Titolo: The Grand Tour (Non sono riuscita a trovare una versione italiana di questo libro)
Titolo originale: The Grand Tour
Autore: Agatha Christie
Anno: Il viaggio è del 1922, la riedizione che ho letto io del 2012.
Editore: Harper
“Desideravo ardentemente vedere il mondo, e non credevo che sarebbe mai successo davvero. Girare il mondo fu una delle cose più straordinarie che mi siano mai capitate.”
Questa frase spiega molto del perché la Christie decise di lasciare a casa la figlia di soli due anni e partire per un viaggio di dieci mesi intorno al mondo, per accompagnare il primo marito in una missione per conto dell’Impero Britannico. Erano gli anni ’20 e lei probabilmente pensava che questa sarebbe stata la sua unica occasione per vedere il mondo, in un’epoca in cui viaggiare era un lusso raro e un’impresa non sempre facile (non poteva sapere allora che la vita le avrebbe riservato molte più occasioni per soddisfare la sua passione per i viaggi). (E infatti, anni dopo, scrisse un secondo libro di viaggi, che io ho recensito qui)
Proprio per questo la raccolta di lettere, racconti e fotografie racchiusa in questo volume mi ha così affascinato: è una finestra aperta su un mondo che non esiste più, su un modo di viaggiare e comunicare che è ormai scomparso, su luoghi, costumi e popolazioni che ormai non sono più così diversi e cui, grazie alla facilità di spostarsi e comunicare che abbiamo oggi, ci siamo quasi abituati. Vedere tutto questo con gli occhi di una donna che faceva parte di un ristretto gruppo di persone che poteva fare viaggi così lontani e si trovava in posti immensamente diversi e mai immaginati prima, crea una certa emozione. Fa rimpiangere qualcosa che non si è mai visto né vissuto.
Non essendo questo uno dei celebri gialli della Christie, non c’è ovviamente una trama, tanto meno una trama dal ritmo serrato che tiene sulle spine. Anzi, si tratta di lettere e stralci di diario, scritte spesso in un inglese un po’ “vecchio”, ma non lasciatevi intimidire: in compenso ci sono un sacco di foto, mappe e carte (impazzisco), racconti interessanti e momenti divertenti, dovuti anche al fatto che la Christie fosse dotata di senso dell’umorismo e al suo modo di raccontare le cose.
In questo momento della mia vita, in cui per una serie di motivi posso viaggiare poco – almeno rispetto ai miei standard – questo libro è stato un balsamo, mi ha fatto sognare e mi ha ricordato la meraviglia che è scoprire il mondo. E che questa pausa non è per sempre…
Comment
Ciao Chiara è tanto che non lascio un commento ad un tuo post però ti leggo sempre. Ti volevo segnalare un paio di serie tv che ho visto in questo periodo (purtroppo sono stata malata e sono stata troppo tempo nel letto): la prima serie tv si chiama “Younger” è una storia molto divertente ambientata in una casa editrice newyorkese; poi c’è “Il Miracolo” serie italiana di sky da vedere; e infine “Picnic at Hanging Rock” che da poco è iniziato su sky ambientato nell’Australia degli inizi del novecento.
Buona serata Ersy