Per le puntate precedenti: 1, 2, 3, 4, 5, 6.
Nell’ ultimo post sul mio viaggio in Malesia vi ho raccontato della multietnicità di questo Paese. Il concetto di una ‘identità malesiana’ oramai si identifica nella multiculturalità della nazione e questo naturalmente si riflette nei vari aspetti della società, come per esempio la cucina e anche la religione.
La Malesia è a maggioranza islamica, ma, nonostante questa sia la religione di stato, la costituzione malese garantisce la libertà di religione.
La popolazione malesiana viene da gruppi etnici differenti: malesi (islamizzati qualche secolo fa), cinesi (a maggioranza buddista, ma ci sono anche alcuni taoisti), indiani (induisti), senza contare la religione cristiana, portata qui dai colonizzatori prima portoghesi, poi olandesi e infine britannici… Questo si traduce in una varietà incredibile di luoghi di culto e in un numero impressionante di feste religiose, che cadono quindi spessissimo.
E’ chiaro, quindi, che in una città come Kuala Lumpur, una delle cose più interessanti da vedere sono proprio i luoghi di culto.
I più diffusi, oltre alle moschee, sono i tempi buddisti e i tempi hindu. Ci sono strade in cui queste tre varietà si susseguono, una accanto all’altra, e poi magari salta fuori anche una chiesa cristiana, così a sorpresa. La trovo una cosa molto bella.
Questa caratteristica della Malesia mi ha veramente conquistata. Dovrebbe essere così ovunque nel mondo, ma sul serio.
Prima di iniziare, una premessa è doverosa: le moschee e i tempi (buddisti o hindu che siano) sono davvero troppi a Kuala Lumpur per poter anche solo pensare di vederli tutti.
Noi siamo stati in città solo qualche giorno, abbiamo quindi scelto solo alcuni esempi per ciascuna religione.
Ma andiamo con ordine.
Le moschee
La moschea principale di Kuala Lumpur è la National Mosque (il nome ufficiale è Masjid Negara), dove si reca regolarmente anche il re.
Quando ci siamo andati noi era chiusa, quindi posso farvi vedere solo le foto dell’esterno. Mi dicono comunque che, per quanto relativamente moderna, sia molto bella.
Un’altra moschea molto carina è la Masjid Jamek che sorge sulla punta di terra alla convergenza di due fiumi, tra le palme. È molto più piccola, ma molto pittoresca, tutta circondata dalle palme…
Qui non serve togliersi le scarpe se si rimane nel cortile che circonda l’area di preghiera vera e propria. È però obbligatorio coprirsi gambe e braccia (anche gli uomini) e indossare il velo (per le donne). All’ingresso ci sono delle vesti e dei veli a disposizione dei visitatori. (Io però mi sono messa il mio di velo, ché quelli usati dagli altri anche un po’ bleh, visto quanto si suda in questo Paese)
I tempi buddisti
Uno dei più interessanti è il tempio Chan She Shu Yuen, sulla Jalan Petaling a Chinatown.
Un altro molto bello è il Guan Di sempre a Chinatown.
I tempi hindu
Quasi di fronte al tempio buddista Guan Di, si trova invece il tempio induista Sri Maha Mariamman. Qui, come in tutti i tempi hindu (e le moschee) ci si deve togliere le scarpe per entrare. Accanto all’entrata c’è un gentilissimo signore indiano (di una certa età) che le custodisce dietro una piccola offerta in denaro.
E sempre parlando di tempi induisti, naturalmente c’è Batu Caves, cui ho già dedicato questo post.
Ma Kuala Lumpur non si riduce solo ai luoghi di culto, quindi…
…alla prossima puntata! 😉
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