Nell’attesa che i miei inseparabili diventino creme solari e teli da spiaggia (oddio che voglia di mare e di vacanze!), ecco le cose da cui non riesco a separarmi al momento…
UNO// Big Little Lies 2 – Sky. Ho adorato la prima stagione talmente tanto, che temevo fortemente la seconda mi avrebbe deluso. Purtroppo è spesso così: un libro stupendo o un film meraviglioso il cui seguito non può proprio competere, oppure le serie tv che iniziano col botto e poi diventano man mano sempre peggio. Devo dire che in questo caso (almeno fino alla puntata 3) Big Little Lies 2 ce la sta ancora facendo piuttosto bene, anche se la prima stagione era un piccolo capolavoro. Diciamo che secondo me si nota un leggero peggioramento, ma non ai livelli di Stranger Things, dove la prima stagione era fenomenale e la seconda decisamente NO (sono comunque curiosissima di vedere la terza). In ogni caso, al momento aspetto sempre con ansia il lunedì sera per la nuova puntata di BLL. Trovo molto interessante il personaggio interpretato da Maryl Streep, diverso da qualsiasi cosa avesse fatto fino ad ora. Vediamo come prosegue, ma secondo me promette bene. (Qui in Germania questa serie è trasmessa da Sky, ma le puntate sono acquistabili anche su iTunes Store)
DUE// Abito in cotone – I caftani di Roby Zu. Ho acquistato questo caftano due estati fa (ma anche la collezione di quest’anno è stupenda)(no, non è un post sponsorizzato), trovandolo meraviglioso ma anche un po’ vistoso e dubitando che lo avrei messo spesso. Quell’anno ho avuto ragione perché l’ho comprato a fine stagione e poco dopo sono tornata ad Amburgo, quindi ho fatto in tempo a metterlo un paio di volte prima di doverlo archiviare. L’estate scorsa ero enormemente incinta, quindi non mi entrava nemmeno. Quest’anno? In pratica non sto mettendo altro. Lo abbino a sandali di cuoio, bracciali di legno, borsa di paglia e via, mi sento come se vivessi al mare. Mi sa che appena torno in Italia vado a dare un’occhiata dal vivo ai modelli di questa stagione…
TRE// Candela “Wellness” – Boltze. Non molto tempo fa attribuivo al mio rifiuto per le candele profumate il fatto che stessi invecchiando ed ecco che una delle cose da cui non riesco a separarmi ultimamente è una candela profumata. Che io stia ringiovanendo? In realtà questo è stato un acquisto del tutto casuale. L’altro giorno, dopo aver lasciato piper-baby2 dai nonni, sono andata dal dentista. L’appuntamento è durato molto meno di quanto credessi e questo mi ha lasciato una mezz’ora di tempo tutto per me (miracolo!!) prima di andare a prendere piper-baby1 all’asilo. Ho impiegato il tempo facendo una cosa che faccio estremamente di rado da quando ho due figli piccoli: sono andata a gironzolare senza meta in un bellissimo negozio di cose per la casa. Mentre osservavo rapita enormi lanterne di vetro che i miei figli riuscirebbero a disintegrare con la sola forza del pensiero e tappeti candidi che a casa nostra resterebbero tali per un massimo di 30 secondi, ho preso in mano una candela senza pensarci e l’ho portata al naso. BAM! Mai annusato nulla di più celestiale. Il nome non mente: questo profumo crea benessere istantaneo. Di cosa profuma? Di quel momento in cui la natura inizia a virare dalla primavera verso l’estate. Se volete che io sia più precisa, ecco cosa dice la confezione. “Pianta verde acquatica con una nota muschiata”. Note di testa: ozono, melone, pera, cetriolo, ananas. Note di cuore: fresia, ciclamino, geranio. Note di fondo: ambra grigia, muschio, lampone, pesca. La cosa che mi piace è che la marca Boltze è di Braak, un paesino qui subito fuori Amburgo, e produce cose per la casa davvero carine. Mi piace sostenere le imprese locali.
QUATTRO// Crema di Camembert – Alpenhain. Se siete salutisti, non leggete questo punto: già i formaggi non sono tra le cose più sane del mondo (eufemismo), quando poi sono modificati così, ancora peggio. Ma d’altronde il mio piatto preferito notoriamente sono le patatine fritte, sicché direi che di certo nessuno legge questo blog per trovarci dei consigli nutrizionali, quindi a posto così. Non riesco a smettere di mangiare questa crema di Camembert non solo perché è buona, ma anche perché mi riporta al mio viaggio in Brasile. So che sembrano due cose che non c’entrano tra di loro il Brasile e un formaggio francese, quindi per spiegarvi la mia fissazione con questo prodotto, devo fare alcuni passi indietro. Quando sono all’estero, una delle cose che adoro fare è la spesa al supermercato, per curiosare tra i prodotti e le marche che da noi sono sconosciuti. Uno dei miei supermercati stranieri preferiti è senza ombra di dubbio la catena Zona Sul che ho scoperto a Rio de Janeiro. Ne avevamo uno proprio sotto casa a Ipanema e adoravamo andare a fare la spesa lì. Tra i prodotti brasiliani di ogni tipo, mi colpì però la presenza dei formaggi della marca Président, che è francese e che trovo anche qui ad Amburgo in quasi ogni supermercato. Ah, la globalizzazione. Una cosa che non avevo mai visto, però, e che ho scoperto proprio lì, è la crema di Camembert, che si è rivelata essere più o meno la cosa più buona del mondo e non so quanti chili ne ho mangiati mentre eravamo a Rio. Da allora ho cercato questo prodotto ovunque, senza fortuna. Sembra non esistere né in Germania né in Italia. Che sia un prodotto creato dalla marca Président solo per il mercato brasiliano?? Non voglio crederci. (L’ultima volta che sono stata a Parigi mi sono dimenticata di guardare se lì c’è, no comment) Comunque finalmente ho trovato un degno surrogato in questa crema di Camembert di Alpenhain, che è buonissima. Però, devo dire la verità, non buona quanto quella di Président, quindi mi auguro che prima o poi anche quella arrivi da noi.
CINQUE// Ciabattine nere di pelle – Tamaris. C’era una volta una giovane ragazza (io)(sto parlando di parecchi anni fa) totalmente avversa al nero. Mentre le blackaholic di mezzo mondo lodavano le doti di sobrietà e versatilità di questo colore-non-colore, considerandolo il più chic, facile e abbinabile del mondo, io me ne tenevo alla larga, trovandolo triste e noioso. Poi ho cominciato a lavorare nell’agenzia di relazioni pubbliche dove sono tutt’ora e uno dei nostri clienti (nota marca di orologi), ci ha imposto di indossare il total black durante gli eventi stampa. Così nel corso dell’ultimo decennio mi sono trovata a mettere insieme lentamente tutta una collezione di capi neri, dagli abitini ai top, dai pantaloni ai maglioni. Inizialmente lo facevo solo perché non avevo scelta, ma piano piano ho imparato che un outfit di un solo colore, addirittura quando il colore in questione è il nero, non deve essere per forza noioso, anzi. Il trucco è giocare con i materiali e le forme. Ad un certo punto ho scoperto l’acqua calda, ovvero che un look total black può essere interessantissimo e originale. Meglio tardi che mai. Ora indosso il nero molto, molto volentieri e addirittura d’estate. L’ultimo arrivo nella sezione nera del mio armadio sono queste ciabattine che devo dire mi hanno risolto dei problemi di eleganza calzaturiera estiva, visto che i sandali sono considerati eleganti se hanno il tacco o applicazioni scintillanti e quella roba lì. Io preferisco di gran lunga questa versione piatta e comodissima, resa elegante dal nero e dal piccolo dettaglio della mini rouche su una delle due bande. (Vestono piccolo: io porto il 35-36, ma in questo caso ho dovuto prendere un 37) E ora resto in attesa della battuta per cui le scarpe di una marca che si chiama Tamaris sono tamarre….
SEI// Quaderno con planisfero – Fringe Studio, Culver City. Che io ami scrivere non è esattamente un mistero, visto che ben 12 anni fa ho aperto questo blog proprio per dare sfogo a questa mia passione. Da almeno un paio d’anni sono anche molto interessata alla pratica della gratitudine, abitudine a mio parere di gran valore, ma che sfortunatamente non viene naturale e spontanea… almeno non a me. Ho provato con i classici diari della gratitudine, pensando che obbligandomi ad un appuntamento fisso quotidiano e a sforzarmi di dover trovare tre cose al giorno per cui essere grata, sarei riuscita a farla diventare un’abitudine. Invece ho scoperto che un sistema così rigido e schematico mi limita e mi annoia e quindi alla fine continuavo a lasciar perdere. Da qualche mese ho iniziato a tenere un diario e devo dire che la pagina bianca da riempire liberamente quando ne sento la voglia o la necessità è un sistema molto più libero e creativo per rendermi conto di quante infinite cose ho di cui essere grata nella vita e di quanti progetti e idee ho, che prima di buttarle giù nero su bianco svanivano costantemente negli impegni quotidiani che tendono sempre a fagocitare tutto il resto. (Questo quaderno risale a un paio di anni fa, quindi sul sito ufficiale non c’è più, ma qui ne trovate uno simile)
SETTE// “Album” – Ghali. Sì, lo so che è un disco del 2017, quindi non proprio una novità ecco. Dato, però, che di recente ho sentito che entro la fine dell’anno uscirà l’album nuovo di Ghali, che conterrà gli ultimi singoli che sono davvero belli, mi è tornato in mente e ho ricominciato ad ascoltare il suo album precedente e niente… non riesco a smettere.
E voi da cosa non riuscite a separarvi al momento?
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