Le mie regole di base per fare i bagagli in modo furbo sono nella sezione “suitcase”. I capisaldi sono: portare meno cose possibili per viaggiare leggeri, portare capi multiuso e abbinabili tra loro per ottimizzare spazio e peso a vere una valigia funzionale, preferire comodità e praticità tenendo un occhio sullo stile…
Detto questo, ogni valigia è un mondo a sé e varia da viaggio a viaggio in base alla meta, ai programmi e alle necessità.
Io sono appena partita per un viaggio che metterà insieme città, templi nella natura e spiaggia. Questi casi sono i più complicati perché far funzionare gli stessi vestiti per esigenze diverse è una bella sfida, ma non è impossibile. Certo, andranno portate un paio di cose in più per le diverse situazioni, ma è comunque possibile riciclare diversi capi e partire leggeri… lasciando spazio per gli acquisti! 😉
Cominciamo, quindi dalla prima meta di questo viaggio: Bangkok.
– Innanzitutto, quando visito una città io cammino tantissimo, quindi delle scarpe comode sono assolutamente imprescindibili. Normalmente se si tratta di un posto caldo, punto sulle mie fedeli Birkenstock, che forse non sono bellissime, ma che per viaggiare e camminare molto sono davvero ideali. La grosse metropoli dell’asia, però, non sono (come ho avuto modo di imparare) tra i posti più puliti al mondo (fatta eccezione per Singapore), quindi in questo caso ho preferito delle scarpe comode sì ma anche chiuse. Visto che fa comunque molto caldo, ho scelto un paio di Onitsuka Tiger (viste qui) che oltre ad essere comodissime, sono anche particolarmente leggere (sia di peso che di tessuto) e sopra sono anche finemente traforate così da far respirare il piede, cosa, questa, importantissima: quando ho girato tutta Kuala Lumpur con le Nike mi sono letteralmente bolliti i piedi e non rifarò quell’errore.
– Un’altra cosa molto importante: nei templi buddisti di Bangkok non si può entrare con shorts, canottiere o abitini. In generale girare per la città molto poco vestiti qui non è assolutamente un problema, lo è solo per entrare nei templi. Se si è vestiti così e si vuole visitare un tempio, si è obbligati a noleggiare un sarong all’ingresso. Prezzo a parte, che credo sia basso, l’idea di avvolgermi in una cosa in cui hanno sudato centinaia di turisti prima di me non mi alletta particolarmente. Dal momento che la stragrande maggioranza dei siti di interesse a Bangkok sono templi, mi sembra inutile indossare shorts e canotte e passare il tempo a noleggiare sarong. Per questa parte del viaggio, quindi, ho previsto solo harem pants che coprono la gamba fino a metà popaccio lasciando comunque respirare la pelle visto l’ampiezza (e la scelta di materiali non troppo sintetici). Inoltre niente canotte (che, come shorts e abitini, riserverò alla seconda parte del viaggio), ma solo magliette a mezze maniche.
– In borsa, inoltre, terrò – come sempre quando viaggio – una pashmina nel caso in cui le mie t-shirt vengano ritenute troppo scollate o can la manica troppo corta all’ingresso di qualche tempio. E anche nel caso di improvvisi colpi di aria condizionata a -20°C in negozi, ristoranti o spa, come solitamente amano fare nei posti molto caldi, assicurando così un bel raffreddore o una corsa disperata al bagno a chiunqe entri.
– Parlando di borse, in viaggio a me piace che siano capienti abbastanza da contenere ciò che mi serve durante la giornata (guida, cartina, fazzoletti, pashmina, macchina fotografica, occhiali da sole e acqua)(MAI bere l’acqua del rubinetto in questi paesi, nemmeno se avete fatto tutti i vari vaccini), ma non troppo capienti, altrimenti va a finire che le riempio troppo e poi mi devo trascinare addosso tutto quel peso in giro per la città. Spesso scelgo la mia Longchamp, che è leggera, fatta di un materiale molto resistente e lavabile ed è anche ripiegabile quando non mi serve, occupando pochissimo spazio. Questa volta, però, ho in programma di scalare il tempio Wat Arun (l’unico dove ciò sia permesso), quindi ho optato per una borsa a tracolla per avere le mani libere. Adoro la mia Liebeskind, marchio amburghese. Le tasche anteriori e quelle interne facilitano notevolmente la vita, quando si è in viaggio.
– Ancora un’importante cosa da sapere: in Thailandia per i turisti è obbligatorio avere sempre con sé Il passaporto originale. Non bastano le fotocopie (si sono verificati casi di turisti arrestati perché non in possesso di documento valido). La cosa non è particolarmente ideale, visto che se si perde il passaporto o si viene scippati della borsa, è un gran casino proseguire il viaggio e tornare a casa. Io, infatti, di solito lo lascio nel safe dell’hotel. Ma è la legge.
– Gli occhiali da sole e la protezione solare (alta!) sono cose ovvie. Credo anche di aver già scritto che per questo tipo di viaggi (in città calde e soleggiate, ma dove si va in giro vestiti e si cammina/suda molto) la crema ideale è la “dry touch” di Biotherm: è spry, si assorbe super in fretta e lascia “asciutti”, quindi non unge i vestiti e non infastidisce mentre si visita la città. Le creme più corpose e unte le riservo per la spiaggia.
Per la prossima tappa del viaggio e quello che ho messo in valigia, al prossimo post.
6 Comments
Cara Chiara, ti invidio tantissimo. Sono tornata una decina di giorni fa proprio dalla Thailandia, la cui gente mi è rimasta nel cuore!
Buon viaggio!!
Come al solito ottimi consigli! Fai buon viaggio e divertiti, io aspetterò il prossimo post 😀
A presto, un bacione
Sempre interessanti i tuoi consigli pratici sui viaggi.
Anche io adoro le borse di quella marca. ma allora perche' si chiama "liebeskind-berlin"?
Sempre precisa e dettagliata!!! Buona vacanza-a presto,baci.Francy
Ok, ti confesso che sto seriamente pensando alla Thailandia a novembre..chi vivrà vedrà! 😉
per gli acquisti spero prenderai vestitini a bangkok tutti in seta con belle stampe, è un periodo che adoro il silk, divertiti