Dopo le prime impressioni, le cose da vedere nella medina e piazza Jemaa el Fna, ecco una delle esperienze che più mi sono piaciute del mio viaggio a Marrakech: la visita – e lo shopping – nei souq.
Trattasi sostanzialmente di centinaia di piccoli vicoli labirintici, stipati all’inverosimile di piccoli (o in alcuni casi grandi) negozi che vendono merci tipiche di svariati tipi. In alcune zone i souq sono divisi per genere (quelli dove vengono lavorate le pelli, o il metallo o dove vengono tinte le stoffe o intrecciate le borse di paglia, per esempio), in altri ogni negozietto vende cose diverse, è comunque una scoperta continua.
Più ci si addentra nei vicoli, lasciando la zona più turistica, più spuntano piccole botteghe a ratigiani, piuttosto che negozi.
Avevo letto su più fonti che navigare i souq è ardua impresa, che serve una mappa o meglio ancora una guida. Non so, ma a me non è sembrato. Eravamo in quattro e abbiamo attraversato la zona dei souq riuscendo a raggiungere senza problemi il Musée de Marrakech, la Madrasa Ben Youssef e a tornare indietro alla piazza Jemaa el Fna senza mappa e senza guida. Non abbiamo fatto nulla di particolare, abbiamo passeggiato tra i vicoli andando nella direzione generale del museo, ogni tanto ai bivi o se non eravamo sicuri chiedevamo a qualche negoziante e non ci siamo persi nemmeno una volta. Anzi, l’ultimo giorno siamo riusciti a ritrovare dei negozi dove eravamo già stati e dove volevamo comprare anora un po’ di cosine. Non che sia stato facilissimo, ma ci siamo riusciti (ed era sera).
Ora, io non so se siamo noi ad avere un senso dell’orientamento particolarmente acuto (se è così, non l’ho mai saputo), ma non mi è sembrata questa impresa titanica. Poi magari abbiamo solo avuto tanta fortuna, ma secondo me ce la si fa benissimo da soli. Ho la sensazione che questa idea che districarsi tra i vicoli dei souq è impossibile si sia così diffusa, che molti la prendono per buona senza nemmeno provare a fare da soli (magari mi sbaglio eh).
La cosa positiva del non avere una guida, poi, è che potete fermarvi dove volete, senza nessuno che cerchi di portarvi nei negozi dei suoi parenti o amici, spacciandoveli come i migliori della città (poi magari lo sono pure, ma io preferisco scegliere da sola)(pare sia noto che le guide facciano così, anche se non ne ho esperienza diretta).
Inoltre uno degli avvertimenti che ho letto su molte guide e siti è di non fidarvi di chi vi avvicina per strada o in piazza, proponendovi di farvi da guida nei souq. Se proprio preferite averne una, chiedete al vostro hotel o riad. E se succede qualcosa, andate alla polizia turistica, c’è una stazione nella piazza principale.
Detto questo, noi non ci siamo mai mai mai sentiti poco sicuri nei souq, né di giorno né di notte, anzi abbiamo trovato quasi sempre gente gentile e solare, con l’occasionale burbero e/o maleducato, ma tutto nella norma.
Su quattro giorni abbiamo visto un solo portafoglio rubato (da un ragazzino ad un signore olandese, credo), quindi vi raccomando di tenere le vostre cose al sicuro e di portare solo borse che si chiudano con la cerniera (no zaini con la chiusura dietro).
Se state un minimo attenti, non dovrebbe succedervi nulla, anzi.
Riguardo alle merci, anche qui ci sono alcuni stand che vendono plasticacce made in China, ma sono facilmente evitabili. Merce contraffatta – a differenza di Istanbul – ne ho vista pochissima.
La maggior parte delle cose in vendita qui sono prodotti tipici, generalmente prodotti lì nelle botteghe o nelle vicinanze.
Alcune cose deliziose che si trovano nei souq sono: ceramiche decorate a mano, pouff di pelle o stoffa, tappeti, sciarpe impalpabili, pashmine più pesanti, borse, borsoni e altri articoli di pelle, babbucce colorate o ricamate, collane di seta, gioielli vari – soprattutto berberi, spezie, té e altre erbe, lampade meravigliose, servizi da té marocchini, prodotti a base di olio di Argan (che qui usano davvero per fare tutto, anche cucinare e condire l’insalata), ciondoli di tutte le grandezze raffiguranti la Mano di Fatima, harem pants e altri vestiti tipici… Potrei anche non fermarmi mai.
La cosa da ricordare quando fate acquisti è che qui contrattare è regola imprescindibile, ma è molto importante farlo in modo gentile e sempre col sorriso.
Se vi piace qualcosa, chiedete il prezzo, ma ricordate che la risposta sarà molto più alta del reale. Rilanciate con un prezzo più basso, ma sappiate che non sarà la cifra che pageherete: dopo varie trattative, ci si incontra da qualche parte nel mezzo. Se il prezzo è già molto piccolo in partenza, onestamente io non mi prendo nemmeno la briga di trattare (es: ho comprato un guanto come quello che ho usato qui all’hammam per 1€, cosa ci sarebbe stato da trattare?). E soprattutto ricordate (visto che si rischia di lasciarsi prendere la mano): quella che per voi è una differenza di pochi euro, per chi vive in posti meno fortunati vuol dire molto di più. Se vi avvicinate ad un prezzo con cui potete convivere, pagate e basta, senza voler “vincere” a tutti i costi. (Consiglio mio eh, poi per carità, ognuno faccia quel che vuole in base alla propria sensibilità)
Un altro consiglio, tra le merci colorate e deliziose, ogni tanto ricordatevi di guardarvi attorno: spesso all’improvviso tra due vicoli spuntano archi decorati, portoni suggestivi, angolini deliziosi…
E, per finire, ecco i miei acquisti:
Nella foto non è raffigurato l’olio di argan, che ho già regalato a piper-madre. E un ciondolo a forma di Mano di Fatima, che mi sono scordata di mettere qui in mezzo. |
Harem pants di cotone (sono quelli di questo post), collane di seta che onestamente avrei comprato in ogni colore, un piatto di ceramica decorato a mano, curcuma, té alla menta, degli orecchini etnici e una pashmina decorata. Ma, onestamente, avrei potuto comprare molto, ma molto molto di più. Per esempio ci sarebbe piaciuto imensamente portarci a casa una lampada di quelle di metallo traforato che sembra pizzo, E io avrei adorato un puff di pelle, ma purtroppo volando con Easyjet il bagaglio a mano ci ha consentito solo degli acquisti minimi. Ho già deciso che la prossima volta volerò con Lufthansa e mi porterò due valigie giganti, vi avviso.
(Nota: ero venuta a Marrakech con l’intenzione di portarmi a casa dei gioielli berberi e di negozietti che ne vendevano ne ho trovati diversi… e sono anche molto belli… però non so, alla fine mi sembravano “troppo” per quello che è il mio stile, quindi alla fine ho lasciato perdere, perché non credo poi li avrei indossati. Se voi siete più decisi di me, troverete tanta scelta, ma ricordatevi che i prezzi non sono proprio bassissimi…)
Alla prossima puntata!
6 Comments
Sono delle cose veramente belle, soprattutto il piatto mi e' piaciuto molto Baci Maria
I souq sono veramente affascinanti…la cosa che mi ha colpito di più sono le lanterne, sarebbe bello averle fuori sul terrazzo. Le spezie e le stoffe poi, davvero una gioia per gli occhi. Hai ragione a dire che è facile farsi prendere la mano perchè solo vedendo le foto mi è venuta voglia di comprare una pashmina.
Buona giornata Ersy
Tutto estremamente affascinante…che angolini deliziosi hai trovato!!! Carinissimi i tuoi acquisti-buon pomeriggio,Francy
Che meraviglia l'architettura arabo andalusa *-* Ho il piatto uguale spiccicato al tuo, regalo della moglie marocchina di mio cugino…è perfetto per servire il cous cous. Le babbucce stanno bene giusto in esposizione nel suq, indossate le trovo orribili, in compenso avrei depredato i negozietti di lampade, sono una più bella dell'altra 🙂
M.
Che bello dev'essere girare per queste botteghe… quanti colori, profumi, particolari da ammirare!
p.s.= bellissimo il piatto di ceramica!
quella pashminaaaaaaa…..e quelle collane!!!! belle! e il piatto??? spettacolo, davvero bellissime cose hai comprato!!! brava =) Gio