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#whereidratherbe (il viaggio da sola)

24 Maggio 2016

Chi segue questo blog da un po’, sa che ogni tanto vengo colta all’improvviso dalla nostalgia per qualche posto visitato nei miei viaggi. Credo capiti a tutti in generale con i ricordi: senti una canzone, un profumo, un sapore e in un attimo sei riportato ad un istante preciso nel tempo e nello spazio. A me questo capita soprattutto con i viaggi. La rubrica “#whereidratherbe” (traduzione: dove preferirei essere) nasce proprio dalla necessità di fermare il più a lungo possibile questi attimi di simil-teletrasporto con parole e immagini. (Per chi fosse nuovo da queste parti, avevo spiegato bene la cosa in questo post)

Trovo abbastanza logico che mi prenda soprattutto la nostalgia per i luoghi che più mi sono piaciuti – e infatti, riguardando i post di questa rubrica, noto che ci sono viaggi che sono tornati più di una volta in #whereidratherbe e viaggi che al contrario non hanno mai fatto nessuna apparizione.
Malta fino ad ora faceva parte del secondo gruppo. Non perché il viaggio non mi sia piaciuto, al contrario, ma semplicemente perché non è stato tra i più spettacolari che io abbia fatto. Per quanto Malta mi sia piaciuta, la verità è che per me a livello paesaggistico/architettonico/esotico, per quello che è il mio vissuto personale, non può competere con posti come la Cambogia, il Brasile, la Malesia o il Marocco, tanto per fare qualche esempio di posti che mi hanno colpita profondamente. Di conseguenza, negli ultimi due anni, non mi è capitato spesso di pensare a Malta e di averne nostalgia.
Poi però ho aperto facebook, ieri sera.
Da qualche tempo questo social network ha preso il vizio di riproporti ogni giorno cose che avevi scritto e pubblicato lo stesso giorno negli anni passati. Non sempre si tratta di cose che vorresti rivivere, va detto, ragion per cui non sono particolarmente fan di questo servizio. Ieri sera, però, ha centrato nel segno, riproponendomi le foto del mio viaggio a Malta così, all’improvviso, facendomi rendere conto di quanto quel viaggio mi sia in realtà rimasto nel cuore, senza che io ne fossi consapevole.
Non devo indagare molto per capirne il motivo: è un viaggio che ho fatto praticamente da sola. E questa è una rarità per me.
So che ci sono persone che amano viaggiare da sole – e ne capisco anche i motivi: il viaggio è sempre anche scoperta e lezione, è sempre anche viaggio dentro se stessi, quindi viverlo in solitaria per certi versi potrebbe essere meglio – senza contare che non si deve tenere conto delle esigenze e dei gusti di nessuno all’infuori dei propri, che è una gran bella libertà. Io però non faccio parte di questo gruppo. Per me il viaggio è condivisione, è un’esperienza da fare in compagnia, per poi parlarne e ricordarla negli anni a venire.
Se devo scegliere tra l’ammirare un panorama divino sola nella mia intimità (momento certamente stupendo) o scambiarmi uno sguardo d’intesa carico di ricordi con qualcuno quando, per esempio, ci imbattiamo nella foto di un posto visitato insieme… Beh io non ho il minimo dubbio: preferisco la seconda.
Eppure sono estremamente felice di aver visitato Malta da sola. Decidere solo per me, senza compromessi, senza orari, senza la sicurezza di visi amici, risolvendo da sola eventuali contrattempi, ha reso questo viaggio davvero speciale, a prescindere da quanto “bella” io abbia trovato la meta.
Il viaggio in solitaria (che per me lo è stato solo per i primi tre giorni, visto che nel fine settimana ero con piper-marito) è un viaggio amplificato perché avviene davvero sia fuori che dentro di te. Ti fa superare alcune paure, ti fa scoprire cose nuove di te, ti fa credere in te stessa, ti fa scoprire che puoi farcela, che te la sai cavare. Fa bene all’autostima.
Ricordo ancora la sensazione di quando sono salita da sola sull’aereo Francoforte-Malta (dopo aver fatto scalo da Amburgo): non stavo certo andando ad esplorare l’Asia per sei mesi, andavo solo a Malta per qualche giorno, eppure mi sono sentita come se stessi partendo per un’avventura. E in effetti per alcuni versi lo è stata.
Credo sia per questo che, sei mesi dopo, io non mi sia fatta troppi problemi nel prendere da sola un aereo di 13 ore per Los Angeles e una volta in città abbia trovato l’ostello da sola e da sola io abbia passato il primo giorno e la prima notte in un altro continente, in una città nuova (prima di essere raggiunta da piper-marito). Anche questo è uno dei ricordi più cari che ho.
Quindi, se ne avete la possibilità, consiglio davvero a tutti un viaggio in solitaria almeno una volta nella vita. Se anche voi non amate viaggiare sole – o se non vi sentite sicure – bastano un paio di giorni in un posto non troppo lontano e non troppo diverso da casa (tipo…hem…Malta. Lol.), purché sia un posto nuovo. Magari si può pensare ad un fine settimana in una città dove non si è mai state. Oppure qualche giorno in un posto nuovo ma dove si conosce qualcuno, in modo da avere un contatto in caso di necessità.
L’importante è che il viaggio avvenga in solitaria, perché la sensazione che regala farcela da sole, contando solo sulle proprie forze, è davvero impareggiabile.
Se non si è super abituate a viaggiare da sole, io personalmente eviterei i posti troppo lontani, quelli la cui cultura potrebbe creare qualche problema ad una donna sola e in generale tutti i posti considerati non molto sicuri (il mio sito di riferimento è viaggiaresicuri.it, creato dal Ministero degli Esteri).
La realtà, comunque, è che purtroppo oggi come oggi nessun posto al mondo è davvero sicuro per una donna sola, quindi occorre essere super preparate e super organizzate e tenere sempre qualcuno al corrente dei vostri spostamenti e della vostra posizione, oltre che usare molto più buon senso e molta più cautela rispetto a quando si viaggia in compagnia, evitando qualsiasi situazione potenzialmente pericolosa.*
Detto questo, un viaggio da sola è un’esperienza stupenda, che io sono felice di aver fatto.
In realtà al momento non è tra i miei interessi: riesco solo a pensare a quanto sarà bello far scoprire il mondo a piper-baby (non appena sarà in grado di capire cosa sta succedendo). Arriveranno anni, però, in cui piper-baby (che non sarà più baby da tempo) si rifiuterà categoricamente di viaggiare con i genitori, quindi chissà, forse ci sarà di nuovo un viaggio da sola nel mio futuro… Anzi potrei prenderlo come lato positivo (il cosiddetto “silver lining”) di questo fatto che i figli devono crescere per forza (cosa che mi spezza già il cuore fin da ora).
E insomma, in tutto questo comunque a me è venuta una gran voglia di tornare a Malta…

 

 

 

 

 

 

E voi dove vorreste essere, se poteste andare ovunque in questo momento?

————————————–

* Esempio di situazione potenzialmente pericolosa, che al momento non sembrava tale e che mi è successa proprio a Malta.
Solitamente quando sono in viaggio la mattina cerco di alzarmi presto per sfruttare ogni minuto per vedere il posto in cui mi trovo. Dal momento che ero arrivata tardi la sera prima ed ero stanca, la prima mattina non mi sono alzata presto, me la sono presa comoda e poi sono andata a fare la doccia lasciando la porta del bagno aperta, tanto ero in stanza da sola. E con aperta non intendo non chiusa a chiave, intendo proprio spalancata. Non avendo viaggiato da sola prima, non ero abituata a far caso a certe cose.
Quindi sono nella doccia con i capelli pieni di shampoo quando sento aprirsi la porta della camera. Penso che siano le signore delle pulizie (d’altronde non era più mattina presto) e quindi grido “sono ancora in doccia, potete tornare dopo a pulire?”. Mi risponde una voce di uomo “devo solo controllare il contenuto del mini-bar, ci metto un secondo, quelle delle pulizie vengono dopo”. E io “ok, faccia pure” e continuo a farmi la doccia con un perfetto estraneo a pochi metri da me, a separarci una tendina di plastica. Ricordo che ero perplessa ma non spaventata. Forse ero rassicurata dal fatto di trovarmi in un hotel di lusso. Se ci ripenso adesso invece mi vengono i brividi: abbiamo ogni giorno la conferma che le cose brutte avvengono davvero ovunque. Mi è andata molto bene, ma avrebbe anche potuto andarmi molto male.
Ora non mi dimentico mai mai mai di mettere la sicura alla porta della stanza (quasi tutte le stanze d’albergo ormai si aprono con la tessera automatica, ma c’è sempre anche una sicura manuale che si può chiudere dall’interno), inoltre chiudo sempre a chiave la porta del bagno anche – e soprattutto – se sono sola. Come dicevo, quando si è da sole occorre una dose extra di prudenza.
#whereidratherbeAppunti di viaggioMaltaTravel
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Malta  / Viaggi

Piperpenny
Italiana trapiantata nella città libera e anseatica di Amburgo, lavoro nelle relazioni pubbliche nel campo della moda. Viaggio per vocazione, scrivo per divertimento. La mia occupazione principale in realtà è correre dietro a due minions anche conosciuti come i miei figli.

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2 Comments


Anonimo
26 May 2016 at 4:58 pm
Reply

Pensa, Chiara, per me è quasi il contrario: non ricordo con esattezza l'ultimo viaggio fatto in compagnia, ma in compenso potrei elencarti a occhi chiusi tutti i viaggi fatti in completa solitudine (l'ultimo l'anno scorso, a New York). Non fraintendere, non sono un misantropo, anzi! Mi piace molto socializzare, ma forse il fatto di essere figlia unica ha contribuito a rendermi molto indipendente. Ho un lavoro che mi porta a trascorrere spesso dei periodi più o meno lunghi all'estero, principalmente in Germania, e sono d'accordo con quanto scrivi nel tuo post: un viaggio in solitudine è molto utile perché ci aiuta a scoprire noi stessi, ci mostra i nostri limiti, ci fa superare le nostre paure. Sono esperienze a mio parere fondamentali per il percorso di crescita e formazione di una persona. Tuttavia, bisogna considerare anche il rovescio della medaglia: la solitudine vera e propria (e questo vale indipendentemente dal tipo di viaggio, che sia di lavoro o di piacere poco importa). Per quanto possa essere istruttivo viaggiare da soli, tutti i ricordi, le immagini, i paesaggi, i volti rimangono soltanto nella nostra memoria. Naturalmente si possono raccontare e condividere, ma non è certo come viverli insieme. Federica



vitadicasaillatorosa
30 May 2016 at 9:56 am
Reply

Sono d'accordo con quanto scrivi, ci vuole molta prudenza, cominciando con l'evitare posti in cui non sono abituati a vedere una donna in giro da sola. Io, quando mi sono trovata in questa situazione, ho scelto la formula della mezza pensione per avere la cena all'interno dell'hotel ed evitare di uscire da sola di sera. Del resto avevo tutto il giorno per stare in giro. Ci sono tanti modi di essere prudenti pur godendosi l'esperienza di un viaggio da sole, che come dici fa bene all'autostima e fa crescere.



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