Mi accorgo che i post sul mio ultimo viaggio in Asia (Cambogia – Bali – Bangkok) hanno subito una battuta d’arresto verso gennaio. Dal momento che sto quasi per partire per il prossimo viaggio, forse è meglio che mi dia una mossa, quindi dopo aver parlato della meravigliosa città di Ubud a Bali, oggi vi parlo anche dei suoi dintorni.
Innanzitutto consiglio di scegliere un hotel fuori città: vivere qualche giorno immersi nella foresta è un paradiso (ok, abbiamo visto che può essere anche abbastanza rumoroso in realtà, ma è comunque bello) e la città si raggiunge in fretta dalle zone circostanti. La gran parte degli hotel, poi, ha un servizio navetta gratuito che fa la spola avanti e indietro dal centro di Ubud parecchie volte al giorno fino alla sera tardi.
Alloggiare nella campagna intorno a Ubud vi permetterà innanzitutto di godere della quiete e della natura, opposta al caos e al rumore di Ubud, che certo non è una metropoli, ma è comunque piuttosto turistica. Inoltre la campagna balinese è ricca di meraviglie come campi di riso sterminati o fatti a terrazzamenti (entrambi i casi sono di grande impatto), templi minori ma spesso quantomeno deliziosi, villaggi pittoreschi, fiumi, cascate, laghi e vulcani.
E poi aprire la finestra al mattino e vedere questo, non ha prezzo:
Cominciamo dalle risaie: a Bali sono inevitabili e la stragrande maggioranza è splendida, quindi vi consiglio semplicemente di fare un giro nei dintorni del vostro hotel a piedi o noleggiando una bici o un motorino. Questo vi permetterà anche di godervi lunghi tratti nella foresta, imbattervi in villaggetti carini e templi di ogni dimensione.
Una particolarità, in quanto a risaie, è costituita da quelle terrazzate. Tra le più belle ci sono le risaie terrazzate che si trovano a Tegallalang: sono delle risaie organizzate su terrazze irregolari che scendono a picco in una valle, circondate da foresta rigogliosa.
Dal momento che erano vicine al nostro hotel, ci siamo passati davanti diverse volte andando e tornando da Ubud o altre zone e vi assicuro che sono di grande impatto.
Il giorno che volevamo andarci apposta e fermarci a fare delle foto, ho invece avuto l’ottima idea di finire in ospedale (dove piper-marito si è subito reso utile facendomi una foto, per qualche inspiegabile motivo):
Nella foto qui sopra avevo 39 e qualcosa di febbre, a Bali c’erano 34°C, io indossavo una t-shirt, il mio golfino, la felpa di piper-marito e continuavo comunque ad avere i brividi di freddo. Insomma, non stavo proprio benissimo e sono stata così ancora per un paio di giorni, quindi a fare le foto alle terrazze di Tegallalang non ci siamo mai stati, visto che il giorno dopo ci siamo spostati nel sud dell’isola. Questa è una cosa che mi spiace parecchio, chissà se tornerò mai.
In ogni caso se siete a Bali vi consiglio una visita, su Google immagini potete farvi un’idea.
Un’altra piccola gita che abbiamo fatto nella zona intorno a Ubud (per fortuna era il giorno prima che stessi male, ma siamo riusciti ad avere sfiga anche qui) è stata al lago vulcanico di Mount Batur.
Il Monte Batur è un vulcano attivo la cui caldera nel tempo si è trasformata in lago. Non è vicinissimo a Ubud in realtà, però è tranquillamente raggiungibile in giornata. Noi abbiamo noleggiato un motorino e ci siamo andati così. Intorno al lago ci sono diversi bar e ristoranti a diverse altezze da cui godersi la vista. Noi siamo scesi fino dentro la caldera, proprio in riva al lago, sul Floating Restaurant Kedisan, che è un ristorante/bar che galleggia sul lago. (È possibile anche fare un treking fino alla sommità del cratere del vulcano, ma si consiglia di prendere una guida e non farlo da soli)
Al ritorno siamo stati fermati dalla polizia per un controllo e abbiamo passato un guaio perché ci eravamo dimenticati i documenti nella cassaforte della camera d’albergo. Ci volevano arrestare e ci avevano anche già dato una data per il processo (!), ma alla fine ci hanno fatto solo pagare una multa di circa 20€. In seguito abbiamo sentito un sacco di storie simili alla nostra: fermano i turisti e li spaventano per un motivo o per l’altro (se avete con voi i documenti, troveranno qualcos’altro che non va) per farsi pagare una multa. A quanto pare la polizia qui opera in questo modo; ribattere è inutile e controproducente (e poi fanno paura, voglio proprio vedere chi ha il coraggio di mettersi a litigare), quindi se vi capita scusatevi, pagate e ciao.
Altre foto carine fatte nei nostri giri nei dintorni di Ubud, un po’ a caso tra villaggi, campagna e templi:
Da qui in poi ci siamo spostati nel sud dell’isola, che a me personalmente è piaciuto molto meno, ma che offre comunque alcune chicche davvero degne di nota, quindi… alla prossima puntata!
4 Comments
Meraviglia! (beh, a parte il tour in ospedale 😉
Noi ci siamo noleggiati il motorino per muoverci da Padang Padang a Ulu Watu, perché lì a quanto pare è un posto senza polizia, ma appena uscivi da quella zona era tutto un blocco. Dei nastri amici hanno preso due multe, e gli hanno consigliato di girare con tipo 50.000 rupie nel portafoglio, così quando venivano fermati gli prendevano solo quei soldi…che scocciatura! Comunque lo fanno prevalentemente coi turisti, manco a dirlo…
Complimenti, Chiara, post bellissimo! Peccato che non siate riusciti a visitare le risaie terrazzate, devono essere proprio particolari. Non ci anticipi niente in merito al tuo prossimo viaggio? 🙂 Federica
Ecco, no mancavano questi racconti. La questione della data del processo mi ha fatto morire!!
Titti
Della Classe