Se c’è una persona totalmente avversa allo shopping e del tutto immune alle tentazioni del marketing, quella è mio marito. Il karma ha voluto unirci, in una costante lotta tra consumismo compulsivo (mio) e minimalismo monastico (suo). Non ho ancora capito se la punizione sia per me o per lui, o se proprio questa perfetta unione di YIN e YANG rappresenti uno dei punti di forza del nostro rapporto.
Fatto sta che quando, con occhi brillanti e spiritati, mi ha annunciato che sta continuando a comprare su un sito “pieno di minchiate, dovresti vederlo!”, mi sono decisamente insospettita.
Il sito è Wish, e molti di voi forse già lo conosceranno. Definire “minchiate” le cose che vendono – per pochi spicci, grazie alle sapienti economie di scala cinesi – è un eufemismo. Per dire, si spazia dall’accorcia peli del naso, al mai-più-senza riordina cavi, fino al copri water con simpatica fantasia natalizia. Quasi tutto a 1€/2€.
Mi ricorda certi cataloghi cartacei che si ricevevano per posta negli anni ‘90, ma il prezzo per quelle patacche era maggiore, e forse anche la nostra dignità.
Il vero dispiacere però è constatare che, dove io ho fallito con mio marito, il Dragone ha fatto breccia…
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