Dopo la Cambogia (qui, qui, qui e qui) e i due giorni passati a Bangkok (qui, qui e qui), ci siamo spostati verso la nostra ultima meta di questo viaggio: l’isola di Bali in Indonesia.
Non essendoci mai stati prima ed essendo l’isola piuttosto grande, abbiamo deciso di dividere il nostro soggiorno in due parti: quattro notti nel centro dell’isola (per visitare la città di Ubud – capitale culturale di Bali – e i suoi dintorni fatti di colline, distese o terrazze di risaie, foresta e milioni di templi), seguite da quattro notti nella zona sud dell’isola (quella più turistica, per goderci un po’ di mare).
Il mio giudizio è che la parte centrale di Bali è una meraviglia di natura, cultura e religione e ci siamo stati troppo poco. Riguardo alla parte sud, è talmente turistica che non serve andare dall’altra parte del mondo per andare al mare lì: Ibiza è più vicina e credo sia simile. Col senno di poi, non sceglierei la zona sud per andare al mare a Bali; il fatto è che a nord la situazione è talmente poco turistica, che si trova poco o niente, quindi non so. Sono certa però che se tornassi a Bali sarebbe certamente per godermi di più Ubud ed esplorare meglio i suoi dintorni, mentre al mare ci farei giusto una gita veloce, ma non ci perderei molto tempo. Questo giudizio naturalmente riguarda i miei gusti: sono certa che ci sia chi va a Bali principalmente per andare al mare, però a mio avviso quest’isola ha così tanto da offrire, che mi sembra proprio uno spreco.
Della zona di Ubud mi è piaciuto tutto: trovo sia molto ricca culturalmente, è piena di cose da fare e da vedere, la gente è incredibilmente gentile e le tradizioni sono molto vive e totalmente legate alla vita quotidiana. Una cosa che ho trovato molto bella è che nei villaggi attorno a Ubud si vedono gli artigiani produrre tutte quelle cose che poi si trovano nei negozi e nei mercati. E’ bello vedere esattamente dove e come vengono creati i prodotti che poi si sceglie di portare a casa come ricordo o regalo, acquistano ancora più valore. Ma la cosa ancora più bella – quella che forse mi ha colpito di più – è che la sera, quando gli artigiani e i negozianti smettono di lavorare, si limitano a spegnere la luce. E basta. Non chiudono i negozi e le botteghe (in molti non c’è nemmeno la porta), non ritirano la merce, non mettono catene, niente. Resta tutto così sul ciglio della strada. A quanto pare è un popolo onesto, in cui la norma è fidarsi del prossimo. Quanto dev’essere bello vivere in un mondo così?
E ora veniamo alle foto e alle informazioni sulla città di Ubud. (I dintorni nel prossimo post)
Il centro si sviluppa intorno alle strade Jalan Raya Ubud, da cui partono le parallele Jalan Hanoman e Jalan Wenara Wana (anche chiamata Monkey Forest Road perché porta alla foresta delle scimmie), unite dalla Jalan Dewisita.
Su queste strade (e le viette lì intorno) ci sono letteralmente un’infinità di ristoranti, negozi, templi, spa e mercatini deliziosi. Impossibile fare tutto in un giorno, a Ubud occorre passare più tempo. Io non me ne sarei andata mai.
In realtà ovunque entrate troverete qualcosa di splendido, ma ho comunque qualche indirizzo da consigliare in base alla mia esperienza.
Su tutta l’isola ci sono letteralmente migliaia di templi ad ogni angolo e Ubud non è da meno. Vale la pena fermarsi ed entrare a fare un giro, perché si trovano delle vere chicche.
Il cibo in Asia è generalmente sempre buono; Bali non fa eccezione. La cosa bella di Bali, poi, è che pur appartenendo all’Indonesia – che è un Paese islamico – l’intera isola è in realtà di religione induista, quindi significa che si trova da mangiare davvero di tutto, con piatti tipici variegati. Consiglio di provare il più possibile.
Un ristorante in particolare ci è piaciuto tantissimo: Ibu Rai (sulla Monkey Forest Road). Bello e buonissimo.
Lo shopping a Ubud è un sogno! Troverete dai prodotti tipici alle boutique di designer locali, da piccole gallerie di artisti balinesi, ai tessuti tipici in stile batik… Se siete come me, tornerete a casa sensibilmente più poveri di quando siete partiti.
Da Far East Fine Arts (a circa metà della Jalan Dewisita) hanno moltissimi prodotti locali deliziosi, come oggetti di paglia intrecciata, bijoux, sarong, quadri, borse, oggetti di legno, mah qualsiasi cosa in realtà…
Karma Koma è invece una boutique che ha tre punti vendita, uno a Ubud sulla Monkey Road e due a Seminyak. E’ una boutique più moderna, che vende abiti e accessori di designer del posto. A me è piaciuta moltissimo.
Riguardo ai tessuti, l’indirizzo migliore per i batik e la seta è Toko Yude (sulla Jalan Raya Ubud). Ha cose fantastiche (vedi foto qui sotto).
In realtà questi sono solo tre dei moltissimi indirizzi che mi sono piaciuti a Ubud, c’è davvero l’imbarazzo della scelta e scegliere a volte è difficile: si vorrebbe comprare tutto.
Oltre ai templi, ai ristoranti e allo shopping, una delle cose assolutamente da non perdere è la Monkey Forest – la foresta delle scimmie.
Attenzione, perché bisogna fare alcune raccomandazioni prima di entrare.
Innanzitutto: le scimmie qui naturalmente sono libere, ma per quanto abituate all’uomo, sono sempre animali selvatici, quindi bisogna fare attenzione. Soprattutto perché a Bali ci sono numerosissimi casi di rabbia, quindi occhio. Ora, niente paura: non è che le scimmie siano lì ad aspettare di attaccare i passanti eh, anzi. E’ solo che appunto sono animali selvatici e occorre adottare alcune precauzioni per avere un esperienza senza intoppi.
Non aprite la borsa quando siete dentro, perché pensano che volete dare loro da mangiare e vi assalgono. Io ho visto quattro o cinque scimmie assalire un signore che aveva aperto lo zaino per prendere la macchina fotografica, non è stato per niente bello.
No movimenti bruschi, soprattutto se vi sono sulle spalle o in braccio, eccetera.
Poi: le scimmie rubano, quindi no a occhiali da sole, cerchietti e quant’altro. Chiudeteli in borsa prima di entrare e non aprite la borsa mentre siete dentro.
I piccolini sono una delle cose più adorabili del mondo, ma occhio alle madri che potrebbero arrabbiarsi.
Per il resto è una bellissima esperienza, quindi se fate un minimo di attenzione ve la godrete molto.
Dopo tutto il camminare che si fa in questi casi, la cosa migliore è un bel massaggio. A Ubud le day spa pullulano e offrono un’infinità di trattamenti: da un “veloce” massaggio a gambe e piedi della durata di mezz’ora (e generalmente per l’equivalente di 2€) che è utilissimo per riprendere le forze a metà giornata, a pacchetti più articolati e lunghi, perfetti se si vuole dedicare una mezza giornata al relax puro. Attenzione perché spesso le spa sono al primo o secondo piano, è quindi normale che le ragazze siano sulla strada e per arrivare alla spa le si debba seguire attraverso negozi, cortili e su per scale… generalmente non è il caso di insospettirsi. E ricordatevi che il massaggio balinese tradizionale è tosto, se siete delicate chiedete qualcosa di più leggero e rilassante.
Segnalo anche che la sera al Ubud Palace (all’incrocio tra la Jalan Raya Ubud e la Monkey Forest Road) ci sono spesso spettacoli di danze tradizionali. Il biglietto si può comprare all’entrata. Sappiate però che gli spettacoli di solito durano dalle due ore in avanti e non è bellissimo andarsene prima della fine…
Ma le cose da vedere non si limitano a Ubud città, bensì anche ai suoi dintorni. Questo ve lo racconto nel prossimo post.
2 Comments
Ciao Piper penny, non vedevo l'ora di leggere questo capitolo del tuo viaggio. Questa estate vorrei tanto andare là anche io, pure se ho paura delle scimmie. Userò il tuo post x convincere qualcuno ad accompagnarmi… 😉
Grazie!
Jolita
Bellissima Ubud. Questa volta non ci sono tornata anche se avrei voluto. L'altro volta ci sono stata poco, 3 giorni, e mi sono limitata più che altro alla città e alle scimmie 🙂 Però penso che questa sia la Bali più bella.