Questa mattina, quando facebook mi ha riproposto come al solito i ricordi di questa giornata negli anni passati, mi sono chiesta come mi sentirò quando l’anno prossimo mi verrà ricordato questo periodo piagato dal Covid-19. E, a sorpresa, mi sono risposta che tutto sommato avrò dei ricordi anche positivi, e probabilmente ce li avranno anche i miei figli.
Non parlo, ovviamente, di quello che sta succedendo nel mondo, quello è orribile. L’ansia e la paura per la salute mia e dei miei cari e per l’incertezza del futuro e anche il non poter vedere la mia famiglia e non sapere quando questo sarà possibile, sono cose che mi tengono sveglia la notte (letteralmente) e che ricorderò con orrore. Parlo della quotidianità di questa quarantena. So che per molti è davvero pesante stare in casa e non poter fare le solite cose né vedere gente per così tanto tempo, ma per me in realtà non è così. Innanzitutto, viviamo nella casa nuova da meno di sei mesi e sinceramente potermela godere e poterci godere il giardino sempre, non solo nel fine settimana, è piacevole. E poi normalmente passerei gran parte della giornata in settimana lontana da piper-figli e piper-marito. Trovarci improvvisamente a passare tutta la giornata insieme, per settimane, nella nostra bella casa nuova è una situazione francamente privilegiata che probabilmente non ricapiterà più nella vita. Abbiamo davvero il dono di poter passare enormemente più tempo con i bambini di quanto sia normalmente concesso, in un’età in cui si sviluppano davvero di giorno in giorno. Naturalmente non è tutto paradisiaco eh. Lo stress di stare tutti insieme per forza 24/7 spesso si fa sentire e anche i momenti belli hanno sempre sullo sfondo le preoccupazioni del periodo. Però sinceramente sono grata di questa possibilità.
Comunque, stando sostanzialmente sempre in casa, come potete immaginare gli aggiornamenti sono quantomeno scarsi, ma ecco qualche piccola inutilità del periodo, per distrarci un po’ da questa quarantena…
- All’inizio della quarantena avevo iniziato a leggere Tropico del Capricorno di Henry Miller, che avevo comprato ad un mercatino delle pulci in Liguria la scorsa estate e che volevo leggere da tempo. Questo mi sembrava il periodo ideale per immergermi in un libro nuovo di cui ero molto curiosa. Ho scoperto che non è il libro giusto per me in questo momento. Seguire le vicende di uno scrittore bohémien che butta via le sue giornate a Parigi tra piaceri vari mi stava facendo venire sempre più il nervoso e questo mi portava a prendere in mano il libro sempre più raramente, preferendo occupare i momenti liberi in altro modo – e questo non è mai un buon segno. Ho notato che, in alcuni casi particolari, se un libro mi piace o meno dipende anche dal momento e dalla situazione personale in cui mi trovo. Ho deciso che non volevo rovinare in questo modo un libro che non vedevo l’ora di leggere, quindi ho preferito metterlo da parte per il momento. Ho capito che adesso ho bisogno di un libro in egual misura leggero e coinvolgente, che mi distragga ma in modo positivo. Credo di aver individuato il romanzo ideale. In un post dell’anno scorso avevo spiegato perché il romanzo Il terzo relitto di Barbara Bellomo fosse per me il libro da vacanza ideale: è coinvolgente e leggero e mette insieme due dei miei interessi: i romanzi gialli e l’archeologia. Quello però, avevo scoperto leggendo, era il secondo dei tre romanzi che l’autrice ha pubblicato fino ad ora. A questo punto devo solo decidere se leggere prima il romanzo seguente e poi se mai passare al primo o se cominciare dall’inizio. (I tre romanzi sono totalmente slegati e indipendenti tra loro, ma nel secondo ho trovato diversi riferimenti al primo che purtroppo non sono riuscita a cogliere, non avendolo letto)(Li avevo già scaricati entrambi la primavera scorsa, ma poi avevo dato la precedenza ad altre letture)
- Di solito passo le vacanze di Pasqua in Liguria, tra la casa di famiglia in campagna e quella al mare. Va da sé che in questo momento la mia nostalgia stia toccando picchi altissimi, tanto che ho addirittura provato a fare la focaccia da sola (immagino nessuno sarà mortalmente sorpreso di sapere che non mi è venuta particolarmente bene). Piper-marito però ha provato a replicare il sugo di noci – che non so se sia un piatto tipicamente ligure, ma lo troviamo in tutti i negozi di pasta fresca della Liguria. Ecco a lui è andata meglio, anzi gli è venuto talmente bene e talmente uguale all’originale, che credo non vorrò mangiare altro per i prossimi mesi. Appena riesco a fargli sganciare la ricetta, la pubblico.
- Ho scaricato una app che ti dice che pianta ti trovi davanti semplicemente fotografandone le foglie o i fiori. Si chiama PlantNet e l’ho usata tutto il fine settimana per capire cosa, esattamente, abbiamo in giardino. Gran parte dei nomi mi dice molto poco, visto che non è affatto il mio campo, quindi non so esattamente cosa aspettarmi da quei rami che stanno mettendo ora le gemme. In alcuni casi avevo capito da sola a cosa mi trovavo davanti: abbiamo alcuni alberelli di lillà, vari rododendri, delle ortensie, un paio di rose, un albero di mele e uno di ciliege. C’è una cosa, però, che mi ha stupita tantissimo: stando a quello che dice la app, in giardino abbiamo un salice piangente… solo che non è piangente. Cioè i salici piangenti io li ho sempre visti con quelle chiome folte che scendono a cascata verso il terreno, formando a volte come delle capanne tutto intorno al tronco. Ecco, il nostro invece ha i rami che puntano verso il cielo. Ho controllato bene bene bene e foglie, rami, corteccia e gemme sembrano davvero combaciare: è un salice piangente. E allora perché non piange? Ho fatto un po’ di ricerca, ma non trovo nulla in proposito. Non capisco se è così perché è stato potato e quindi poi i rami si piegheranno di nuovo quando ricresceranno, o se boh, forse è ancora troppo piccolo e giovane e quindi si curverà in futuro crescendo? Forse i rami dei salici iniziano a ricadere verso terra dopo una certa lunghezza? Tipo che da giovani tendono verso l’alto pieni di belle speranze e ad un certo punto della vita perdono le speranze, sentono il peso dell’esistenza e diventano piangenti? Sarebbero molto umani se fosse così, va detto. In ogni caso, qualcuno ne sa di salici più di me e sa confermare se questo sia effettivamente un salice piangente, ma soprattutto quando inizierà anche a sembrarlo?
- E comunque le nuvole rosa al tramonto sono in grado di dare una sfumatura positiva anche alla giornata di quarantena peggiore…
E voi che fate? Buon proseguimento di quarantena a tutti. Teniamo duro!
4 Comments
Anche qui la quarantena ci ha uniti di piu’, aperitivi, merende insieme..a turno, perché nel mio caso ho potuto andare a lavorare mentre mio marito era a casa. Quello che è stata dura è stata essere oltre che mamma anche insegnante dei miei figli, in una lingua non mia, una fatica..lavorare e seguirli nei compiti che le maestre mandavano via whatsapp è stata una impresa. Anche perché con gemelli io avevo tutto doppio ma diverso.
Mi manca pero’ non dover cucinare, perché una cosa che nessuno dice è che ora mangiamo sempre a casa quindi le mamme si devono occupare di tutti i pasti, beh a turno col marito.
I ristoranti stanno soffrendo parecchio quindi ogni tanto ordino qualcosa, tipo la pizza, e anche nei piccoli negozi perché la paura è che dopo questa crisi chiudano.
Sì in effetti io sono estremamente grata che nessuno dei miei due vada già a scuola perché davvero non so come farei. Per il resto mi sembra di passare le giornate a cucinare, pulire e raccogliere giochi, in un ciclo continuo senza sosta, lol.
A parte questo, poter stare a casa tutti insieme per così tanto tempo con i bambini piccoli è un’occasione che normalmente non sarebbe mai capitata, quindi sto cercando di viverla come tale, anche se non è sempre facile,
Comunque mi hai ricordato che potrei ordinare la cena ogni tanto…
Anch’io devo dire che non mi è particolarmente pesato questo periodo di quarantena. Non ho figli e la mia routine non è cambiata granché (studio e smart working) ma anche solo il fatto di evitare quell’ora e mezza che passo sui mezzi tutti i giorni e lo stress connesso è stato un enorme miglioramento di vita. Oltre al fatto che ho avuto più tempo per cucinare come si deve, stare con il mio compagno senza i minuti contati…tant’è vero che dopo quasi 60 giorni a casa stiamo facendo delle riflessioni di vita importanti 😉
Non so, mi piacerebbe che qui in Italia questo periodo servisse a far capire a tanti che non esiste solo il lavoro e che l’horror vacui che provano avendo del tempo libero potrebbe essere riempito con cose piacevoli, ma purtroppo stiamo già vedendo che si smania per tornare a quello che c’era prima.
Ps il tuo giardino è la mia invidia! Vivi davvero in un posto incantevole (o almeno così sembra dalle foto), posso solo immaginare quanto sarà bello in estate
Grazie! Pensa che io all’inizio non ero sicura di voler davvero comprare questa casa: la trovavo troppo lontana dal centro e avrei addirittura rinunciato al giardino per andare più in centro. Poi valutando tutte le componenti, non ultima il fatto di avere due figli piccoli, abbiamo deciso di venire qui e adesso so che è stata la decisione giusta. (Comunque il giardino è davvero un sacco di lavoro, non credevo!)