Ci sono alcuni, tra i posti al mondo che ho visto, che mi sono rimasti particolarmente nel cuore e dove ho giurato che prima o poi tornerò. Poi però, quando mi trovo ad organizzare un viaggio, non riesco a tornare in un posto in cui sono già stata: nella mi testa scatta subito il pensiero che il mondo è talmente grande e i giorni di vacanza / soldi così limitati, che rivedere una cosa già vista mi sembra in qualche modo uno spreco. (Ovviamente fanno eccezione Milano e la Liguria perché in quel caso si tratta di tornare a casa – e anche Londra ormai mi fa l’effetto di casa, quindi ci torno sempre con gioia)
Tre anni fa sono stata a Malta (qui tutti i post) e, per quanto mi fosse piaciuta, non l’ho mai considerata uno dei miei posti preferiti al mondo. Da allora, quindi, non avevo mai preso in considerazione l’idea di tornarci. Poi qualche tempo fa la mia amica Diana mi ha proposto di andarcene un paio di giorni al caldo senza mariti/figli e la sola idea di poter dormire un paio di notti senza dovermi svegliare svariate volte a raccogliere ciucci e distribuire bicchieri d’acqua mi è sembrata incredibilmente allettante. Vivendo ad Amburgo, anche l’idea di andare in un posto un po’ più caldo è generalmente allettante. Quando lei ha proposto Malta come meta, visto che non ci era mai stata, io da me stessa mi sarei aspettata una reazione vagamente annoiata, invece con mia sorpresa ho accettato con entusiasmo: mi sono accorta di essere felice all’idea di tornare sull’isola.
Ora che sono di nuovo a casa, posso dire con assoluta certezza che Malta ha esercitato su di me un incantesimo, perché ci ho lasciato di nuovo un pezzettino di cuore, nonostante tutto.
Nonostante sia tutta color giallo/beige, quasi monotono, con poca vegetazione e le case tutte uguali. Per me invece quell’aria grezza, l’aspetto rude e il paesaggio brullo racchiudono un gran fascino.
Nonostante il vento costante e il fatto che, benché il turismo sia una delle entrate principali del Paese, questo non è un paese orientato al turismo e spesso non è facile organizzarsi. Sembra che Malta voglia giocare al classico gioco del “hartd to get” (in italiano diremmo “in amore vince chi fugge”) e devo dire che con me funziona benissimo, lol.
Amo i paesini in mezzo al nulla, le case che mi ricordano il nord Africa, gli onnipresenti, enormi cactus che sembrano inghiottire gran parte dell’isola.
Amo le chiese che da fuori sembrano dimesse e spoglie, con lo stesso identico aspetto liscio e giallo di tutti gli edifici, ma che poi stordiscono con decorazioni barocche una volta entrati. Mi ricordano quelle pietre che da fuori sono noiose e grigie, ma una volta spaccate rivelano un interno sorprendente di cristalli luccicanti.
Amo le piccole baie e insenature e le grotte che si aprono su un’acqua che più blu non si può.
Amo quel bagaglio storico e culturale fatto da un mix incredibile di tradizioni, culture ed eredità. Come la lingua, che suona molto come l’arabo, con parole italiane buttate dentro a caso ed elementi di francese e inglese. La cucina, di chiara derivazione italiana, ma mescolata ad altri sapori e spezie. La cultura, che è evidentemente super cattolica, ma presenta elementi arabi, come i tipici occhi di Osiride sulle imbarcazioni tradizionali, i luzzi. L’architettura che mi ricorda un po’ il Marocco, abbinata alle tipiche cabine del telefono rosse londinesi totalmente incongrue (Malta è stata colonia britannica per secoli).
Posso dire in tutta sincerità che mi sono un po’ invaghita di Malta e del suo fascino spartano e arido. E spero vivamente di tornarci.
Dal momento che questa volta ho fatto e visto soprattutto cose diverse rispetto al viaggio di tre anni fa, nelle prossime settimane farò un paio di post con ulteriori consigli di viaggio (intanto potete leggere qui).
Nel frattempo godetevi le immagini su in alto nella gallery. (Potete ingrandirle cliccandoci sopra e poi farle scorrere con le frecce laterali)
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