La rubrica degli inseparabili torna e svela in almeno un paio di punti la mia voglia di vacanze…
UNO // Serie tv “Coisa mais linda” – Netflix. Prima di parlare di questa serie, una premessa: non ne avevo mai sentito parlare, né bene né male, eppure non ho iniziato a guardarla per caso, anzi me la sono cercata attivamente. Il fatto è che le serie tv più in voga al momento sono per lo più cose un po’ “dark”, se non addirittura spaventose, che mettono in agitazione o comunque che richiedono uno “sforzo mentale” per seguire la trama e capire tutti i risvolti. Di solito mi piacciono (infatti ho amato GOT, a parte il finale), solo che mi trovo in un periodo in cui lo svago che mi serve è di tipo interamente leggero, positivo e allegro, ché di ansie ne ho abbastanza nella vita vera. (Piper-baby2 dopo le vacanze inspiegabilmente ha ricominciato a svegliarsi almeno 4 volte a notte, quindi piper-baby1 ha ritenuto questo fosse il momento migliore per ricominciare a svegliarsi di notte pure lui. Sto dormendo pochissimo e quel poco che dormo faccio sogni spaventosi, tipo che perdo i miei figli nella folla, entro nel panico e non riesco più a trovarli, né a correre perché c’è troppa gente, ecc… Insomma, non sono tranquilla e rilassata, quindi di dedicare il mio tempo a temi cupi non se ne parla) Cercando su Netflix qualcosa di estremamente leggero e allegro con cui distrarmi di sera dopo che i minions sono a letto (ma vado comunque a controllare 20 volte che respirino, perché abbiamo detto che in questo periodo sono serena), mi sono imbattuta in questa serie brasiliana, prodotta direttamente da Netflix. Il titolo originale è Coisa mais linda, qui in Germania Netflix me la segnala come Most beautiful thing, non so che titolo abbia nella versione italiana, che comunque esiste, visto che io la sto guardando doppiata in italiano, dato che l’originale è in portoghese, di cui non parlo una parola. Iniziamo con le cose belle: è ambientata a Rio de Janeiro negli anni ’50, nel mondo della musica, quindi le inquadrature di Rio, la moda e l’arredamento vintage sono un vero piacere per gli occhi, mentre il costante sottofondo di bossa nova è un vero piacere per le orecchie. Insomma già solo questo mette di buon umore, fa venire voglia di vacanze e di spensieratezza. E di tornare a Rio ovviamente. La storia è coinvolgente e motivante: un gruppo di donne, con storie diverse ed estrazioni sociali varie (c’è anche Adelia che viene dalle favelas) cerca di emanciparsi, far sentire la propria voce, ottenere successo e indipendenza, in un periodo storico e una collocazione geografica in cui le donne devono solo essere belle, pensare a sposarsi e far felice il marito e non possono nemmeno chiedere un prestito in banca per aprire una loro attività. Come avrete capito, quindi, non è tutto rosa e fiori, però è molto ispirante e motivante e certamente ambientazione, fotografia e colonna sonora aiutano a farla diventare una serie “feel good”, per stare bene. C’è solo un piccolo neo: la recitazione (o forse è il doppiaggio?) la fa sembrare una brutta soap opera sudamericana. Se si riesce a ignorare questo aspetto non poi così insignificante, la serie mi sta piacendo un sacco. Certamente non combacerà con i gusti di tutti, ma io la consiglio.
DUE // Custodia di pelle per notebook – Chi Chi Fan // Ho già parlato del mio amore per questo brand di Amburgo (la cui fondatrice e designer ha origini asiatiche): ne apprezzo la qualità, la semplicità e il fatto che non sia troppo diffuso, anzi è quasi anonimo e il logo è quasi invisibile – e questo mi piace molto. Posseggo diverse cose di questa marca, ma il mio ultimo acquisto – ormai di qualche mese fa – è probabilmente il mio preferito. Ho infatti finalmente trovato una custodia di pelle per il computer, che abbia tutte le caratteristiche che cercavo (credo ormai da anni): è vera pelle ma non del genere che si rovina solo a guardarla. Questo grigio è perfetto perché non è quel grigio chiaro che si sporca solo a prenderlo in mano, anzi è quasi un tortora un po’ scuro (tempo fa ne avevo adocchiata una color cipria di un’altra marca, ma ho capito istantaneamente che non sarebbe stata una buona idea: pulire la pelle è un incubo). Ha le dimensioni esatte per il mio computer e soprattutto è pagabile, cosa francamente rara tra le custodie di pelle che ho visto fino ad ora (va detto, però, che l’ho comprata in saldo. La buona notizia è che è ancora in saldo qui, anche se non in tutti i colori).
TRE // Nettalingua in rame. Chiedo scusa fin da ora per la totale mancanza di glamour di questo punto, ma sono fissata con l’igiene orale e vorrei fare propaganda. Che i cattivi odori siano legati in larga parte alla pulizia della lingua è cosa risaputa. Tempo fa, ricordo, esisteva la pubblicità di uno spazzolino da denti sul cui retro c’era una specie di spazzola di gomma da passare sulla lingua per pulirla. Io sinceramente mi sono sempre limitata a passare sulla lingua lo spazzolino da denti stesso, senza pensarci troppo. Ho da poco scoperto che è sbagliatissimo (pare), ma soprattutto ho scoperto l’esistenza di un prodotto che fino ad oggi mi era stato tenuto nascosto, ma che mi ha cambiato la vita! Ma cos’è questo complotto? Perché ne vengo a conoscenza solo ora?? Perché non se ne parla di più??? Se anche voi a quanto pare vivete come me in una caverna senza contatti col mondo civilizzato e quindi non sapete cosa sia un nettalingua, lasciate che vi spieghi. E’ un aggeggio da passare sulla lingua per pulirla e rimuovere la patina lasciata dalla flora batterica, infatti è in rame, materiale conosciuto per le sue proprietà antibatteriche e antimicrobiche – causa dei cattivi odori (pare). Maippiù senza. (Lo trovate qui)
QUATTRO // Bracciali in resina e foglie metalliche – Slypony. Se in inverno sono abbastanza pigra nell’indossare accessori – tanto comunque bracciali e collane vengono per lo più coperti di maglioni, cappotti e sciarpe – e mi trovo ad infilarmi le solite cose (di solito i miei due braccialetti d’oro vintage di piper-nonna e piper-suocera), con l’arrivo della bella stagione mi torna la voglia di variare e anche di usare accessori un po’ più allegri e meno impegnativi. Ho scoperto questa marca australiana Slypony almeno due o tre anni fa – in effetti è strano che io non ne abbia ancora parlato sul blog, visto che li amo talmente tanto che li ho anche regalati alle amiche. Trovo l’accoppiata di resina colorata semi-trasparente con foglia d’oro o d’argento particolarmente estiva. E poi sono leggerissimi, cosa non sempre vera per i bracciali rigidi. Un’altra caratteristica che mi piace di questa marca è che per ogni modello ci sono due o tre grandezze disponibili e questo è un dettaglio che apprezzo particolarmente perché nella stragrande maggioranza dei casi per me i bangles sono sempre troppo grandi e rischio di perderli, mentre so che c’è chi li trova sempre troppo stretti e fa fatica ad infilarli anche col pollice piegato in dentro. Prendere in considerazione diverse tipologie fisiche anche negli accessori è molto saggio. (Li trovate qui)
CINQUE // SUITCASE Vol. 72. Non è la prima volta che mi trovo a tessere le lodi di questa rivista, ma d’altronde al momento è la mia preferita. In effetti è l’unico abbonamento che ho ancora attivo: tra figli e lavoro, il tempo da dedicare alla lettura è talmente diminuito, che ormai anche National Geographic e National Geographic Traveller sono diventate letture saltuarie. Suitcase invece lo ricevo ancora, anche perché non essendo mensile, ma uscendo solo 4 volte all’anno, è decisamente più gestibile. E poi secondo me è una delle riviste migliori per quanto riguarda viaggi, cultura, moda e lifestyle. Purtroppo sono lontani i giorni in cui lo trovavo nella posta e potevo scartarlo e leggerlo tutto d’un fiato. Ora devo centellinare la lettura, il che significa che per alcune settimane porto il giornale con me un po’ ovunque (al posto del solito libro) nella speranza che si materializzino cinque minuti per finire un articolo e magari iniziare anche il seguente. Poco male: le copertine di Suitcase sono talmente belle, che non mi spiace averlo costantemente a portata di mano…
SEI // Diffusore per ambienti “Teddy on the road”, aroma jasmin – Thun. Me lo ha regalato piper-cugina ed è già dipendenza. Un paio di giorni dopo averlo aperto e posizionato in sala, ho subito verificato se fosse reperibile anche ad Amburgo o almeno online perché so già che quando lo finirò, vorrò ricomprarlo. Non voglio che la mia casa abbia altro profumo all’infuori di questo. Nonostante il nome, non sa eccessivamente di gelsomino. Sa di buono, di pulito, di confortevole, ma in modo delicato. E’ amore. (Lo trovate qui)
SETTE // Anelli d’oro “nude” e “giotto” – LIL Milan. Ho scoperto questa marca grazie a Instagram e me ne sono innamorata. Un po’ perché amo sostenere piccoli brand creati in Italia da giovani donne e un po’ perché trovo i loro prodotti pazzeschi e molto adatti al mio stile. Posseggo diverse cose di LIL, ne ho parlato qui e qui. Alcuni mesi fa ho acquistato un set di due anelli in oro giallo. Regalati da me stessa a me stessa perché hanno un significato preciso e molto personale. Li ho presi proprio con l’intento di utilizzarli tipo tatuaggio, tipo fede del matrimonio, quelle cose, insomma, che non togli mai. E infatti non li ho mai più tolti dal primo giorno: né per dormire, né per fare la doccia, né per nuotare o applicare creme e oli… tutto ciò è possibile perché è oro vero e perché il design è così semplice e minimale che non dà nessun tipo di fastidio. Ogni volta che mi ci cade sopra l’occhio sono felice (e succede spesso, visto che porto questi due anellini all’anulare della mano destra, che è quella che uso per fare tutto). Sono stupendi! (Li trovate qui)
E voi da cosa non riuscite a separarvi al momento?
2 Comments
Ho a portata di mano – letteralmente – un libretto del pediatra Berry Brazelton, dedicato ai bambini e al sonno. Se non sbaglio, in un post recente hai detto che il tuo bambino più piccolo ha circa otto mesi: Brazelton indica questa età come uno dei famosi “touchpoint”, ossia dei momenti cruciali – e critici, di conseguenza – dello sviluppo del bambino, in corrispondenza dei quali il sonno risulta alterato a causa di nuove conquiste legate, per lo più, alla sfera del movimento e a una nuova consapevolezza del mondo circostante. Non so se possa essere una consolazione per i molteplici risvegli notturni, ma la ragione dovrebbe essere questa!
Bel post, come sempre! Ely
Grazie per il commento! In effetti sembra combaciare con quello che sta succedendo: è molto più “mobile”, sa fare più cose, ha iniziato a tirarsi in piedi (solo se aggrappato a qualcosa) e in generale interagisce di più col mondo… e riuscire a farlo addormentare (e far sì che continui a dormire) è diventato un incubo. Speriamo si quieti in fretta perché sto morendo di stanchezza.