Se è vero che si va a Siem Reap principalmente per visitare la vicina zona dei templi antichi (qui e qui i post a riguardo), è però anche vero che la cittadina stessa non è del tutto priva di attrative, anzi.
Partiamo dal presupposto che, se vi trovate a Siem reap, é certamente per visitare i templi, quindi al 99,9% questo è quello che farete durante il giorno.
Ecco cosa offre questa città la sera, o comunque nel “tempo libero”.
Innanzitutto, il quartiere coloniale francese è piuttosto carino, con quelle case deliziose, ora quasi tutte diventate ristoranti o locali.
Da non perdere il mercato notturno nei dintorni di pub street, dove si può trovare più o meno qualsiasi cosa, soprattutto prodotti tipici.
E anche il Handicraft Market (anch’esso aperto anche e soprattutto di notte) dall’altra parte del fiume – raggiungibile attraversando un ponte delizoso – che offre una gran varietà di cose, tutte prodotte localmente.
C’è anche il vecchio mercato notturno, dedicato ai generi alimentari, ma passateci solo se sopportate gli odori forti e sgradevoli, in caso contrario evitate.
A proposito di fiume, una passeggiata all’imbrunire sulla sponda, ammirando gli edifici coloniali, è un bel modo di concludere la giornata, prima di una cena tipica, per poi buttarsi nella vita notturna di pub street e dintorni, dove si susseguono bar, ristoranti, karaoke, spa e negozi di ogni tipo.
A Siem Reap ho due ristoranti da consigliare.
Il primo è uno dei migliori che abbiamo provato non solo in Cambogia, ma in tutto il viaggio: Kitchen Angkor Chey, nel quartiere coloniale, alle porte del mercato notturno, non lontano da Pub Street. Qui ho provato il piatto tipico cambogiano, Amok, una delle cose più buone che io abbia mai mangiato nella vita. Io l’ho scelto vegetariano, ma esiste anche con carne o pesce. A parte l’ottima cucina, anche l’ambiente del ristorante è molto piacevole, senza essere eccessivamente chic, sembra quasi una casa sull’albero.
È poi possibile assistere ad uno spettacolo di danze tipiche durante una cena a buffet da Koulen.
È forse un po’ turistico e il cibo non è assolutamente buono come nell’altro ristorante, ma è un bel modo per conoscere parte della cultura cambogiana.
Un altro modo per venire in contatto con la cultura della Cambogia di oggi è la visita ad un monastero buddista: i templi antichi (che comunque nascono induisti) sono pazzeschi, ma la religione oggi qui è diversa e diversi sono i luoghi di culto.
In città ci sono diversi monasteri visitabili, noi siamo andati a quello più vicino al nostro hotel, proprio in riva al fiume. Purtroppo non saprei proprio dire come si chiama o dove si trovi esattamente, ma a Siem Reap ce ne sono molti di monasteri buddisti, tutti visitabili, quindi vale la pena fare un giro. Ricordatevi di coprirvi (no pantaloncini, canottiere o roba troppo scollata) e di togliervi le scarpe.
E questo, per quanto riguarda la parte del mio viaggio passata in Cambogia, è tutto.
Tra poco pubblicherò la mini-guida di viaggio per organizzare un viaggio simile.
Nei prossimi giorni, invece, proseguirò con le tappe successive di questo viaggio. Prossima fermata: Bangkok.
Comment
La Cambogia mi affascina da un po' ^-^ attendo la mini-guida 🙂