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Di quella volta in cui mi sono trasformata in una turista

25 Settembre 2012

 All’inizio non te ne accorgi, perché è un processo lentissimo e molto graduale.
No, tu non te ne accorgi mica che stai subendo una metamorfosi. Sei sempre tu, pensi. È come quando da bambina incontri la solita zia che esclama “come sei cresciuta” e tu ti dici boh, che sei sempre uguale, che palle questa.
E invece no, invece stai cambiando. Ma non te ne accorgi.
Fino ai primi sguardi strani, da parenti e amici. Finchè non capiti in un supermercato italiano e la vista delle confezioni Mulino Bianco ti provoca commozione. E improvvisamente ti ricordi di quando, all’inizio, provavi entusiasmo nell’entrare in un supermercato tedesco e vedere tutte quelle cose diverse, che ti facevano sentire un po’ Alice nella tana del bianconiglio. Tutto era strano, diverso, divertente, interessante. Ora – sei anni dopo – andare al super è la solita scocciatura, mentre in Italia trovarti davanti allo scaffale col Galbanetto ti fa commuovere.
E capisci che qualcosa, evidentemente, è cambiato. L’eccitazione per la tua nuova vita non sovrasta più la nostalgia per quella vecchia. È diventato un rapporto 50-50, ma ribaltato: la normalità sta in Germania, le cose emozionanti in Italia.

 Ed è così che mi sono resa conto che la Germania mi ha cambiata più di quanto credessi. Ché quando senti i tuoi che si lamentano del caldo e tu li invidi e quando arrivi in Italia e sei contenta di sudare, non è che ti riconosci più tanto.
Dopo di che cominci a fare cose tipo:
– entrare in ogni gelateria (anche a dicembre)
– mangiare pizza ad ogni pasto, anche a colazione (non è uno scherzo, l’ho fatto davvero, settimana scorsa…)
– appiccicarti ad ogni vetrina e voler entrare in ogni negozio
– considerare Calzedonia e Intimissimi come dei tesori nazionali ed entrare a “fare scorta”
– rimanere scioccata di come guida la gente
– accendere la tv, avere un ictus davanti al programma “Veline” e scappare urlando
– rimanere incantata davanti alle teche delle gastronomie
– emettere gridolini di gioia davanti ad un pezzo di focaccia
– non capire assolutamente di cosa si stia parlando quando degli amici ti dicono di aver visto in centro un certo “100% Brumotti” (è uno di Striscia, ti dicono poi)
– fare mente locale per ricordarti cosa sia Striscia la Notizia
– pentirti di essertelo ricordata
– fotografare le cose più inutili come un giapponese in gita
– considerare una bruschetta alta cucina
– bere crodino in ogni occasione
– nel resto del tempo bere litri di Estathé perché “questo a casa non lo trovo”
– ordinare un caffé e vedersi portare un odiatissimo espresso (ecco in questo sono sempre stata straniera: odio l’espresso) e commentare “ma io volevo un caffé normale!”. E poi ricordarsi che in Italia il concetto di caffè normale non esiste: esiste solo ed esclusivamente l’espresso, non c’è assolutamente possibilità di scelta.
– chiederti perché la gente a settembre in Liguria indossa pantaloni lunghi e golfini sulle spalle mentre tu sei in sandali e prendisole (e gli altri vestiti come te sono tutti tedeschi)(al massimo olandesi, toh)
– ricordarti improvvisamente che sapore ha il VERO parmigiano
– tornare a casa con sei buste di bresaola nella valigia

 E a quel punto capisci anche le occhiate strane degli amici: ti hanno scoperta, se ne sono accorti. Sotto il tuo solito aspetto di persona che conoscono da una vita si cela in realtà una turista!!

 Superato l’orrore dell’essere diventata una turista in casa tua, ti rendi però anche conto di come sia bello rivedere il tuo Paese con gli occhi dello stupore…

Appunti di viaggioHamburgItaliaPensieri
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Lifestyle  / Viaggi

Piperpenny
Italiana trapiantata nella città libera e anseatica di Amburgo, lavoro nelle relazioni pubbliche nel campo della moda. Viaggio per vocazione, scrivo per divertimento. La mia occupazione principale in realtà è correre dietro a due minions anche conosciuti come i miei figli.

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15 Comments


Titti
25 September 2012 at 11:08 am
Reply

Che dirti, stella mia, è un quadro decisamente realistico.. e tanto vero!
Quindi, domani sera ti trovo? :-)))

Titti



    Live from here
    26 September 2012 at 8:38 am
    Reply

    Yes, stasera ci dovrei essere!

Anonimo
25 September 2012 at 11:13 am
Reply

Bello questo post…anche se non so cosa si prova capisco il tuo punto di vista!! Forse è un mio limite ma io non potrei vivere lontano dall'Italia…non riuscirei a gestire la nostalgia. Ma amiro chi come te ha fatto questa scelta. Ora sarai impegnata a mangiare tute le bontà che ti sei portata dall'Italia…buon appetito.
Baci Ersy



    Live from here
    26 September 2012 at 8:39 am
    Reply

    Grazie!
    Secondo me cerchiamo tutti la soluzione che va meglio per noi stessi, non ce n'è una giusta e una sbagliata.

Lens & anything Else
25 September 2012 at 11:31 am
Reply

Complimenti, è molto bello questo post.. l'utlima frase è quella che mi è piaciuta di più e nella quale hai espresso la stessa sensazione che ho provato io quando ho trascorso solo 3 mesi in Inghilterra e poi sono tornata a casa.



verdementa
25 September 2012 at 11:51 am
Reply

Non sono vissuta così a lungo all'estero da essere arrivata a questi livelli ma ti capisco benissimo…Bel post Piper! Quasi commovente 🙂



    Live from here
    26 September 2012 at 8:39 am
    Reply

    Grazie!!

Porcelain Winter
26 September 2012 at 5:50 am
Reply

Fantastico questo post, mi fa sorridere un pò l'idea che starsene lontani dal nostro paese provoca nostalgia…ma in fondo non può non esser così. Certo è, che da innamorata persa della germania, non pocco che ammirarti ed invidiarti (in senso buono) per la tua scelta di vita! 😉
Un caro saluto



    Live from here
    26 September 2012 at 8:40 am
    Reply

    Come da copione, ti rendi conto di quanto sia bella una cosa, quando ne sei lontano. Non che non si vedano più i difetti, eh… Ma un po' di nostalgia c'è.

Alessandra1966
26 September 2012 at 7:12 am
Reply

Ti dirò che una cosa simile capita a me quando vado per qualche giorno nel NBS. Sono capace di ingozzarmi di schiacciata finché ce n'entra – io, che conto le calorie persino della pastiglia di tachipirina per il raffreddore – e di riempirmi la valigia di cantucci alle mandorle, olive al forno e pecorino locale.
Lo so che in alcune gastronomie a Torino questa roba si trova, ma NON HA LO STESSO SAPORE.
Punto.



    Live from here
    26 September 2012 at 8:40 am
    Reply

    Esatto!!

Anonimo
26 September 2012 at 8:06 am
Reply

ti leggo sempre e commento poche volte ma oggi è stato veramente un bel post. io non ho mai vissuto all'estero per tanto tempo e quindi non mi posso esprimere in tal senso, comunque nelle tue parole malgrado tutto ho ritrovato una infinita nostalgia e un pelino di tristezza. buona giornata roberta



    Live from here
    26 September 2012 at 8:42 am
    Reply

    Ti ringrazio!
    Sì, c'è un po' di nostalgia. C'era anche all'inizio, ma allora l'eccitazione per la novità di vivere all'estero la sovrastava. Ora mi sono abituata a stare qui e anche se continuo ad amare questa città e a non volermene andare, ogni tanto la nostalgia si fa sentire.

giul
26 September 2012 at 5:36 pm
Reply

Che bel post, mi ci sono identificata, a parte per il caffé che a me piace espresso per cui davanti a un caffé italiano mi comporto nello stesso modo che davanti a un pezzo di focaccia, e per la pizza a colazione; ormai non lo faccio più. E ho riso decisamente parecchio (tanto che il marito mi ha chiesto che cosa leggevo di bello… ma lui non può capire).



Anonimo
26 September 2012 at 7:16 pm
Reply

Ciao Piperpenny! Ti seguo da un po' e mi piace molto quello che scrivi e come lo scrivi. Anch'io vivo in Germania -da 10 lunghi anni, uhhh!- e trovo che questo post colga proprio nel segno! L'ultima volta che sono stata in patria, avendo solo poche ore a disposizione per godermi un po' di prelibatezze, ho pasteggiato a cappuccino e tramezzino. Ecco li' ho rischiato davvero il ritiro immediato della carta di identita' italiana…
Valentina



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