Salve o popolo di gente che stranamente segue ancora i miei consigli…
Oggi parliamo di cibo, uno dei temi a me più cari. Ma non cibo vulgaris, oh no. Roba di classe, stellata…
In particolare vado a narrarvi le nostre gesta da Vittorio, a Brusaporto, vicino a Bergamo. Mi scusi il pubblico internazionale per questo cenno provinciale.
Prima di tutto… perché è importante… quanto abbiamo pagato? Contanti o carta?
Carta… ma… Fidaty !!! Si, abbiamo “pagato” con la nostra lealtà verso la grande Esselunga, che ancora una volta si è guadagnata il mio amore e rispetto per aver messo nel catalogo punti questa esperienza meravigliosa. (E questa non è una pubblicità)
Conoscevo già di fama questo posto ed avendone parlato con cari amici è emersa la voglia di provarlo insieme. Così abbiamo deciso di sfruttare i nostri numerosi punti accumulati.
Non siamo frequentatori assidui di ristoranti di così alto livello, ovviamente (3 stelle Michelin) e anzi avevamo tutti un po’ di dubbi prima di provare. I classici pregiudizi del tipo “si ma dopo l’intuizione di remota percezione di emulsione di aragosta” e “sentore di polvere di caviale su letto di uovo all’uovo” si esce con le visioni dalla fame? Per non saper né leggere né scrivere mi ero appuntata il nome del kebabbaro più vicino, detto “Unghia Nera”. Per altro l’idea di entrare in un posto con il voucher del supermercato ci aveva messo in uno strano mood da sindrome da persecuzione “Eccoli!!! Arrivano i morti di fame!! Quelli coi punti! Mettiamoli nell’angolo vicino alle cantine e passiamo loro gli avanzi degli ospiti veri.”
Invece no, siamo stati trattati coi guanti: servizio impeccabile e un menù di 5 portate, a base di pesce.
Ogni due per tre qualcuno ci raccontava un piatto, ci versava da bere, ci offriva venti tipi di pane caldo appena sfornato o passava a sincerarsi che andasse tutto bene. In particolare la Signora Rossella in persona (pare sia una nota personalità del loco) con una parure di diamanti pari al PIL totale del Burkina Faso.
E noi che volevamo solo essere lasciati in pace a fotografare come dei pazzi i piatti senza dare nell’occhio…
Tutto davvero gustoso e appagante del palato, del cuore -data l’ottima compagnia- e della vista. Quest’ultima, alla fine della serata, leggermente appannata dal Sauvignon che ha accompagnato il tutto.
Quasi fino a dimenticare la vergogna per essere arrivati -per motivi logistici- con la mia Y rigata ambo i lati e uno specchietto penosamente riparato con lo scotch, in un parterre di automobili in cui le più cheap erano BMW. Ci siamo dimenticati invece, più o meno consapevolmente, di aspettare la Signora Rossella che ci teneva tanto a salutarci a fine serata.
Grazie Esselunga! Il consiglio che non mi avete chiesto è quindi di sfruttare tutti o parte dei vostri punti da Vittorio, se ne avete e siete indecisi.
Che di vasi di porcellana o coltellini per il pesce palla avete una vita per accumularne.
Ma potete usare anche una carta tradizionale e strisciare senza gli omaggi dell’EI FU Caprotti se vi gira, eh. Per un’occasione speciale resterà un ricordo davvero piacevole.
Leave A Reply