Era da un po’ che mancava questa rubrica, ma d’altronde dal fatto che manco io del tutto dal blog ultimamente, credo si intuisca che non ho tempo quasi per nulla… talvolta nemmeno per fare caso a cosa uso particolarmente e mi rende felice. In questo periodo, però, ci sono cose da cui mi separo talmente poco o che mi regalano talmente gioia, che non potevano non saltarmi all’occhio. Ecco allora i miei inseparabili del momento.
UNO// Crema mani + burrocacao al cactus – Hej Organic. Ammetto di essere stata attirata da questa marca per via del colore: con quel verde acido quasi neon come fai a non notarla? Questo si è rivelato poi essere anche esattamente il motivo per cui non me ne posso più separare, visto che finalmente non devo più ravanare mezz’ora nella borsa prima di trovare la crema o il burro cacao (che nonostante si avvicini la primavera, mi servono ancora centordici volte all’ora): con quel verde acido quasi neon come fai a non notarli? A livello di idratazione non sono affatto male, ma non sono nemmeno tra i prodotti migliori che io abbia provato, visto che lo stato di screpolatura delle mie mani e labbra è da record, però da tenere in borsa sono davvero perfetti, quindi li ricomprerò di certo. (Qui trovate il set)
DUE// Quotidiano della domenica “Welt am Sonntag”. Ho sempre desiderato avere l’abbonamento ad un quotidiano e riceverlo come prima cosa al mattino, ma la realtà della mia vita non si è mai prestata a questa mia fantasia: le mie mattine, sia pre- che post-figli, non prevedono tempo da dedicare in tutta rilassatezza alla lettura delle notizie dal mondo, quanto piuttosto delle corse al limite dell’equilibrio psicofisico per non arrivare tardi ovunque (lavoro, asilo, ecc…). Per fortuna esistono le versioni domenicali dei quotidiani, ma io non mi ero mai decisa ad abbonarmi nemmeno a quelle: abbiamo sempre vissuto in appartamento e l’idea di scendere in ingresso la mattina prima di colazione – ancora pigiamata e non lavata – rischiando di incontrare qualche vicino, è sempre stata un deterrente (e dovermi rendere presentabile per scendere a prendere il giornale prima ancora di aver bevuto il caffè, avrebbe completamente rovinato tutto l’effetto “lettura del quotidiano in relax a colazione la domenica mattina”). Ora però è cambiato tutto. Ora la domenica mattina, quando scendo in cucina, devo passare davanti alla porta d’ingresso. Per prendere il giornale mi basta letteralmente allungare la mano (restando in pigiama e con i capelli in disordine nientemeno). BIG WIN! Quindi la mia fantasia di colazioni lente con caffè e quotidiano si è materializzata? Ovviamente no: ho due figli piccoli. Però diciamo che a colazione riesco almeno a scorrere i titoli principali, mentre nel corso della giornata a spizzichi e bocconi riesco a leggere le cose che mi interessano di più. E’ un inizio dai.
TRE// Pittura. Ora che in casa il caos post-trasloco sta diminuendo e ho ricominciato a trovare di nuovo – quasi sempre – le cose che cerco, sono riuscita a rimettere le mani sui miei colori e pennelli. (Il consiglio dell’esperto: in fase di trasloco, mettere gli scatoloni con le cose che non servono immediatamente in posti a caso e senza criterio tra taverna e mansarda si rivelerà essere un incubo subito dopo, ossia quando per trovare qualsiasi cosa devi farti continuamente almeno tre piani di scale su e giù a ripetizione finché trovi quello che ti serve) E quindi nelle ultime sere invece di continuare a sistemare casa, ho ricominciato a dipingere. L’arte della procrastinazione mi riesce divinamente. Quella della pittura un po’ meno. Però almeno sono rilassata.
QUATTRO// Biscotti al burro “Galet de Quimper” – Filet Bleu. Li ho presi letteralmente per caso al supermercato. Dovevo fare la spesa ma ero in estremo ritardo, sulla lista avevo scritto biscotti e a quel punto avrei buttato nel carrello qualsiasi cosa, infatti ho preso la prima confezione che mi sono trovata davanti: era in uno stand proprio in mezzo al passaggio anziché in fondo nell’aera biscotti – ovvero erano o in promozione o un prodotto nuovo che stanno spingendo. Con me hanno avuto un successo totale. Contengono una percentuale di burro talmente alta che ti si sciolgono in bocca. Ed è subito dipendenza. Apprezzo anche che all’interno della confezione (di carta) i biscotti siano confezionati due a due, in modo che se non li mangi tutti nel giro di pochi giorni, non si seccano. Apprezzo molto meno che le confezioni interne di due biscotti siano di plastica. Auguriamoci che presto le ditte smettano questa pratica barbara e si concentrino sulla carta o altri materiali sostenibili.
CINQUE// Acne patch – Noacne. Lo stress di trasloco, ristrutturazione, mutuo e quant’altro non è passato senza lasciare segni, anzi diciamo pure che non avevo un’infestazione di brufoli così almeno dalla pubertà. Disperata, ho fatto la prima cosa ovvia che mi sia venuta in mente: ho googlato “acne patch”. E poi ho scelto quelli che costavano meno, questi qui dal nome auto-esplicativo di “no acne”: non essendo sicura dell’effettiva efficacia, non ho voluto spenderci molto. Ora, il prezzo più basso in assoluto raramente garantisce una buona qualità e infatti devo dire che non ho sperimentato miracoli purtroppo. Però un effetto portentoso questi cerottini anti-brufolo ce l’hanno: mi impediscono di tormentarmi costantemente la zona interessata, che se no poi mi restano dei segni che se ne vanno dopo ere: se sopra il brufolo c’è un cerotto, io non posso toccare il brufolo. Elementare e anche efficace, infatti non mi separerò mai da questi cerottini. Detto questo, in teoria dovrebbero assorbire il sebo e curare l’infiammazione, io però non ho particolarmente la sensazione che mentre il cerotto sta sul brufolo aiuti a farlo sparire, ma tant’è, stiamo parlando di acne patch, non di Houdini. Comunque la prossima volta proverò quelli di un’altra marca. Va anche detto che la descrizione spergiurava fossero praticamente trasparenti, ma no amici, decisamente no, quindi meglio indossarli solo in casa. In ogni caso li trovo di grande aiuto. (Qui quelli che prenderò la prossima volta)
SEI// Maglione mariniére – Dixie. Preso in Italia a gennaio durante i saldi, ero sinceramente indecisa se comprarlo nonostante il forte sconto: non ero certa che l’ennesima mariniére – anche se in versione maglione – sarebbe stata una buona idea… lo avrei davvero messo o c’è un limite alle mariniére che una persona può umanamente indossare? La mia scoperta empirica è che no, non c’è alcun limite. Non si possono avere troppe mariniére, pare. Lo sto mettendo tantissimo, sia da solo che con una camicia a righe, ma verticali, come in foto – abbinamento che, a sorpresa, mi piace un sacco.
SETTE// Libro. Da questa cosa mi sono separata a fatica nei giorni scorsi, ora però l’ho dovuto fare: ho finito di leggere il libro. Dato che ho quasi finito di scrivere la recensione e che quindi sarà uno dei prossimi post, non voglio anticipare altro. Stay tuned.
E le cose da cui voi non riuscite a separarvi al momento quali sono?
Buon fine settimana a tutti!
2 Comments
Cose da cui non riesco a separarmi:
1. libri della Riley, quelli delle 7 sorelle, all‘inizio non mi ispiravano ma ho iniziato dall’ultimo, ambientato in Africa, poi ho scoperto che in un altro parlava della Potter e del Lake district quindi ormai ero presa.
2. muji..è finalmente arrivato in Svizzera e sono sempre lì, per penne, quaderni ma anche per i bambini. I loro vestiti sono fantastici. A prova di ginocchia i pantaloni.
3. Burro cacao/ rossetto giallo di Occitane, mantiene quello che promette.
4. Zainetto marca Zwei, mademoiselle versione piccola, ci metto dentro di tutto anche iPad mini. Ora che ho ricominciato a lavorare è comodissimo. La cosa per me buffissima è che il design dicono sia svizzero ma è prodotto in Germania 😂 il nome e i colori mi hanno attirato, adoro i numeri pari
Non conosco assolutamente questi libri, ma ora sono molto incuriosita!