Titolo: Il filo del rasoio
Titolo originale: The razor’s edge
Autore: Somerset Maugham
Anno: 1944
Editore: Adelphi
A dire che Maugham è un genio della letteratura mi sento innovativa come ad aver scoperto la ruota nel 2019… direi che non è arrivato nell’Olimpo degli autori per caso, no? Eppure per qualche motivo lo avevo sempre snobbato e questo è stato davvero un errore da principianti che mai mi perdonerò. Comunque non è mai troppo tardi e ora che sono arrivata alla consapevolezza, non ho intenzione di fermarmi – infatti ho già acquistato altri tre titoli di questo autore, hem hem.
Questo romanzo Il filo del rasoio scritto divinamente (descrizioni potentemente evocative, personaggi vivi e perfettamente delineati, storia egregiamente strutturata, ecc…) in apparenza si occupa delle vicende e degli intrecci personali di alcune persone dell’alta borghesia di Chicago – nonostante il romanzo sia ambientato quasi interamente a Parigi e in Costa Azzurra. Questo primo livello, però, ne nasconde un secondo molto più profondo che coinvolge temi quali l’etica, la felicità, la ricerca della verità, la religione. Quella che inizialmente potrebbe sembrare una storia incentrata su vicende sociali, amore e odio, in realtà prende in esame i grossi quesiti della vita. Il motore di tutto questo è il personaggio di Larry, che se fisicamente appare poco, è in realtà la vera anima del romanzo – e in effetti è proprio l’anima poi, se vogliamo, il vero tema di tutto.
Solitamente mi spiace un po’ sottolineare i libri: li rispetto molto e temo di “rovinarli”. Quando, però, non posso proprio fare a meno di afferrare la matita, è sempre segno di qualcosa di imperdibile. A me è successo molto, soprattutto verso la fine, quando appunto è Larry a parlare.
Quando trovi un romanzo che riesce a mettere insieme mondanità e temi profondi in modo così naturale e scorrevole, sai di aver trovato qualcosa di speciale. Maugham, infatti, con Il filo del rasoio riesce a tenerti legato alle vicende personali e sociali dei protagonisti (rendendola una lettura piacevole e scorrevole) e intanto ti serve temi esistenziali come fosse la cosa più naturale del mondo (rendendolo un libro formativo, una lettura profonda e arricchente).
La critica implicita (almeno da parte di Larry) alla nostra società che riconosce il valore di un individuo solo nella misura in cui questo lavori e sia produttivo, altrimenti non sei nessuno, non hai un posto nella società – dando alla profondità dell’animo umano assolutamente nessun valore – è tutt’oggi molto attuale. Anzi questa contrapposizione tra la ricerca del materiale, della ricchezza, del successo (molto moderna e occidentale) da una parte e quella della serenità e della pienezza dall’altra oggi forse è ancora più attuale di quando il libro è stato scritto. Facendo attenzione, non è questa l’unica critica che si percepisce nel testo al nostro modo di vivere, ai valori della nostra società, alla superficialità dei nostri giudizi. Basta ascoltare con attenzione personaggi come Isabel, Elliot e Sophie.
Adoro che lo stesso autore abbia definito questo un “romanzo rosa”. Lo attribuisco al suo humor britannico. Diciamo che Il filo del rasoio è piuttosto un romanzo formativo sotto le mentite spoglie di un romanzo rosa.
Sarebbe tutto perfetto, se solo non ci fosse quel piccolo dettaglio del fatto che Adelphi stampa i titoli dei libri sul dorso al contrario. Ti prego Adelphi cerca di farcela, ti prego!!
In ogni caso, lo consiglio molto. Lo trovate qui – e qui in versione Kindle.
Di questo romanzo esistono anche due versioni cinematografiche, una del 1946 – che vinse anche un Oscar – e una del 1984, entrambe mantengono il titolo del romanzo, Il filo del rasoio. Inutile dire che mi sono già messa alla ricerca…
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