…allora Maometto farà meglio ad andarci lui, ai mercatini delle pulci. (Se siete confusi, continuate a leggere)
In un anno normale (quindi NON il 2020), qui ad Amburgo saremmo nel pieno della stagione dei mercatini delle pulci, che – come ho testimoniato infinite volte qui sul blog – sono una delle mie attività preferite. Tra le cose che il maledetto Covid-19 ci ha tolto, quella di non poter fare i mercatini è ovviamente una delle più marginali e superficiali, però ammetto che a me manca molto. Quando di recente (grazie a piper-suocera) ho scoperto l’esistenza di quello che sostanzialmente è un mercatino delle pulci perenne al chiuso (che, messo in altri termini, altro non è che un enorme robivecchi), non ho perso tempo e sono corsa a vedere di persona. Come dicevo, se i mercatini delle pulci non vanno da Maometto, toccherà a lui trovare un’alternativa (Maometto in questa assurda metafora sarei io, se non si fosse capito). Ovviamente l’esperienza non è paragonabile a quelle belle domeniche mattina di sole in cui ci si aggira tra le bancarelle, col chiasso della gente e la musica in sottofondo, per poi fermarsi a bere un caffè con un’amica… però in tempi di crisi si fa quel che si può e devo dire che il posto è piuttosto interessante.
So che non c’è bisogno di dire che non ne sono uscita a mani vuote, quindi vado direttamente ad illustrare cosa ho scovato, perché ho fatto un ritrovamento pazzesco. Dopo aver messo gli occhi su un tavolino di modernariato in vetro e metallo dorato e un piatto vintage di quelli che io adoro (entrambi per pochissimi euro)…
…la mia attenzione è stata attratta da un quadro e quando poi l’ho messo a fuoco è stato amore folle.
Ho bisogno del quadro n.893745823746852? NO.
Ho spazio in casa per appendere il quadro n.893745823746852? NO.
La cosa mi interessa? No, esatto.
Il mio primo pensiero, quando ho visto il soggetto, è stato: “potrebbe essere una villa sulle colline di Hollywood” (ho poi scoperto di esserci andata pazzescamente vicina, mi congratulo). Mi è piaciuto talmente che nonostante le dimensioni, l’ho stipato in macchina e me lo sono portato a casa.
Visto che la stampa in questione è un po’ sbiadita, avevo intuito che fosse piuttosto vecchia, quindi, tornata a casa, ho fatto una ricerca sull’autore e sulle sue opere, anche per vedere se riuscissi a trovare qualche altra sua stampa da comprare, talmente mi piace questa qui.
Mi si è aperto un mondo.
William Buffett (che non sembra essere imparentato con Warren Buffett, il milionario) è un artista della California del sud, diventato popolare tra gli anni ’70 e ’80 grazie ai suoi dipinti e alle sue stampe raffiguranti vedute varie di Los Angeles e della California del sud (come quella che ho io). In seguito si è trasferito a New Orleans, visto il suo amore per la musica Jazz, e si è fatto conoscere per i suoi ritratti di musicisti jazz di colore.
La stampa che è ora in mio possesso e che si chiama “Graciosa”, come la strada che raffigura e che si trova subito sotto il Griffith Observatory di Los Angeles, è del 1986.
Facendo ricerche sull’autore e sulle sue opere, ho scoperto che alcuni dei suoi lavori sono stati usati sui set di film e serie tv, come “I soliti sospetti”, “Heat”, “Melrose Place”, “I Robinson”… Ho anche scoperto che le sue stampe ormai sono piuttosto rare, però con un po’ di fatica si trovano ancora… ma a che prezzi! Le più economiche che ho trovato vanno dai 98€ ai 200-300€. Quando poi sono firmate dall’artista si sale anche a 400-500€. I dipinti, più rari e ovviamente tutti firmati, sono sopra i 1.000€. Naturalmente tutto senza cornice. A questo vanno aggiunte le spese di spedizione dall’America (e,verosimilmente, le spese di dogana)(quindi no, non ho in programma di comprare altri lavori di questo artista).
Sì perché le opere che sono riuscita a trovare di William Buffet vengono quasi tutte dagli Stati Uniti. Mi sono quindi lasciata trasportare dalla fantasia, immaginandomi una coppia amburghese che ha comprato questa stampa in viaggio in America negli anni ’80. Ipotizzando che ora si siano disfatti del quadro perché si sono trasferiti in casa di riposo (o forse non ci sono più?), potremmo dedurne che negli anni ’80 non fossero già più giovanissimi, quindi forse è stata la loro prima vacanza di nuovo solo a due, lasciando i figli ormai grandi a casa. Probabilmente hanno scelto questa stampa come ricordo del loro viaggio a Los Angeles. Il fatto che abbiano scelto questo soggetto, che raffigura un’opera architettonica, mi fa immaginare che lui fosse architetto e lei forse giornalista, oppure lavorava in una casa editrice. O forse lui professore e lei psicologa, chissà. Il quadro è rimasto appeso per quasi 35 anni in salotto, accanto alla libreria, proprio di fronte alla porta-finestra da cui entra luce tutto il giorno, motivo per cui, negli anni, si è sbiadita… Questa è una delle cose che adoro dei mercatini delle pulci: immaginarmi la vita precedente degli oggetti che trovo. E questa è praticamente una storia da souvenir, con la differenza che in questo caso il souvenir non è mio (ah sì e anche che è una storia inventata). Che poi ok, tecnicamente non è un souvenir del mio viaggio, però mi ricorda il mo viaggio a Los Angeles come se lo fosse.
Comunque i precedenti proprietari, se è vero – come credo – che hanno comprato questa stampa negli USA, l’hanno poi fatta incorniciare una volta tornati qui in Germania. Come lo so? Perché, esaminando il quadro, ho notato sul retro della cornice la dicitura “Made in West Germany”, ovvero fatto nella Germania Occidentale. Quindi anche la cornice è precedente al 1989 e, con quella dicitura, è un reperto vintage in sé. Visti i prezzi attuali delle opere di William Buffett e lo status vintage sia di stampa che di cornice, non posso credere di aver comprato entrambe per… 16€!
Dio, adoro i mercatini delle pulci!!
P.S.: per prepararvi, almeno spiritualmente, al ritorno dei mercatini (speriamo in questa vita), in questo post avevo raccolto i miei consigli su come affrontare al meglio l’esperienza.
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