Essendo stata innumerevoli volte a Londra – e avendo pubblicato qui innumerevoli post in proposito – non mi dilungherò su cosa fare e vedere in città e cose del genere. Credo di aver dato sufficienti consigli in proposito negli ultimi 10 anni. E poi siamo sinceri: chi ha voglia di vedere l’ennesima foto fatta male di Buckingham Palace (basta andare su instagram) o del Big Ben (che tanto è tutto impacchettato al momento)?
Prima di partire mi sono chiesta cosa fare nei miei due giorni londinesi; inizialmente mi era venuta l’idea di andare ad esplorare qualche posto nuovo, qualche quartiere carino e non troppo inflazionato dove non mi era ancora capitato di andare o dove non ero più stata da tempo. Poi però ho deciso per un approccio totalmente diverso. Amo Londra, ma di solito quando sono qui corro da una parte all’altra per fare più cose possibili nel tempo che ho a disposizione. Quello di cui ho bisogno in questo preciso momento della mia vita, invece, è riposo, liberare la testa e per una volta non correre di qua e di là con una lista di cose da fare (come invece è la mia realtà di tutti i giorni). Quindi ho deciso di non fare piani, di uscire la mattina dall’hotel e camminare il più possibile a zonzo per la città, senza meta, solo godendomi il fatto di essere a Londra.
Così per esempio sono andata appositamente a perdermi a Belgravia, secondo me una delle zone più belle del centro, scegliendo di svoltare a caso in questa o quella stradina, sedendomi per un po’ in una piazzetta carina, ripartendo e andando ancora a caso, finendo tra le mews e i giardinetti nascosti ad ogni angolo.
Un altro esempio è quando ho attraversato tutto Hyde Park con calma, godendomi il foliage ed osservando la gente che va a correre, i cigni sul fiume, le mamme a passeggio con le carrozzine…
Ad un certo punto sono entrata da Harrods, dove non andavo davvero da molti anni. Non è uno dei miei posti preferiti di Londra, però mi ero dimenticata quanto sia interessante fare un giro nel food court – davvero impressionante – dove per altro ho fatto il pieno di scones con clotted cream da portare a casa e dove finalmente ho provato un celeberrimo cronut (non ne avevo mai mangiati).
Sono anche stata seduta per un po’ a Sloane Square (mangiando degli scones dal sacchetto di Harrods, ahem). Questo è uno dei miei posti preferiti, anche se fino ad ora non ho mai capito perché, e comunque di solito ci passo andando di qua o di là, ma non mi era mai capitato di sedermi e guardare: mi è sempre sembrata una perdita di tempo. Questa volta, invece, ho scoperto che non è affatto una perdita di tempo, è anzi un modo per godermi la città con calma. Credo, stando lì seduta ad osservare, di aver finalmente capito perché mi piace tanto: è una bella piazzetta nel centro di Londra e dalle panchine sotto gli alberi ci si sente come nell’occhio del ciclone – una piccola oasi di pace mentre tutto intorno avviene la frenesia di Londra, senza che riesca a toccarti. Naturalmente aiuta il fatto che tutto intorno ci siano negozi bellissimi…
In zona c’è anche uno dei miei classici a Londra: la Saatchi Gallery, dove l’entrata è libera e dove hanno sempre mostre interessanti. Al momento c’è anche uno show delle Pussy Riot, dove il pubblico deve partecipare, che però è a pagamento. Io purtroppo non ho avuto tempo di partecipare (non dura poco), però sembra interessante…
Piccola parentesi shopping: solitamente quando sono a Londra me ne sto alla larga dalla zona di Oxford Street / Regent Street perché per me rappresentano un vero girone dell’inferno: migliaia di persone che entrano ed escono dagli enormi negozi delle solite catene che si vedono ovunque e che quasi ti impediscono di camminare per strada. Un vero incubo. Mercoledì mattina, però, uscendo dal nostro hotel che era proprio a Marble Arch, ho notato che Oxford street sembrava stranamente vuota… Ho deciso quindi di fare un giro e ho scoperto che un qualsiasi mercoledì mattina lontano dalle feste, nei negozi non c’è quasi nessuno. Credo di non aver mai visto Oxfrod Street e Regent Street così vuote e vivibili. Ne ho approfittato per andare nei negozi di tre delle mie marche preferite, che ad Amburgo non ci sono e che quindi di solito devo ordinare online: J.Crew (un mio classico da anni), Anthropologie, dove trovo sempre dei bei regali da fare) e Sézane, che è senza dubbio una delle mie marche preferite degli ultimi anni. Sì, perché a Londra c’è un negozio temporaneo di Sèzane, fino a fine anno, che è molto bello, anche se purtroppo non ha tutta la collezione, ma ha abbastanza cose carine da farmi arrecare seri danni al mio conto in banca…
Parlando dell’hotel, mi sono anche ritagliata un paio d’ore per lavorare. Stare in hotel quando ci si trova a Londra per due giorni può sembrare un’eresia, ma la nostra stanza a Marble Arch aveva una vista talmente bella su Hyde Park (si poteva scorgere anche la cupola della Royal Albert Hall), che in realtà lavorare da lì è stato un vero piacere.
Per pranzo mi sono invitata (piper-marito era in città per lavoro, quindi di giorno ero sola) da Heddon Street Kitchen, uno dei ristoranti londinesi di Gordon Ramsay. Non è economico, ma si mangia benissimo. Io fino ad ora avevo provato solo Bread Street Kitchen, che è molto più grande e anche più bello. Comunque si mangia ugualmente bene in entrambi.
A proposito di ristoranti, non avevo mai cenato in uno di quelli di Jamie Oliver, nonostante io e piper-marito adoriamo le sue trasmissioni tv (ne avevo già parlato qui nel 2012). Questa volta, quindi, siamo andati a cena da Barbecoa, dietro Saint Paul’s Cathedral. Allora, ci è piaciuto eh… però non è stata una delle cene migliori della nostra vita. Diciamo che io sono rimasta un filino delusa. Il mio piatto non era male, ma nulla di speciale. La carne di piper-marito a suo dire è stata una delle migliori che abbia mai mangiato, peccato gli sia arrivata fredda. Il dolce ha salvato completamente la cena: una creme brulee all’earl gray veramente divina. Accanto a Barbecoa c’è proprio Bread Street Kitchen, uno dei mille ristoranti di Gordon Ramsay a Londra, dove avevamo mangiato l’ultima volta che siamo stati in città, e onestamente devo dire che io avevo mangiato meglio là. Anche il mio pranzo da Heddon Street Kitchen, di cui ho parlato sopra, è stato meglio. Peccato.
Ancora un indirizzo: la prima sera siamo arrivati tardi, stanchi, ma soprattutto affamati. Abbiamo mollato le borse in hotel e poi siamo usciti a cercare qualcosa di veloce da mangiare. James Street e le stradine adiacenti sono sempre molto carine per fare un giro, nonché piene zeppe di opzioni per mangiare un boccone. Siamo entrati a caso da Patty & Bun (qui il sito), che abbiamo scoperto essere un piccolissimo posticino molto alla buona (senza piatti, per dire) che fa degli hamburger davvero buoni. Il mio hamburger vegetariano era ottimo, la carne è sostituita da una grossa fetta di fungo fritto. Buonissimo.
Infine, non ho proprio potuto non fare un salto a Trafalgar Square: adoro quando inizia a calare il sole e le luci si accendono e tu te ne stai lì, in mezzo a tutta la vita che ti scorre intorno, ad ammirare la bellezza.
Alla prossima volta, Londra!
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