Come avevo anticipato nel post di ieri, ieri ho passato la giornata a Parigi. Uno potrebbe pure pensare che fosse un evento che attendevo con gioia, ma no, devo dire di no. Ci sono andata per lavoro, cosa che di solito significa non vedere nulla della città (aeroporto-ufficio-aeroporto). Ci sono andata con la mia capa, partendo all’alba e tornando a notte fonda, tipo che una martellata sulle dita sarebbe stata più piacevole. E poi vorrei dire che se la sveglia alle 4 del mattino non ha ancora un posto d’onore nella lista dei crimini contro l’umanità, è ora di farle posto.
Eppure – nonostante tutto – è stata una giornata bellissima, con mia sorpresa.
In realtà la notte prima non avevo dormito perché non sono stata bene, tanto per non farmi mancare nulla. Sono arrivata all’aeroporto tipo alle 5 di mattina con quella bella cera di chi è appena resuscitato dalla morte. Dopo un attimo è arrivata la mia capa che non aveva dormito perché il figlio non era stato bene e posso dire con sollievo che sfoggiava anche lei quella bella cera di chi è appena resuscitato dalla morte. Mal comune…
Ci siamo addormentate che l’aereo non era ancora decollato. In tutto il volo ho avuto solo un fuggevole momento di veglia, in cui ho fotografato un’alba splendida.
Poi via di nuovo in coma.
All’arrivo ci siamo aggirate per l’aeroporto di Charles de Gaulle in confusione totale, senza capire dove si prendessero i taxi (nonostante ci fossimo state entrambe diverse volte in quello stesso aeroporto), pronte per essere scritturate nel remake del film “scemo e più scemo”.
Alla fine, un’ora e 65€ di taxi dopo (grazie, traffico dell’ora di punta del mattino), siamo riuscite a raggiungere il centro, in anticipo totale sull’incontro di lavoro. E quindi vuoi non farla una colazione da Laduree sugli Champs Elysees? Eddai.
La giornata lavorativa è stata molto più interessante e divertente (e molto meno pesante) del previsto, un po’ perché ho la fortuna di lavorare con persone splendide anche se divise tra Amburgo, Parigi e Londra (ed è sempre bello vedersi tutti nello stesso posto una volta ogni tanto), un po’ perché è passata immersa nelle nuove collezioni per la prossima primavera/estate e onestamente ci sono cose ben peggiori al mondo… 😉
Abbiamo fatto una pausa pranzo al ristorante Philippe et Jean-Pierre, che vi consiglio perché abbiamo mangiato benissimo (onestamente non credo sia molto economico, anzi, ma ne vale la pena).
Nel tardo pomeriggio, dopo il meeting e prima di dover andare in aeroporto, ci avanzava del tempo, quindi ci siamo precipitate sulla Avenue Montaigne, per guardare tutte le vetrine natalizie delle boutique.
La mia capa ha fatto in tempo ad entrare da Prada e comprare al volo un paio di scarpe da 500€. Visto il prezzo, penserete che abbia puntato su qualcosa che possa sfruttare per anni a venire, giusto? Ha preso un paio di décolleté a punta, di vernice giallo limone. Vi lascio qualche minuto per raggiungere piena consapevolezza della cosa, fate con calma.
Comunque, per farvi capire che tipa è, a gennaio dobbiamo tornare a Parigi, l’incontro è per pranzo, ma lei ha già organizzato di prendere di nuovo questo dannato aereo all’alba. Il motivo è presto detto: ha ricevuto l’invito alla svendita esclusiva di Hermes che il caso ha voluto sia proprio quel giorno e “dobbiamo assolutamente andarci”. Una pazza. Io ovviamente ho accettato con entusiasmo. Un’altra pazza.
Comunque alla fine siamo riuscite a fermare un taxi e, affrontando di nuovo il traffico dell’ora di punta (perché se no che odissea sarebbe?), ce ne siamo tornate a casa.
La fatica (ricordo che mi sono alzata alle 4, sono riatterrata ad Amburgo alle 22 e ho lavorato per la maggior parte del tempo).
Ma la bellezza anche, perché anche se Parigi non è una delle mie città preferite, sotto Natale è proprio bella.
6 Comments
Sarà pure una fatica, ma ti invidio la possibilità di girare per lavoro. Io sono sempre chiusa in un ufficio nella solita città e la monotonia di ambiente un po' la sento. Erika
sarà un caso che il vostro prossimo meeting sia caduto proprio nel giorno della vendita di Hermes?? 😉 comunque non si rinuncia a niente di ESCLUSIVO, mai! 😀
Ma che bello!!! Parigi io l'adoro…a Natale poi é meravigliosa<3 anche se per lavoro, penso ne sia valsa la pena!! Spero tu stia meglio-baci Francy
Capisco benissimo cosa vuol dire lavorare tutto il santo giorno, dall'alba a notte fonda, per i grandi eventi anch'io faccio degli orari impossibili, con la differenza che io giro come una trottola per Monaco e del "mondo" vedo poco, occupandomi di incoming… Sarebbe bello fare anche outgoing ogni tanto e vedere realtà diverse, anche se solo per lavoro!
Un caro saluto dalla capitale Bavarese! 🙂
Io sto ancora pensando alle scarpe giallo limone e queste foto mi hanno fatto sognare un po' Parigi che spero di vedere in veste natalizia prima o poi ….
Prada non mi piace per niente, quindi spendere anche 10 euro per qualcosa di loro mi sembrerebbe già troppo! Ma come è ovvio gusti personali, quindi la tua capa ha fatto benissimo..a carnevale starà da Dio vestita da Titti con le scarpe Prada �� il mio primo lavoro anche io facevo quelle levatacce, di solito tra Roma e Milano in giornata, ma una volta pure Palermo. le odiavo, per fortuna come nel tuo caso avevo colleghi simpatici in loco che mi portavano a provare qualcosa di tipico al ristorante e adorando mangiare ero ben contenta di seguirli!