Ho preso in mano questo libro mentre ero in vacanza in Italia e volevo fare scorta di libri in italiano per i mesi successivi (che poi mi lascio sempre un po’ troppo prendere la mano e mi servirebbe una valigia solo per i libri, ma questo è un altro discorso).
Non ne avevo ancora sentito parlare, non avevo letto recensioni in proposito, non ne sapevo nulla. L’ho visto e, incuriosita dal titolo e dalla copertina, l’ho comprato.
Questo libro non è affatto come mi aspettavo che fosse.
Voglio dire, con un titolo del genere, mi sarei aspettata una storia tipo “L’usignolo di Mosul”. Per intenderci: ragazza sveglia, intelligente e coraggiosa, ma che vive in un Paese dove le donne hanno meno diritti, sogna una vita “all’occidentale” in cui poter studiare, uscire con gli amici, frequentare l’università, lavorare, eccetera.
Invece no, non lo è. Assolutamente.
“La donna che leggeva troppo” di Bahiyyih Nakhjavani è un libro diverso. Scusate la banalità, ma non mi viene aggettivo migliore.
E’ certo un libro sulla condizione delle donne nel Medio Oriente (benchè le vicende narrate, che in parte sono storiche, avvengano in realtà in Persia più di un secolo fa), ma non solo. E soprattutto non è visto dalla solita ottica occidentale. Finalmente.
Quella mediorientale è una cultura che generalmente tentiamo di interpretare con i nostri occhi di occidentali, di donne che nel corso della storia dei loro Paesi hanno potuto acquisire certi diritti e una certa consapevolezza.
Questo libro invece è interessante perché offre uno spaccato genuino su una società ed un modo di pensare che sono molto lontani dalla nostra cultura. Ci aiuta a conoscere la situazione della donna in una società che non è cambiata negli ultimi secoli. Ed è una realtà che per noi spesso è difficile da comprendere.
Mettersi nei panni dell’altro anziché giudicarlo da un punto di vista incompatibile con la sua situazione, è una cosa molto difficile da fare e in effetti si verifica raramente.
Secondo me libri come questo possono aiutare la reciproca tolleranza e comprensione.
Poi la storia e la scrittura, nello specifico, possono piacere o meno.
Nel caso di questo libro la narrazione nella prima parte è in effetti un po’ lenta e appesantita dalla necessità di inquadrare i fatti storici da diverse angolazioni. Nella seconda parte però si alleggerisce e si fa più coinvolgente. L’ultima sezione è quella che mi è piaciuta di più e che – a mio avviso – è la più interessante e avvincente. Vale la pena arrivare fino in fondo.
Come al solito non voglio dire di più, perché se c’è una cosa che odio è quanto mi rovinano una lettura (o la visione di un film) raccontandomi troppo. Un libro va gustato scoprendolo da sè.
L’unica cosa che posso dire è che è molto interessante.
Voi l’avete letto? Ne avete già sentito parlare? Pareri?
2 Comments
ciao! non l'ho letto, ma dopo il tuo post lo comprerò di sicuro: è difficile (se non impossibile) trovare libri che non partano dal punto di vista occidentale.
Buon fine settimana!
Ottima idea per Natale. Stavo proprio pensando cosa farmi regalare da mio fratello e questo libro mi sembra veramente interessante.
Maria