L’altra notte ho fatto un sogno stupendo e da allora non riesco a smettere di pensarci. Avete presente quei sogni talmente vividi che quasi sembrano veri, tanto che al risveglio sei quasi perplessa di trovarti a casa tua – e talmente belli da lasciarti di buonumore per il resto della giornata? A me non capita quasi mai. Peccato, sarebbe bello. Comunque questa volta mi è capitato e, a distanza di giorni, mi porto ancora un pochino di quella sensazione di benessere addosso. La cosa strana è che in sogno ero in un posto in cui sono stata più di due anni fa e cui da allora non avevo quasi più pensato. Per di più, pur essendo uno dei posti più belli in cui sia stata, si trova in una città che non mi è piaciuta molto e in cui non tornerei particolarmente volentieri, figuriamoci viverci! Quindi non riesco proprio a capire perché il mio subconscio me lo abbia riproposto ora. Comunque, nel sogno vivevo nella Jim Thompson House.
Ne avevo già parlato in questo post (e ne avevo accennato in quest’altro), ma per riassumere: si tratta della casa di Jim Thompson, un architetto statunitense che si trasferì a Bangkok dopo essersi innamorato della Thailandia durante un viaggio. Thompson diventò uno dei maggiori e più famosi produttori di seta tradizionale thailandese, lavorando anche con la bibbia della moda: Vogue, oltre che con vari stilisti. Si fece costruire questa casa pazzesca a Bangkok, in stile perfettamente tradizionale e arredata con gusto impeccabile, nonché circondata da incredibili giardini rigogliosi, che ti fanno credere di essere in mezzo alla giungla, anziché nel centro di una delle metropoli più grandi, sporche e caotiche di tutta l’Asia.
Nel sogno, però, io non vivevo nella Jim Thompson House come ospite o come se fosse diventata un hotel. No no no no. Quella era proprio casa mia. E nel mio sogno non si chiamava Jim Thompson House – a ben pensarci, non c’era proprio nessun riferimento al precedente proprietario della casa nella mia mente. Quella era casa mia e basta, e la cosa era così ovvia e naturale come se si trattasse dell’appartamento in cui vivo ora.
Ricordo come se fosse successo veramente, la sensazione di svegliarmi in quel letto e percepire il sole caldo entrare tra le fessure delle imposte di legno. Ricordo la sensazione di penombra sulla pelle e il caldo delle mattonelle sotto i piedi, mentre passeggiavo in giardino a piedi nudi godendo della rigogliosa vegetazione esotica. Ricordo le risate con gli amici e la sensazione di aver avuto conversazioni interessantissime durante una cena in terrazza al lume di mille candele.
E’ stato forse il sogno più rilassante e pieno di vibrazioni positive che io abbia mai fatto.
In alto in cima al post ho messo una galleria di foto che ho fatto quando ho visitato la casa. Purtroppo le foto sono solo degli esterni e dei giardini (comunque pazzeschi) perché era vietato fare foto all’interno (cliccando su una delle foto in alto si aprirà la galleria, potete scorrere le foto con la frecce ai lati). Curiosamente, però, su google si trovano anche foto degli interni. Vi esorto, quindi, a dare un’occhiata al salotto, alla terrazza addobbata e pronta per una cena notturna, alla camera da letto… ma non vorreste vivere qui anche voi? (Qui il sito ufficiale con tutte le informazioni, se state organizzando un viaggio a Bangkok)
Comunque notavo una cosa. Quando viaggio e sono in un posto nuovo, sono infinite che le cose che mi piace scoprire: il paesaggio, i musei, la natura, gli edifici, il cibo, i templi e le chiese, i negozi, la gente… Ma il mio vero piacere proibito è andare nelle case private. Se ho la possibilità di entrare nelle case degli altri, sono felice come una Pasqua, come testimoniano il post che ho appena scritto, ma anche questo e questo del 2014. Forse da grande dovevo fare l’architetto. O la stalker.
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