Torna dopo un sacco di tempo la rubrica Movie Night! È che tra il poco tempo che abbiamo e il fatto che spesso ci appassioniamo alle serie, negli ultimi mesi avevamo perso un po’ l’abitudine di guardare film. In realtà è un gran peccato e di recente abbiamo ripreso un po’ in mano la cosa… Ecco qualche titolo e il mio personalissimo (e per nulla esperto) giudizio di appassionata spettatrice… nel caso siate in cerca d’ispirazione su cosa guardare o meno nel fine settimana…
Paris can wait
Titolo italiano: Parigi può attendere.
Anno: 2016
Regia di Eleanor Coppola.
Con Diane Lane, Arnaud Viard, Alec Baldwin.
Sarò onesta: guardando il trailer senza sapere nulla di questo film, avevo inizialmente creduto fosse di Woody Allen. È decisamente stato un giudizio precipitoso e superficiale (basato solo sulle prime scene di un trailer), ma a me le inquadrature, la musica, la fotografia, i dialoghi… hanno subito fatto pensare ad Allen. Invece no. Ma assolutamente no. Purtroppo. Questo, infatti, è uno dei film più inutili che io abbia visto. Dovrebbe trasudare charm francese da ogni dettaglio, invece fa addormentare. Diane Lane è sempre affascinante, ma il protagonista maschile è di una pochezza e noia davvero rare. Per tutto il film i due non fanno che mangiare cibo molto francese, guidando una vecchia auto francese, su strade molto francesi, attraverso paesini molto francesi, ordinando dessert francesi, con un sottofondo di musica francese e… zzz… zzz… ti addormenti. No, di charmant in questo film non c’è proprio nulla. La storia poi è inesistente, segno che è stato puntato tutto sulle atmosfere – perdendo alla grande. Non consigliato.
The Book of Henry
Titolo italiano: Il libro di Henry.
Anno: 2017
Regia di Colin Trevorrow.
Con Naomi Watts, Jaeden Liberher, Jacob Tremblay, Sarah Silverman, Dean Norris.
A circa dieci minuti dall’inizio del film, piper-marito – che è meno paziente di me – voleva spegnere… e in effetti parte un po’ lento e non si capisce bene che tipo di film voglia essere. Io, però, ho voluto perseverare – e ho avuto ragione. Ad un certo punto c’è una svolta parecchio triste (non credo di aver mai pianto tanto) e poi ce n’è una molto interessante. Trovo l’idea del film davvero originale e solo per questo vale la pena una visione secondo me. Personalmente ho trovato molto interessante anche la figura della madre, interpretata da Naomi Watts: il suo percorso personale e interiore – quasi di emancipazione potrei dire – mi ha molto colpito. E poi, cosa ormai rara nei film, un bel finale. Uno dei film più particolari che io abbia visto nell’ultimo periodo. Consigliato.
Viaggio sola
Anno: 2013
Regia di Maria Sole Tognazzi.
Con Margherita Buy, Stefano Accorsi, Fabrizia Sacchi, Gianmarco Tognazzi.
Purtroppo niente di che, anzi. Dico purtroppo perché sulla carta prometteva bene: è la storia di una donna che fa l’ispettrice di hotel di lusso, quindi è continuamente in “missione” segreta per verificare l’effettivo livello di questa o quella struttura di lusso in giro per il mondo, fingendosi una normale cliente. Ed è la storia, ovviamente, dei suoi rapporti interpersonali in una vita di questo tipo. Di fatto non mi sembra sia stato approfondito nessunissimo tipo di tema durante tutto il film, che ho trovato piuttosto noioso. L’unica parte interessante è quella in cui conosce l’antropologa nell’hotel di Berlino: lì c’era un accenno ad un tema interessante, che però purtroppo è morto subito. Un gran peccato. L’altra cosa bella sono, ovviamente, le ambientazioni negli hotel di lusso in giro per il mondo. A parte questo c’è molto poco in questo film, che onestamente trovo un po’ inutile. Sono certa ci sia di meglio da guardare nel fine settimana. Non particolarmente consigliato.
It’s complicated
Titolo italiano: E’ complicato.
Anno: 2009
Regia di Nancy Mayers.
Con Maryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin, John Krasinski.
Ecco un altro film la cui cosa migliore sono le ambientazioni e la fotografia. Non mi lamento eh: adoro i film dove posso sospirare di piacere ogni volta che inquadrano degli interni da urlo, come qualche casa da cui prendere ispirazione e in cui sognare di vivere. E qui la casa di Maryl Streep è proprio splendida. Il fatto che le ambientazioni siano la cosa migliore, in ogni caso, non significa che il film non sia comunque piacevole. Certo, è un po’ la solita commedia romantica (non che questo sia un problema), però è “spostata” verso un’età più matura. Maryl Streep e Alec Baldwin hanno divorziato dieci anni fa, nel frattempo i figli si sono laureati e sono usciti di casa e ora lei si trova libera e in grado di cominciare una nuova fase della vita… tra alti e bassi, visto che nella vita raramente fila tutto liscio e che questa comunque è una commedia, quindi devono succedere cose. Devo dire che questo film mi ha dato fiducia nel futuro in un certo senso: quando fai figli è inevitabile pensare con un po’ di tristezza al giorno in cui se ne andranno. Ora sei il centro del loro mondo, il loro grande amore, ma dopo alcuni (velocissimi) anni non sarà più così. Mi rendo conto che per me è presto, visto che il secondo piper-baby non è ancora neanche venuto al mondo, ma sono pensieri che inevitabilmente si affacciano alla mente in certi momenti. Ecco, fa piacere che ci venga ricordato che tutto ciò è il normale, sano e giusto corso della vita. Che facciamo figli non perché restino piccoli e dipendenti, ma per renderli degli adulti decenti. E soprattutto, che dopo la vita continua e, per fortuna, prende nuove forme… che possono essere belle quanto quelle precedenti. Insomma, non uno dei film più belli che io abbia visto, anzi nulla di speciale, ma per il mio stato attuale l’ho trovato quasi terapeutico.
American made
Titolo italiano: Barry Seal – Una storia americana.
Anno: 2017
Regia di Doug Liman.
Con Tom Cruise, Domhnall Gleeson, Sarah Wright.
Diciamo che questo sarebbe un po’ il classico film sui contrabbandieri che negli anni ’80 portavano la droga dal Sud America agli Stati Uniti (e infatti c’è Pablo Escobar anche qui, figura ormai ricorrente tra cinema e tv in questi ultimi anni), a volte in modi molto fantasiosi per evitare i controlli. Queste leggende sono spesso molto romanzate, se non fosse che questa è una storia vera – ed è talmente incredibile, che rimani incollato a guardare anche se normalmente non è il tuo genere di film. Comunque, se interessa questo preciso periodo storico (la “era Escobar” per intenderci), secondo me piuttosto che questo film è più interessante la serie “Narcos”, su Netflix. Un ultimo appunto: ho apprezzato, in vesti totalmente diverse, il protagonista di un film che invece secondo me è davvero bellissimo (About Time, recensito qui) e che con sorpresa ho trovato qui: Domhnall Gleeson.
Voi avete già visto qualcuno di questi film? Cosa ne pensate? Altri titoli da suggerire?
Buon fine settimana a tutti!
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