Interrompiamo le trasmissioni per un post che non è molto da me, ma che può essere considerato il seguito di questo qui… Qui su Live from Hamburg cerchiamo solitamente di concentrarci sulle cose belle, positive, leggere e frivole, lasciando le cose meno piacevoli o più profonde nella vita vera. E dal prossimo post torneremo a fare esattamente questo, giuro. Oggi però ho l’impellente necessità di fare una sfuriata, prendetela così per quello che è. (Ma soprattutto non prendetemi sul serio. MAI.) Sono certa sia la mancanza di sonno a rendermi così acida e intollerante; quando tornerò a dormire tutta la notte mi passerà sicuramente, quindi prevedo di tornare ad essere una persona normale per quando i miei figli andranno al liceo.
No ma davvero, non avete idea del fastidio che sto provando in questi giorni – a causa di due motivi principali.
Il primo motivo della mia incommensurabile irritazione del momento è che nel fine settimana ho finalmente messo in ordine la libreria e ho scoperto di provare un odio feroce e viscerale (con una violenza che ha sorpreso anche me) per le case editrici che stampano i titoli sulla costa dei libri nel modo sbagliato. (Dicesi “costa” o “dorso” di un libro la parte più sottile che si vede quando un libro è infilato in verticale tra altri libri)
Sì perché esiste un modo giusto e uno sbagliato per stampare i titoli sulla costa dei libri e ci sono case editrici che lo fanno nel MODO SBAGLIATO!! Mi state ascoltando Adelphi e minimum fax??
Il titolo del libro sulla costa deve poter essere letto sia quando il libro è infilato in verticale nella libreria, sia quando è appoggiato in orizzontale sul tavolo con la copertina in su. Se quando il libro è appoggiato in orizzontale sul tavolo con la copertina in su, il titolo sulla costa non si può leggere perché e sottosopra, è stampato nel modo sbagliato. Punto.
Quindi, questo è un libro col titolo sulla costa stampato nel modo giusto:
Questo invece è un libro col titolo sulla costa stampato nel modo sbagliato:
Il fatto che esistano case editrici che stampano in modo sbagliato crea questo abominio nelle librerie della popolazione della terra: titoli un po’ in un senso e un po’ nell’altro! Ovvove!!
Questa pratica satanica dovrebbe essere vietata per legge! No, non mi interessa quali siano i motivi di cotanta aberrazione, care case editrici. Bisogna solo boicottarvi!
Il secondo motivo della mia incommensurabile irritazione del momento è che… è forse morto Karl Lagerfeld? Avete anche voi vagamente percepito questa notizia? Eh pareva anche a me infatti. Ci sono molti momenti in cui i social media mi infastidiscono tanto da farmi quasi venire voglia di buttare via l’iphone, ma quando muore una qualche celebrità è il peggio. La scomparsa di Karl Lagerfeld, però, le ha superate tutte. Negli ultimi giorni chiunque abbia banalmente un account instagram o un profilo facebook, ha per qualche inspiegabile motivo creduto gli fosse richiesto di scrivere un ultimo saluto al “re della moda” (questa cosa dei social media ci sta veramente sfuggendo di mano)… quindi la mia domanda è: ma tutta questa gente che ci ha tenuto a fargli un ultimo saluto, da vivo lo salutava? Ma soprattutto, lui se li filava? La risposta, in entrambi i casi, è NO.
Ho quindi un messaggio per tutti quelli che hanno ritenuto indispensabile commentare la cosa: gli ultimi saluti lasciateli fare alle testate di moda, che con lui ci hanno lavorato per decenni o alle vere influencer che hanno avuto l’onore di conoscerlo e collaborare con lui. I vostri ultimi saluti, credetemi, non sono necessari. No perché ho visto scrivere da chiunque, letteralmente chiunque, cose come “non posso esimermi dal commentare questa scomparsa”… Mah guarda, ti assicuro che puoi. Credimi.
Come sempre, durante i mondiali sono tutti allenatori, durante le elezioni sono tutti esperti di affari esteri, economia e sanità, mentre quando muore Karl Lagerfeld – ho scoperto – sono tutti esperti di moda. Soprattutto quelli che nella vita hanno sempre fatto altro. E infatti costoro negli ultimi giorni ci hanno inondati con rivelazioni mai sentite prima e punti di vista originali quali “era un genio” e “ha rivoluzionato la moda”. Maddai! Grazie per avercelo reso noto, senza di voi come avremmo fatto?
Una delle mie cose preferite al mondo (chi legge questo blog da un decennio forse lo saprà) è aspettare e poi scoprire le meravigliose pre-collections di Chanel, che tradizionalmente sfilano a dicembre in un luogo del mondo sempre diverso ogni anno e ad esso sono, di volta in volta, ispirate. Questo mio amore per tali sfilate di Chanel e la mia ammirazione per la genialità di Lagerfeld non mi hanno comunque fatto sentire l’irrefrenabile esigenza di intasare i miei social col mio punto di vista sulla faccenda – e questo perché ci arrivo da sola che non è nulla d’illuminante e che la gente di certo non aspettava la mia sacra parola. Ma vi dirò di più, mi sa che non aspettava nemmeno quella di Vogue, quindi figuriamoci la nostra! Spiace constatare che non tutti siano stati benedetti con tale consapevolezza.
E no, non venite a parlarmi del voler pagare il proprio rispetto alla memoria di un genio scomparso e bla bla bla… innanzitutto, sarebbe meglio che il rispetto ce lo aveste per tutti i vostri contatti che negli ultimi giorni hanno dovuto aprire i social e sorbirsi 40 “omaggi” tutti sostanzialmente uguali. E poi ho una rivelazione per voi: non che conoscessi Karl di persona (come d’altronde nemmeno voi), ma mi sembra nettamente il tipo cui dei vostri omaggi non sarebbe potuto fregare di meno. Per dire.
Se volete darmi il colpo di grazia, vi basterà regalarmi un libro con una raccolta di “omaggi” a Karl Lagerfeld e il titolo stampato nel modo sbagliato. Rischierei veramente l’ictus.
E con ciò, credo di avere bisogno di un weekend alla spa. O in casa di cura per persone instabili. A scelta.
P.S.: chi non è in grado di leggere questo post con la necessaria dose di ironia, sense of humour e leggerezza, prego passi oltre senza commentare. Se siete tra quelli che hanno omaggiato il ricordo di Lagerfeld sui social negli ultimi giorni, buon per voi. Non occorre che vi sentiate insultati, la mia parola non è legge e la mia opinione dovrebbe interessarvi il giusto, ovvero molto poco. Ognuno è libero di fare quel che vuole, anche esternare un momento d’irritazione sul proprio blog. Quindi avanti con le nostre vite, allez allez! Anzi, condividete con me cosa vi fa proprio saltare i nervi in questo periodo (e sì, potete dire questo post). Mi fa sempre piacere sapere di essere in ottima compagnia!
6 Comments
hahahaha Chiara il tuo post mi ha regalato cinque minuti di leggerezza in ufficio!
Cose che non sopporto ultimamente sono le persone che nella metro tirano su con il naso. Ma un fazzoletto noooooo? GRRRR
Un abbraccio
Lucia
Questa è effettivamente una delle cose più fastidiose ever, ovunque ci si trovi!
Ciò che non sopporto nell ultimo periodo lungo 35 anni? La gente in generale, mi sembra sempre più fessa e fuori di melone e mettici che i social hanno peggiorato la situazione!
Oh alcuni si salvano eh…. ma spesso mi viene in mente la citazione del buon vecchio Albert (Einstein)!
La tua libreria è ordinatissima la mia è ordinata come Hiroshima e Nagasaki dopo lo scoppio dell’atomica!
Ciao
E’ ordinata solo perché ho passato parte del weekend a metterla a posto. Non hai idea di com’era prima!
sto ridendo…ho colto tutta la tua ironia e capisco dal profondo la tua mancanza di sonno, non che abbia bambini che non dormano, sono io che per qualche mese ho sofferto d’insonnia e sono stata irritabile, bradipa durante il giorno e non mi è piaciuto per niente!
Lo so che te l’avranno detto in 200 (mandami pure a ca..mentalmente quindi) ma non devi aspettare il liceo, i maschietti dopo un po’ si regolano col sonno, almeno alle nostre latitudini (leggasi paesi del nord) perché in italia col cavolo che li mettono a letto alle 20 e che i bambini ci rimangono 😉
per il Karl io non uso social, ma pure i giornali erano intasati, tutti esperti su di lui ..quello che mi ha più colpito era la storia del gatto,choupette, non ho capito se erediterà veramente tutti i suoi beni. Se cosi fosse sto pensando di adottarla..chissà se si può 😀
sui libri, sai che non ci avevo mai fatto caso..adelphi era una casa editrice che acquistavo spesso in italia, non ci presto piu’ attenzione perché sono veramente pochi i libri cartacei che compro. Solo quelli per bambini, perché la loro libreria ha ancora spazio. La mia è satura! E si sta saturando anche quella digitale temo. Inoltre staro’ invecchiando ma quando prendo libri in biblioteca faccio una fatica a leggere i tascabili, scrittura troppo piccola, anche con occhiali..mi manca la funzione ingrandisci. E con questa ” perla” ti auguro di dormire e andare alla spa al piu’ presto.
Certo in casa mia, coi miei due, credo che sopravviverebbe poco..già me li vedo a fare esperimenti del gatto lanciato dal balcone, tanto per vedere se atterra.
Mi sto convertendo anche io sempre di più al kindle, ma ci sono alcuni titoli selezionati che desidero avere fisicamente, inoltre ci sono ancora alcune volte – non spesso ma capita – in cui la versione kindle di un titolo che voglio leggere non esiste… o quantomeno io non la trovo. Comunque se mai avrò una casa più grande non ho dubbi: aggiungerò degli scaffali per i libri!