché “altin” (oro).
Questo inizialmente fu uno scandalo: l’unica altra moschea ad avere così tanti minareti era la Mecca e nessuna moschea può avere più minareti della Mecca, così si rese necessario aumentare i minareti di quest’ultima per uscire dall’imbarazzo.
La Moschea Blu sorge sul sito del Gran Palazzo dell’antica Costantinopoli, il suo vero nome è Sultan Ahmet Camii, ma è conosciuta come “Moschea Blu” a causa del colore dominante nel tempio: il turchese.
Nella moschea c’è una bella atmosfera, raccolta e rilassata. la luce è soffusa, le decorazioni sono incredibili e i pavimenti sono ricoperti di morbidi tappeti.
Forse vi accorgerete che in alto sono appese tre uova. Sono uova di struzzo. A cosa servono? A tenere lontani i ragni: questi infatti sono animali sacri nell’Islam e non possono essere uccisi, ma non sono comunque molto piacevoli da avere intorno, ammettiamolo. Le uova di struzzo emanano un odore sgradevole per i ragni, che così restano lontani senza che si faccia loro del male.
Prima di entrare ricordatevi di togliere le scarpe, all’ingresso sono disponibili dei sacchetti di plastica in cui riporle, così potrete portarle con voi più comodamente.
Ecco qualche foto.

Moschea Blu vista da Aya Sofya

 Siamo usciti dalla moschea mentre i fedeli già cominciavano a raccogliersi all’interno: era quasi l’ora della preghiera.
Siamo andati a sederci in una piazzetta lì fuori, tra la Moschea Blu e una moschea più piccola. In quel momento è partito il richiamo alla preghiera dei Muezzin, molto suggestivo in quella cornice.
Ne ho fatto un video.

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 Il richiamo alla preghiera è una cosa che mi ha colto di sorpresa più volte al giorno durante il mio viaggio a Istanbul: non sono abituata al fatto che durante le normali occupazioni della giornata come andare in giro per la città, fare acquisti, fare un giro in barca, andare al bazaar, ad un certo punto, senza preavviso, parta questo canto da ogni punto della città, che di colpo si fa più silenziosa e assume un’atmosfera quasi sacrale.
Molto suggestivo comunque.

 Non lontano dalla Moschea Blu si trova un’altra meraviglia di Sultanahmet: la Cisterna Basilica.
Una stanza sotterranea fatta di volte sostenute da file e file di colonne che si riflettono sull’acqua, creando un ambiente surreale e magico. Forse anche un po’ inquietante. Mi ricorda in qualche modo le atmosfere di Harry Potter…
Questa cisterna fu costuita durante l’impero romano d’oriente (pare risalire al 532) e veniva alimentata da un acquedotto che portava l’acqua fin dalla foresta di Belgrado.
Tutti i materiali usati per costruirla solo di riutilizzo, ossia provengono da precedenti edifici. Lo dimostrano gli stili diversi dei capitelli delle colonne (ionico, corinzio, ma anche dorico), così come la presenza di colonne non decorate e anche l’utilizzo di due teste di Gorgone rovesciate, usate come base alle colonne di sostegno della volta e che prima apprtenevano a qualche edificio monumentale.
Questo posto vale davero una visita.

 Inoltre a Sultanahment ci sono molte viette carine e pittoresche, molti ristorantini tipici in cui mangiare qualcosa e anche tanti negozietti. Oppure si può optare per un panino col pesce fresco proprio in riva al Bosforo, nei mille chioschi che vendono un po’ di tutto, godendosi il profilo di Galata e Beyoglu, proprio dall’altra parte dello stretto ed osservando i pescatori e i battelli che vanno e vengono sul canale.

 Proprio accanto a questo quartiere sorge la zona dei Bazaar, assolutamente imperdibile, come capirete anche voi.
Ma questo ve lo racconto nel prossimo post. 😉
 Stay tuned!

 Tutte le foto sono fatte da me.
Per vedere tutti i miei viaggi potete andare sulla pagina “Appunti di Viaggio“.

Appunti di viaggioIstanbul
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Turchia

Piperpenny
Italiana trapiantata nella città libera e anseatica di Amburgo, lavoro nelle relazioni pubbliche nel campo della moda. Viaggio per vocazione, scrivo per divertimento. La mia occupazione principale in realtà è correre dietro a due minions anche conosciuti come i miei figli.

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6 Comments


Clorofillla
28 December 2011 at 11:10 am
Reply

che spettacolo! vorrei anch'io poter viaggiare in questo periodo (o vivere direttamente all'estero) per evitare le riunioni famigliari!



patalice
28 December 2011 at 3:24 pm
Reply

quando ho visto Istanbul, questa primavera con mio padre, me ne sono innamorata follemente…
le tue foto mi hanno dato belle emozioni!
buone feste



economistapercaso
28 December 2011 at 3:56 pm
Reply

che foto fantastiche! e che voglia di partire… Baci!



destinazioneestero
28 December 2011 at 4:17 pm
Reply

Prima o poi ci andrò!



Lela - seaseight
28 December 2011 at 6:09 pm
Reply

Indovina cosa ho notato?? i gattini!! ahahah



Gdn
28 December 2011 at 6:41 pm
Reply

Queste immagini, le volte decorate in particolare, m ricordano tanto certe stanze dell'Alhambra (si scrive così!? non mi ricordo più…)In Spagna. Direi che c'è molto anche qui da me, come architettura e colori, della dominazione araba… sarà bellissimo girare per questi luoghi. Non avevo mai considerato in senso concreto di andare ad Instambul, ma devo dire che le tue emozioni, le foto postate mi fanno ricredere: la inserisco nelle mete da visitare almeno una volta nella vita. 🙂 Aspetto a questo punto il post sui Bazaar.



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