Dopo la prima parte sui templi di Angkor, proseguiamo col racconto del mio viaggio in Cambogia.
(Qui tutto il percorso di viaggio e qui le foto sparse)
Nello scorso post mi ero concentrata sui templi appartenenti al complesso di Angkor Thom, l’antica città che fino a mille anni fa era la più grande e popolata del mondo.
In realtà, però, i siti d’interesse sono numerosissimi anche allontanandosi da questa zona.
Non lontano da Angkor Wat, in cima ad un monticello (Bakheng) c’è un tempio di cui onestamente non ricordo il nome.
La salita dura circa una mezz’ora ed è fattibile anche per i poco sportivi come me. Onestamente il tempio in questione non è imperdibile, anzi è piuttosto piccolo e non presenta particolarità degne di nota, ma la vista che da qui si ha del tempio di Angkor Wat vale la salita: così tutto avvolto dalla foresta fa intuire come se lo devono essere trovato davanti i primi ignari esploratori. E’ abbastanza emozionante.
Angkor Wat spunta dalla giungla |
Allontanandosi da Siem Reap, attraverso campagne e villaggi, si arriva al tempio Pre Rup.
Se ci andate, siate preparati al fatto che per salire in cima a questo tempio vi serviranno probabilmente tutti e quattro i vostri arti, talmente le scale sono ripide.
La discesa, dopo il giramento di testa iniziale, conviene farla di sedere.
Quando siamo scesi dal tempio abbiamo trovato la nostra guida che ci aspettava con dei dolcetti tipici appena comprati ad una bancarella. Si tratta di riso ripieno di banana e cotto avvolgendolo in foglie di banano. Quando lo abbiamo svolto dalle foglie era ancora bollente. E buono. Però diciamo che la leggerezza è altra.
Spostandosi ancora di più da Siem Reap, si arriva ad uno dei templi che mi sono piaciuti di più: Banteay Srei.
In verità è piuttosto piccolo, ma è finemente decorato e i dettagli sono molto raffinati, io sarei rimasta ore ad ammirarne ogni angolo. E poi non so, la sensazione che mi ha dato è difficile da spiegare, ma sono rimasta incantata, mi sembrava come di essere stata trasportata in un’altra epoca, in una cultura misteriosa. No, non mi drogo.
Secondo me questo è da non perdere.
Ed ora ecco una delle cose che, se solo avessi saputo, non avrei mai fatto.
Una scarpinata in cima ad un monte (Kulen) coperto di giungla, che mi ha vista tornare giù viva per miracolo. Oltre un’ora di arrampicata in salita con 35 gradi all’ombra e circa il 90% di umidità, su un sentiero praticamente inesistente, per cui dovevamo continuamente arrampicarci su rocce, aggrapparci a rami, scivolare in ogni dove, afferrare la prima cosa che capitava per tenersi su sperando fortemente non fosse nulla di vivo, evitare insetti di forme e dimensioni che nemmeno in un romanzo di Jules Verne… Un vero incubo. Io ho sfiorato l’arresto cardiaco, un po’ per la fatica un po’ per gli spaventi tipo questo (sì è velenoso):
Non lo rifarei mai, voglio essere onesta. Era fortemente provato anche piper-marito, che è super sportivo, figuriamoci io che sono ben lontana da una condizione fisica che possa essere considerata anche solo accettabile. Alla fine, però, sono contenta di averlo fatto.
Comunque non siamo andati su per sport: in cima al monte c’è il sito archeologico Khbal Spean. Qui si trova una sorgente; un migliaio di anni fa le rocce su letto del fiume sono state scolpite con immagini sacre, in modo da rendere l’acqua del fiume a sua volta sacra per i riti religiosi e per le irrigazioni. La nostra guida ci si è abbondantemente spruzzata, mentre io mi guardavo ossessivamente intorno terrorizzata dai serpenti velenosi.
La mia carriera da Indiana Jones si conclude qui.
Che non lo rifarei mai l’ho già detto?
Questa farfalla era veramente grossa |
Questa cascata sembrerebbe essere un punto d’incontro per i ragazzi della zona |
Ho lasciato uno dei templi più famosi come dulcis in fundo: è diventato celebre per via del film Tomb Raider con Angelina Jolie e di sicuro avete visto almeno una volta una foto degli alberi che avvolgono le pietre di questo tempio. Parliamo di Ta Prohm. Questo è sicuramente tra i siti da non perdere in questa zona, è uno dei più suggestivi in assoluto.
Cucù! |
Quando si visita la zona dei templi si alloggia a Siem Reap, la cittadina di medie dimensioni più vicina.
Per quanto più moderna, nemmeno lei è priva di attrattive, angoli pittoreschi e attività interessanti. Ma questo ve lo racconto nel prossimo post.
5 Comments
Tutto stupendo…Le radici e gli alberi che imbrigliano le rocce sono qualcosa di incredibile. Anche io penso che avrei fatto 893467568 foto! 😉
Meraviglioso tutto!!! Complimenti!!! baci,Francy
é stupendo!! Forse ho giocato troppo a Crash Bandicoot da bambina ma … alcune scene erano ambientate li !! E come dici tu sono proprio misteriose..
Che meraviglia.
Stupendo! Quel serpente mi ha fatto seriamente paura solo a vederlo in foto, dal vivo probabilmente sarei svenuta..
A presto :*