Ormai nella moda non si può più parlare di regole. È stato sdoganato tutto e il contrario di tutto.
Prima Armani che porta l’abbinamento di blu scuro e nero da out a chic (e per me tutto ciò che fa re Giorgio va bene), poi il bianco in inverno che passa da tabù a must, e infine il color block tanto amato dalle fashion blogger, ci fanno capire come nella moda i diktat siano ormai storia vecchia – così come la lingua italiana direi, a naso…
In effetti, molte delle regole tanto amate dalle nostre nonne, come quella che dopo una certa età è vietato indossare gonne corte, nel 2013 fanno effettivamente un po’ ridere. Se avete “una certa età” (qualsiasi cosa questo voglia dire) e il fisico per sfoggiare una mini, fatelo! Il problema – se mai – sono le modalità con cui sfoggiarla ( tipo: dove e quando), che a quanto pare non sono sempre chiare a tutti.
Sì perché i divieti sartoriali saranno anche sorpassati, esprimere se stessi è di sicuro sacrosanto (io sono assolutamente una fan dell’espressione della propria personalità attraverso la moda), ma a tutto c’è un limite, che si può riassumere in due parametri: il buonsenso e il rispetto.
1. Il buonsenso: potete anche avere le gambe per permettervi d’indossare degli shorts cortissimi, ma è chiaro che se lo fate al lavoro, potete anche essere le persone più competenti del mondo, ma nessuno vi prenderà sul serio. Purtroppo è questa la realtà. In qualsiasi situazione, è pura utopia pensare di essere valutati solo per le proprie capacità: l’aspetto ha un grosso peso, soprattutto se chi avete di fronte non vi conosce molto – o per niente.
Inoltre, se indossate suddetti shorts in un’occasione non estremamente casual (tipo al mare), potrete anche aver vinto un premio Nobel per la letteratura, ma le persone con cui parlerete probabilmente non lo sapranno mai, perché passeranno il tempo a chiedersi cosa cavolo vi è saltato in testa per indossare certe cose in quell’occasione, anzichè ascoltare cosa state dicendo.
2. Il rispetto: ci sono persone, per esempio, che non amano l’abbigliamento formale, sono spiriti liberi e non si sentono a loro agio in abiti che non li rispecchiano completamente. Pur essendo d’accordo che esprimere se stessi è importantissimo, ci sono occcasioni dove non rispettare certe regole è semplicemente una mancanza di rispetto. Un esempio classico sono le cerimonie religiose. Battesimi, matrimoni, comunioni e quant’altro sono cerimonie che richedono un abbigliamento formale. Quindi NO ad abiti sportivi o casual, assolutamente no a jeans e scarpe da ginnastica. In nessunissimo caso, mi dipiace. Se siete invitati ad un matrimonio/battesimo e non potete fare lo sforzo di vestirvi eleganti per rispetto ai festeggiati, allora tanto vale non andarci.
E poi ricordiamoci che nei luoghi di culto ci si deve coprire!! Non vale mica solo per le moschee! Anche nelle chiese, di qualunque orientamento, e nei templi di tutti i tipi è vietato entrare troppo svestiti. È una questione di rispetto, appunto.
Ora voi penserete che queste note siano scontate, eh lo pensavo pure io, eppure mi è capitato anche abbastanza recentemente di vedere qualcuno in jeans ad un matrimonio. Inoltre a maggio in Malesia ho visto una ragazza americana tentare di entrare in minigonna e micro canottierina in un tempio buddista e rimanere stupitissima quando le hanno detto che così non poteva entrare. Un genio. Nei luoghi religiosi ci si deve coprire.
Anche nel caso di matrimoni non religiosi, comunque, c’è del rispetto da dimostrare: nei confronti degli sposi quantomeno.
Insomma, in poche parole quello che voglio dire è che esprimere se stessi attraverso l’abbigliamento è giustissimo, ma nei limiti della situazione e del buonsenso. E rispettare le situazioni non vuol certo dire esprimersi di meno!
Le persone più stilose al mondo sono quelle che sono sempre loro stesse, hanno uno stile personale ben definito, ma non risultano fuori posto in nessuna occasione.
È una cosa per pochi, mi rendo conto, e io non credo di fare parte del club, ma vi assicuro che osservare chi ci riesce – ed esercitarsi – porta risultati ragguardevoli.
Perché tutto questo preambolo? Perché, come sapete, in questo momento mi trovo in Brasile per un matrimonio e mi è venuto in mente che la stagione dei matrimoni sta per aprirsi anche nella nostra fetta di mondo, quindi forse vale la pena ripassare alcune regole, perché di vedere certi orrori proprio non se ne può più.
Questa era la decorazione dietro le sedie mia e di piper-marito il giorno del nostro matrimonio. |
Iniziamo con i “don’t”, ossia i no, le cose da non fare mai:
– Innanzitutto, che i due colori da non indossare mai e in nessun caso ai matrimoni sono il nero e il bianco lo sanno anche i sassi (accessori esclusi, s’intende). Ma, se ci pensate un secondo, vi renderete conto anche da soli che la definizione di bianco deve includere anche le tonalità ad esso troppo simili, per evitare di rubare la scena alla sposa (nulla di più brutto): avorio, panna, cipria chiarissimo, polvere, ecrù… NO.
Se poi scegliete queste tonalità per un vestito lungo, potete tranquillamente presentarvi anche con velo e bouquet. No sul serio: non azzardatevi.
Lasciate perdere questa famiglia di colori e virate sulle tonalità pastello. Certo, può capitare che una sposa si vesta di rosa – come metà delle ospiti, visto che, come tutti i pastelli, è un colore molto gettonato ai matrimoni – ma a quel punto il problema è decisamente suo, non vostro (a meno che non abbia informato tutti della sua scelta preventivamente, chiedendo quindi di evitare un certo colore, nel qual caso dovete rispettare il suo desiderio).
– Riguardo al nero, mi capita di sentir dire che ormai è stato sdoganato ai matrimoni serali e/o invernali. Io non credo proprio per nulla che, solo perché una cosa ormai la fanno tutti, allora sia giusta. Ormai anche le veline diventano ministri, per dire, eppure non ci vedo nulla di positivo in questo.
Per me il nero ai matrimoni resta un no in ogni caso.
Se proprio dovete vestirvi di scuro, meglio allora un blu navy o un grigio scuro, entrambi splendidi. Il nero alle cerimonie è per i funerali.
(Attenzione, questo NON vale per la Germania, dove questa distinzione non esiste e il nero ai matrimoni è accettato senza problemi)
Il mio bouquet quando mi sono sposata. |
E ora i sì:
– Sì a tutte le tonalità pastello (dal rosa all’azzurro, dal pesca al canarino) e, se i vostri colori fisici lo permettono, anche nuances più accese come turchese, blu oltremare, corallo, arancio, rosso, verde smeraldo, ottanio… Da smorzare magari tramite gli accessori.
– Ecco, gli accessori: pensateli. Anche in questo caso il buonsenso aiuta, come in tutto.
Se il rinfresco sarà in piedi in un giardino, per dire, magari i tacchi sottilissimi evitateli: sul pavimento di casa vi faranno anche sentire fighe, ma vi assicuro che non lo sembrerete più tanto, quando camminerete come nonna papera perchè vi faranno affondare nel terreno – senza contare che li rovinereste parecchio. Nemmeno camminare solo sulle punte per non sprofondare, stile stambecco, è particolarmente stiloso. In questo caso meglio un tacco più largo o, meglio ancora, una zeppa (ne esistono ormai di molto eleganti, non più solo quelle di sughero “da mare”).
– Le borse. Matrimonio = occasione elegante = NO borse stile “vado a fare la spesa”. La borsa deve essere piccola ed elegante. Non per forza coordinata cromaticamente al vestito o alle scarpe, ma di sicuro coordinata come stile: se indossate un abitino romantico e impalpabile, una pochette rock piena di borchie ci starà come i cavoli a merenda.
Le clutch bag sono ideali, ma tenete presente che se il rinfresco sarà in piedi e non avrete quindi un posto per appoggiarla accanto a voi, dovrete sincerarvi che abbia un’asola per appenderla al polso o una catenella per la spalla. Altrimenti sarà un incubo.
– Sì, se lo desiderate, anche a tutti quei dettagli romantici che nell’abbigliamento quotidiano si evitano per non sembrare Candy Candy (stampe a fiori zuccherose, rouches, volant, balze, pizzi…)(ecco, magari NON tutti assieme). È un matrimonio, quindi il momento giusto per tirare fuori il proprio lato romantico!
La nostra torta nuziale. |
Se avete qualche consiglio da aggiungere, siete i benvenuti!
E ora sono curiosa: vi è già capitato di vedere dei veri e propri orrori sofggiati dagli invitati ad un matrimonio?
3 Comments
Ho sempre paura di essere "stonata" ad una cerimonia… Nn so mai cosa indossare! Cmq sono d'accordissimo su tutto quello che dici nel post, sono i diktat ai quali cerco di attenermi anch'io… Anche se ammetto di aver indossato il nero ai matrimoni (opssss!)… Ma ti assicuro di aver visto di peggio, la stragrande maggioranza dei matrimoni ai quali ho partecipato nn aveva certo i pregi dell'eleganza e della misura (spose comprese)… In romano queste cerimonie così kitsch mi piace chiamarle "la fiera della burinaggine" ed ogni volta che devo partecipare mi viene il mal di stomaco (e nn è un modo di dire…)
Confesso che anche a me è successo di vestirmi di nero a un paio di matrimoni… avendo un fisico un po' difficile è stato più che altro un modo per mimetizzarmi! Comunque si vedono di quegli orrori in giro… gente mezza nuda in chiesa (spose comprese, terribile!!!), paillettes come se piovesse, borse da Mary Poppins e chi più ne ha più ne metta… anche per questo mi piace andare ai matrimoni, per prendere spunto su cosa NON indossare!
Purtroppo mi accodo anch'io e confesso di aver indossato il tubino nero a un matrimonio! In quel periodo era l'unica cosa che mi vedevo bene addosso ma oggi non lo farei più! A settembre si sposa mia sorella e sto già pensando a cosa mettermi!