L’anno volge al termine, ma non prima di avermi chiarito a caratteri cubitali quale sia stata per me la lezione del 2016.
Passi la vita a viaggiare di qua e di là, a girare il mondo, a prenotare aerei all’ultimo momento, e a salirci su letteralmente un secondo prima che chiudano le porte, dopo aver buttato due cose a caso in valigia.
Poi fai figli e all’improvviso non solo un banale viaggio in Italia richiede più organizzazione di un incontro delle Nazioni Unite, ma in realtà tu non lo sai se quel viaggio avverrà sul serio.
Era già successo in estate, ma non abbiamo imparato la lezione. Quindi non solo abbiamo comprato dei biglietti aerei regolari, ma io – ingenua come l’ape Maia – avevo anche fatto dei piani, capite? Per esempio questa mattina, proprio in questo momento, mi sarei dovuta trovare alla mostra di Hokusai a Palazzo Reale a Milano con la mia amica Lidia.
Indovinate invece dove mi trovo? Sul divano di casa mia ad Amburgo, circondata da un piper-baby con bronchite e un piper-marito con raffreddore. (Dopo aver passato io stessa i giorni di Natale con febbre e influenza, perché non vogliamo farci mancare proprio niente da queste parti)
La grande lezione del 2016? Mai più nella vita senza un’assicurazione di viaggio che ci rimborsi le spese dei viaggi non avvenuti. Incredibile come una cosa cui non avevo mai pensato fino ad ora nella mia vita, all’improvviso diventi essenziale. E’ stato davvero da sciocchi non aver provveduto prima di oggi.
Tra un paio di giorni brinderò senza dubbio ad un 2017 con meno malattie e più viaggi. O almeno a che la lezione del 2017 sia diversa dalla lezione del 2016.
E voi a cosa brinderete? Cosa vi augurate per l’anno nuovo? E cosa volete lasciare nel 2016, sperando non vi segua?
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