Non avevo capito niente

Titolo: Non avevo capito niente

Autore: Diego de Silva

Anno: 2007

Editore: Einaudi

Pagine: 309

“Spesso la gente non ha le emozioni chiare, altro che le idee”

Un altro libro letto quest’estate in vacanza perché avevo bisogno di leggerezza e un po’ anche di una risata (solo io?). E in effetti sono arrivate sia la leggerezza che le risate. E anche qualche riflessione. Perché in Non avevo capito niente, tra le vicende tragicomiche dell’avvocato Vincenzo Malinconico, lui stesso ci guiderà – di digressione in digressione – tra analisi brillanti della vita e dell’animo umano, così complicato ma anche no. E’ facile immedesimarsi nel protagonista: c’è un pezzettino di avvocato Malinconico in ognuno di noi, è la parte più sgualcita e raffazzonata delle nostre esistenze. E’ un perdente-ma-non-troppo che ci regala la speranza che, se è andata bene addirittura a lui, possiamo stare tranquilli.

Riguardo alla trama, non è esattamente di quelle avvincenti che ti obbligano a continuare a girare le pagine, anche perché la cosa più interessante in Non avevo capito niente non è “quello che succede dopo” bensì le riflessioni – a tratti geniali – del protagonista su vari aspetti dell’esistenza.

Non lo considero un libro eccelso, né diventerà uno dei classici della mia libreria, però è ideale se state attraversando un periodo un po’ pesante (tipo…mmmhhhh… un secondo/terzo lockdown?) o se volete ritrovare la voglia di leggere, partendo da qualcosa di leggero e divertente, ma che nasconde pagine geniali.

E poi io all’avvocato Malinconico un po’ mi ci sono affezionata, la verità.

Insomma, tenderei a consigliarlo, soprattutto in questo periodo, ma senza aspettative altissime, ecco.

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Immagine del titolo: Foto di Pexels da Pixabay.