Titolo: Schlaflos in Seoul
Sottotitolo: Ein Jahr in Korea
Autore: Vera Hohleiter
Anno: 2009
Pagine: 192
Genere: letteratura di viaggio / biografia
Cit.: “Ich sah mir mehrmals Lost in Translation an und ich verstand Charlotte, die sich orientierlungslos und perspektivlos durch Tokio treiben lässt und keine Ahnung hat, was sie mit ihrem Leben anfagen soll. Viele meiner Freunde empfanden den Film als höchst frustrierend, aber mich interessierten vor allem die grellen Bilder, die schrillen Nebenfiguren, die absurden Situationen und die endlosen Kamerafahrten durch Tokio. Als ich mir den Film wieder und wieder auf DVD ansah, wusste ich: Ich wollte wieder nach Asien. Nach Asien, wo alles bunt und schnell ist, wo man mitten in der Hektik der Millionenmetropolen Ruhe findet, in buddhistischen Tempeln, kunstvoll angelegten Parks und Teehäusern […] Warum nicht Korea, dachte ich mir. Warum nicht? Ich wollte nicht nur durch Korea reisen, ich wollte Korea richtig kennelernen.”
Trad.: “Guardavo spesso Lost in Translation e capivo bene Charlotte, che si lascia trascinare per Tokyo, senza orientamento e senza meta e non ha idea di cosa fare della sua vita. Molti dei miei amici trovavano il film parecchio frustrante, ma a me interessavano soprattutto le immagini abbaglianti, i personaggi eccessivi, le situazioni assurde e le infinite carrellate attraverso la città di Tokyo. Mentre riguardavo in continuazione il film su dvd, mi fu chiara una cosa: volevo tornare in Asia. In Asia, dove tutto è colorato e veloce, dove in mezzo a metropoli enormi si trova la tranquillità nei templi, nei parchi artisticamente realizzati, nelle case del tè […] Perché non la Corea, pensai. Perché no? Non volevo solo fare un viaggio in Corea, io volevo conoscerla davvero la Corea.”
Inizierò col dire che Schlaflos in Seoul è un libro scritto in tedesco da un’autrice tedesca e no, non è stato tradotto in nessun’altra lingua perché è sostanzialmente un’opera minore e piuttosto di nicchia (credo infatti che l’autrice, che nella vita fa altro ma che sul suo account instagram dà buoni consigli di lettura, abbia scritto solo questo libro). Quindi ovviamente è adatto solo a chi parla tedesco, ma la buona notizia è che, anche se per leggere un intero romanzo in tedesco si deve sapere la lingua relativamente bene, non serve però avere un livello particolarmente avanzato in questo caso. Tutto sommato Schlaflos in Seoul è il racconto dell’esperienza in Corea di una giovane donna, non un trattato sull’astrofisica, quindi tratta temi immediati di vita quotidiana e la lingua usata è piuttosto semplice e scorrevole. Secondo me è un ottimo modo per ampliare il proprio vocabolario e migliorare la lingua. Tra l’altro costa davvero poco, quindi se siete indecisi vi consiglio di provare (in fondo al post ho messo i link diretti se volete ordinarlo).
Mi sono imbattuta in questo libro ad un mercatino delle pulci qualche anno fa e – appassionata di viaggi, culture straniere ed esperienze di vita all’estero e innamorata dell’Asia quale sono – l’ho comprato immediatamente senza nemmeno trattare sul prezzo com’è usanza fare ai mercatini. D’altronde Seoul, e in generale la Corea, sono da anni ai primi posti della mia lista dei desideri di viaggio. Devo ammettere, però, che c’è un ulteriore motivo per cui sono stata attirata dalla copertina di questo libro: Schlaflos in Seoul è sostanzialmente il riadattamento del titolo tedesco (“Schlaflos in Seattle”) di un famoso film americano del 1993 di Nora Ephron, “Sleepless in Seattle”, che in italiano è stato tradotto come “Insonnia d’amore”. L’ho trovato un dettaglio simpatico e, sommato a tutto il resto, me lo ha fatto acquistare immediatamente.
Comunque, nonostante l’entusiasmo iniziale, Schlaflos in Seoul è finito nella mia (già corposa e in costante espansione) pila dei libri che devo ancora leggere e lì è rimasto per un paio d’anni, perché – non saprei dire bene il motivo – ho continuato a preferirgli altri testi. Ad un certo punto però – non saprei dire bene il motivo – ho deciso che era giunto il momento e l’ho iniziato. L’ho letto in un momento in cui avevo davvero pochissimo tempo e continuavo ad andare a letto tardi, però mi sono impegnata per leggere un capitolo ogni sera prima di dormire. La divisione in brevi capitoli (in media una decina di pagine a testa) lo rende perfetto per essere spezzettato quando si ha poco tempo e devo dire che questo è diventato un piacevolissimo rituale serale per me. Leggere delle giornate coreane di qualcun altro è un bel modo per concludere le proprie giornate amburghesi, ho scoperto.
Schlaflos in Seoul ha riacceso in me la voglia di esplorare posti sconosciuti e vivere nel mondo, scoprire nuove realtà, familiarizzare con nuove quotidianità, continuare il mio percorso per diventare cittadina del mondo. Naturalmente mi ha anche ricordato che non è sempre tutto bello e facile: come sa chiunque abbia vissuto all’estero, non importa quanto entusiasmo si abbia e quanto ci si trovi bene nel Paese di arrivo, vivere all’estero presenta sempre sfide, momenti difficili, a volte anche delle vere e proprie crisi… ma sono proprio questi i lati della vita che fanno crescere di più, no? E poi, a distanza di tempo, anche i momenti più difficili e imbarazzanti offrono grandi spunti di ilarità e umorismo. Su questo Vera Hohleiter è evidentemente d’accordo con me.
Leggere Schlaflos in Seoul da non-tedeschi, poi, presenta anche un simpatico risvolto: nel vedere le reazioni e i giudizi della protagonista a determinate usanze e consuetudini coreane, si riconosce perfettamente il carattere teutonico dell’autrice. Più di una volta, leggendo le sue reazioni e i suoi ragionamenti, mi sono trovata a ridacchiare pensando “typisch Deutsch!”.
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Comment
Grazie per il consiglio letterario. Confermo quanto dici a proposito del linguaggio usato. Mi sono ritrovata a capire ogni frase dell’ incipit in tedesco anche se il mio è piú che arrugginito…