La mia amica (e cappellaia matta) Vale è una fan dello scrittore (e premio Nobel per la letteratura) Gabriel García Márquez e sta cercando di convertire il resto del mondo a questo culto… Nemmeno io sono riuscita a sottrarmi alle sue grinfie! 😉
Scherzi a parte, per il mio compleanno mi ha regalato un libro di cui avevamo parlato e che mi era venuta una gran voglia di leggere: “L’amore ai tempi del colera“.
L’immagine è la copertina del mio libro copiata con lo scanner. Immagino che appartenga ad Oscar Mondadori, se l’hanno usata per il libro. |
Vorrei iniziare la mia recensione con una banalità sconcertante (non ho mai detto di essere una particolarmente originale, eh): García Márquez non ha vinto un premio Nobel per niente (ma va!). E questo risulta lampante fin dalle primissime righe.
Il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere questo libro è sorprendente. Il secondo è inusuale.
È una storia d’amore, cosa c’è di più scritto e riscritto (e cantato, recitato, rimato) di una storia d’amore nella cultura mondiale? Ogni storia d’amore è diversa e uguale alle altre. Eppure secondo me questa è un po’ più diversa… Ha un punto di vista così particolare che ti tiene legato fino all’ultima sillaba.
D’altronde, un amore infinito e capace di aspettare per “cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese” ti tiene legato alla storia per forza di cose…
È un romanzo atipico sì, ma pieno comunque di sentimenti: amore, speranza, fiducia, attesa, dolore, delusioni, passione e… ottimismo. A me quest’ultima sembra una caratteristica tutto sommato non così scontata in una storia d’amore, nè altrove a ben pensarci.
E soprattutto, credo sia la domanda che tutti ci siamo fatti almeno una volta “l’amore può durare per sempre?” a tenerci col fiato sospeso. E anche il dubbio se dopo una vita, dopo essere cambiati, dopo essere diventati altri, ci si possa scoprire innamorati come da giovani o se sia impossibile.
Ti ritrovi a sperarlo con tutto il cuore, perché alla fine è questo l’amore che vorresti ricevere: quell’amore eterno, che attraversa e sopporta tutto senza mai cedere. Ma è possibile? Eh.
E poi la prosa, ah la prosa! Ti perdi in certe frasi, in certe parole, in certe descrizioni…
(Posso consigliare la lettura di questo libro all’autrice delle 50 sfumature?)
Nel mio caso specifico, poi, l’ambientazione in un posto lontano, a me sconosciuto e pure un po’ esotico, rende l’esperienza ancora più affascinante. Neanche a dirlo, ero credo a pagina 3 quando ho iniziato la mia ricerca sui luoghi in cui si svolge la vicenda.
A quanto pare la città della Colombia in cui si svolge la storia narrata in “L’amore ai tempi del colera” (e che non viene mai nominata apertamente nel libro) è Cartagena. Mi è bastato un veloce giro su Google immagini per cogliere la bellezza di questa città e per capire che è un posto che nella mia vita dovrò assolutamente visitare.
Come faccio con tutti i libri che mi piacciono sul serio, ho centellinato anche questo, rileggendo le frasi più belle diverse volte, tornando indietro per rivivere certi passaggi e non volendo leggere troppo in fretta per paura di finire troppo presto (ok ad essere onesta, alcuni passaggi e digressioni un po’ troppo “lente” hanno aiutato a non andare troppo veloce).
E quando finisce ti lascia felice, ma anche in qualche modo vagamente deluso.
Sopratutto fa considerare amaramente come, al giorno d’oggi, un amore così probabilmente non sarebbe possibile…
Del 2007 è invece l’adattamento cinematografico per la regia di Mike Newell in cui i protagonisti sono impersonati da Giovanna Mezzogiorno e Javier Bardem.
Ammetto che il cast e le ambientazioni mi attirano moltissimo, ma che io non rimanga delusa dalla versione su pellicola di un libro che mi è piaciuto, è evento piuttosto raro per la verità, sicché ammetto di essere un po’ titubante.
Qualcuno l’ha visto?
Se state cercando un nuovo libro da leggere, io non posso che consigliarvelo (tenete conto però che questa recensione si basa solo ed esclusivamente sui miei gusti personali, che non coincidono per forza con i vostri…).
Per chi invece l’ha già letto: cosa ne pensate? Condividete la mia visione o avete un’opinione diversa?
7 Comments
Cent'anni di solitudine e' il mio libro preferitissimo in assoluto, letto e riletto e ogni volta in grado di appassionarmi fino alla fine. Se non lo hai letto- consigliatissimo. L'amore ai tempi del colera viene quasi subito dopo e mi ritrovo nelle parole che hai usato per recensirlo.
Il film e' un po' meh- da vedere ma come al solito non sara bello neanche un decimo rispetto al libro. Se lo guardi senza expectations, non ti deludera (troppo).
Infine, altro libro dell'autore che ti consiglio, e' cronaca di una morte annunciata- ti tiene sul filo fino all'ultimo.
Allora!!!
Per la TERZA VOLTA riprovo a lasciare il mio commento, che Dio ce la mandi buona: DUNQUE DICEVO.
Ho letto solo "Cent'anni di solitudine" e lo ammetto con un po' di vergogna, ma è pur sempre meglio di niente. Te lo consiglio anch'io.
Mi piacerebbe rimediare ma temo che provare a leggermelo in formato digitale sull'AiFon (4s, poi, mica quello nuovo, che almeno avrebbe lo schermo leggermente più grande) finirebbe per accecarmi del tutto, e già sono abbastanza Signorina Carlo di mio. Sicché, vista l'inopia attuale che m'impedisce di munirmi anche dell'AiPad: ma il Kindle legge pure i femminili italiani? Perché nel caso, magari, a Natale potrei mettermi a piangere miseria e chissà che qualcuno non s'impietosisce.
Ciao! io non ho letto il libro! Ma ho visto il film! Secondo me non è brutto! Per esperienza personale però…credo che in ogni caso il libro sia sempre la cosa migliore! Invece volevo chiederti, visto che ho gia visto il film qualche anno fa, mi consigli di leggere il libro? Grazie mille Elena
Anche io sono stata convertita dalla stessa persona (strano!)e condivido ogni parola di quanto scrivi.. Prossimo viaggetto insieme (ho ferie a febbraio e giugno, lo sapevate? 🙂 a Cartagena, con acquisto di copricapo colombiano-caraibico incluso. Bacio
Ciao! Concordo con quello che é stato detto su "100 anni di solitudine". Assolutamente da leggere subito 😉 Io ho letto "L'amore ai tempi di colera" e ho visto anche il film. Ovviamente, il libro é sempre più bello, ma vale la pena di vedere anche il film. Io l'ho trovato abbastanza fedele al libro e mi é piaciuto tanto. Buona visione e buona lettura! Saluti. Vera.
Dunque, andiamo con ordine:
anche io ho letto il libro e lo ritengo, come dire, meraviglioso.
Contravvenendo poi alla più ferrea delle mie regole (MAI GUARDARE IL FILM DI CUI S'è LETTO IL LIBRO), andai al cinema a vederlo.
Beh, ti dirò, ambientazioni e Bardèm meritano.
La Mezzogiorno no.
Mi dispiace ma è un'attrice che non mi piace e non mi piace per un unico motivo: è sempre uguale, qualsiasi ruolo interpreti. Il che, per un attore, credo sia micidiale.
Anche in questo film, lei è esattamente come nell'Ultimo bacio di Muccino: nervosa, scattosa, isterica. Che cavolo un po' di interpretazione, un minimo di immedesimazione col personaggio.
Invece no: qualsiasi ruolo interpreti a me ricorda sempre la donna tradita e incazzosa del film di Muccino. E' un peccato perché non risulta credibile.
Se però, tu la pensi diversamente sulla Mezzogiorno, allora guardalo il film. Merita.
L'ho letto qualche mese fa e, come immaginavo, mi è piaciuto tantissimo. Gabriel García-Márquez è uno scrittore che, fin'ora, non mi ha mai delusa. Hai letto altri libri suoi?