Titolo: Ragazza, donna, altro
Titolo originale: Girl, woman, other
Autrice: Bernardine Evaristo
Anno: 2020
Pagine: 520
Ho comprato questo libro attirata da titolo e copertina, senza aver letto una singola parola di recensione al riguardo. Semplicemente, essendo una novità (è uscito a novembre, io l’ho letto a gennaio-febbraio), continuava ad apparirmi nelle pubblicità e nei “consigliati per te”. Non sapevo cosa aspettarmi. Adoro quando questi acquisti d’impulso si rivelano scelte azzeccatissime. Mi è piaciuto da morire. Prima di iniziare, voglio togliere di mezzo l’unica critica che ho da fare a “Ragazza, donna, altro”: dove diamine sono i punti?? E’ come se Bernardine Evaristo avesse deciso di ispirarsi al giovane Holden, ma andare oltre ed eliminare totalmente i punti d’interpunzione. Alla fine della frase non c’è il punto, la frase seguente non inizia con la maiuscola, sicché dove finisce una proposizione e dove inizia quella dopo, più che capirlo, devi vagamente intuirlo. Almeno ci ha lasciato le virgole. Le sono molto grata. Certo, mi rendo conto che questa “fluidità” nella scrittura fa da specchio alla fluidità e libertà dei racconti e delle storie, resta il fatto che io comunque no, non sono una fan di questa scrittura avanguardistica.
Questo, in ogni caso, è l’unico problema che ho avuto con “Ragazza, donna, altro”. Per il resto, posso dire che è un libro FANTASTICO.
Ho vissuto questo romanzo come se fosse un ritrovo di veterani che si raccontano ricordi di guerra, solo che in questo caso si tratta di donne che raccontano le proprie vite. Sì perché “Ragazza, donna, altro” non è un racconto lineare. Non mi limiterei nemmeno alla definizione di “romanzo corale”. Anzi non è affatto un racconto, bensì mille, che sono poi in fondo lo stesso. Ci sono salti temporali avanti e indietro e anche geografici di qua e di là. Ma soprattutto ci sono loro. Le donne. Un mosaico di facce, di personalità, di passati, presenti e futuri, che spesso si intrecciano tra loro, a volte sapendolo, a volte no. E proprio come le donne, ognuna di queste storie ha mille sfaccettature, più livelli di lettura, molteplici punti di vista e non un’unica verità. Donne nere (e una bianca), con provenienze, radici, storie, realtà, classi sociali, orientamenti sessuali e generazioni molto diverse. Ci sono artiste libertine, anziane contadine del nord della Gran Bretagna, giovani studentesse, attiviste, donne in carriera, insegnanti frustrate, figlie, mamme, nonne, donne single e libere… Ma soprattutto sono donne senza etichetta, donne con contraddizioni, sfaccettature, strati. Donne reali. Questo mix di voci generalmente ignorate dalla nostra cultura, ci regala uno sguardo nuovo e quantomeno anticonvenzionale sul presente. E’ proprio in questo bouquet di declinazioni creato dalla Evaristo che sta gran parte della potenza narrativa del romanzo.
In effetti no, “Ragazza, donna, altro” non è un mosaico, è qualcosa di più organico, è movimento, è creazione. E’ come sentire un canto di voci singole, ognuna col suo tono, la sua melodia, la sua direzione… per poi renderti conto che in realtà si tratta di un vero e proprio concerto. Ogni storia sta in piedi da sola, vive di vita propria, ma contribuisce anche a creare un’opera più grande e complessa.
Il palcoscenico principale è Londra, e non uso la parola palcoscenico in modo casuale, dal momento che è un’opera teatrale a fare da invisibile filo conduttore a questo libro. Si tratta di una Londra contemporanea, moderna, post-Brexit, a metà tra la multiculturalità delle nuove generazioni e il conservatorismo delle vecchie classi sociali. Tra modernità e tradizione. E’ in questo ambiente che si muovono, nei modi e nelle direzioni più variegate, tutte le protagoniste create magistralmente da Bernardine Evaristo.
Se volete saperne di più, io ho trovato questa intervista con l’autrice molto interessante.
Assolutamente consigliato! Non lasciatevi intimorire dalla mole (oltre 500 pagine), perché è molto scorrevole e coinvolgente e poi essendo diviso in storie e personaggi non si ha la sensazione che sia un mattone. Davvero, io stra-consiglio di leggerlo.
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