Jamie Ford l’ha fatto di nuovo.
Un romanzo di quelli che ti avviluppano dalla prima riga e non ti lasciano più. Quelli che non riesci a mettere giù e ad un certo punto ti rendi conto che è notte fonde e tu stai ancora leggendo.
Non mi aspettavo altro da questo che posso ormai definire uno dei miei autori preferiti, dopo aver letto il suo “il gusto proibito dello zenzero”, che ho amato moltissimo.
Ecco, forse l’ho amato più di questo.
Intendiamoci: anche questo romanzo è scritto in modo magistrale, la storia è coinvolgente e l’ambientazione deliziosamente vintage e il mio giudizio finale è che mi è piaciuto immensamente.
Anche qui ci sono forti cenni storici che danno profondità e inquadratura alle vicende. Anche qui i sentimenti dei personaggi si mescolano con lo spirito dell’epoca e della città in cui si muovono, una Seattle descritta sempre in modo impeccabile, tanto che si ha quasi la sensazione di vederla tra le pagine del libro.
Anche il tema della crisi e quello della violenza sulle donne sono molto attuali, trovo.
Però, mentre trovo che il primo libro fosse una storia così tremendamente verosimile e semplice, che sarebbe potuta traqnuillamente passare per vera, quasi fosse un documento storico, in questo secondo romanzo, invece, la storia è molto più romanzata e drammatica.
Un bambino cinese cresciuto in orfanotrofio durante la grande depressione in America, una madre che si credeva morta, una ragazza che rimane sola a doversi difendere contro le infinite difficoltà che la vita le para davanti, un sogno che si insegue da una vita e che, forse, quando si realizza porta con sé del retrogusto amaro, innumerevoli colpi di scena e flashback… Sono certo tutti elementi che rendono la storia interessante, tengono col fiato sospeso, tengono incollati alle pagine, ma – a mio avviso – contribuiscono anche un poco a limitare quella che può essere l’immedesimazione nei personaggi.
Per assurdo, mi ero immedesimata di più nel ragazzino del primo romanzo, piuttosto che nella giovane donna di questo secondo.
Attenzione, stiamo comunque parlando di sottigliezze, del classico pelo nell’uovo: questo resta comunque un libro stupendo, di certo uno dei migliori che ho letto ultimamente.
E comunque in questo romanzo non c’è solo disperazione, difficoltà e dolore, c’è anche – e soprattutto – speranza incrollabile, amore indistruttibile, fiducia nei sogni, realizzazione.
Come sempre nelle mie recensioni, non parlo della trama: non mi piace quando mi raccontano la trama di un libro, preferisco scoprirlo da me, piano piano.
Posso solo dirvi: leggetelo, perché vale la pena.
(Tra l’altro credo stia per uscire la versione tascabile – che io preferisco – perché se non erro in America è appena uscita. Approfittatene.)
Consigliato!
4 Comments
letto! bellissimo! anche "lo zenzero" mi è piaciuto 😉 due storie diverse ma ugualmente belle e ben raccontate =)
Mi hai incuriosita…fra 2 settimane saro' a Roma e spero di trovare il libro. Baci Maria
La versione "iPad" è ancora più comoda e leggera. Anch'io ho preferito il primo!
me l'hanno regalato ma sono ancora in attesa di terminare "La notte ha cambiato rumore". Vista la recensione positiva sarà sicuramente il mio prossimo libro!