Titolo: Nella Polvere (edizione italiana in uscita a luglio 2021 per Adelphi)
Titolo originale: The Forgiven
Autore: Lawrence Osborne
Anno: 2012
Pagine: 305 (la versione originale che ho letto io)
Qualche anno fa lessi un articolo, credo nella sezione libri del New York Times, in cui il giornalista consigliava la seguente tecnica di lettura: concentrarsi su un autore alla volta, leggendo tutti o quasi i suoi libri, prima di passare ad altro. Ho sempre pensato che non fosse una tecnica adatta a me. Ero certa che dopo un po’ mi sarei stufata di leggere troppi libri di uno stesso autore (che verosimilmente rimane più o meno sempre all’interno dello stesso genere) tutti in una volta. Pensavo che per me fosse meglio spaziare continuamente tra autori, generi e storie diversi, come faccio di solito. Poi ho incontrato Lawrence Osborne e le mie certezze si sono sgretolate. Sto cominciando a capire che, nonostante il mio rapporto d’amore ed odio con questo scrittore britannico, Osborne sia probabilmente in realtà il mio autore preferito. Non posso più fare a meno dei suoi romanzi. E quindi, senza averlo pianificato, mi sono effettivamente trovata a seguire il consiglio di quell’articolo: ultimamente sto leggendo quasi tutti i libri dello stesso autore. Per ora ho letto “Cacciatori nel buio“, “Il turista nudo“, “Shangri-la”, “Ballata di un piccolo giocatore”, “Bangkok” (di questi ultimi due parlerò presto) e sto aspettando che mi arrivi anche l’ultimo romanzo, uscito pochi mesi fa (l’ho appena ordinato).
Il mio preferito però probabilmente è The Forgiven (la versione italiana si chiama Nella Polvere), di cui tra l’altro hanno appena finito di girare il film con Ralph Fiennes e Jessica Chastain che uscirà quest’anno (NON VEDO L’ORA!!). In effetti credo sia proprio per questo che verrà finalmente pubblicata – da Adelphi – la traduzione italiana di questo romanzo, che è del 2012. Infatti io l’ho letto in inglese all’inizio di aprile perché in italiano non esisteva e letteralmente due giorni dopo averlo finito è arrivata la notizia che a luglio 2021 uscirà la versione italiana. (Se non trovate informazioni più precise, è normale: non le trovavo nemmeno io, infatti ho dovuto scrivere una email ad Adelphi per saperne di più, e anche così mi hanno indicato solo “luglio” per la pubblicazione, senza data precisa, che immagino si saprà più avanti e che metterò qui sul blog appena ne verrò a conoscenza)
Il romanzo inizia in un resort privato nel mezzo del Marocco, un antico Ksour (villaggio berbero fortificato) acquistato da una coppia di anglo-americani molto ricchi, gay ed eccentrici, che lo hanno ristrutturato e trasformato in una residenza da vacanza in cui invitare amici e conoscenti – altrettanto ricchi, dissoluti ed eccentrici – per dei lunghi weekend di festeggiamenti e stravaganze varie. Al momento della cena di benvenuto, quando i circa 40 ospiti arrivati da ovunque si riuniscono in uno dei saloni, due invitati, marito e moglie, mancano all’appello. Quando finalmente faranno la loro comparsa, ore dopo, molto provati, spiegheranno di aver avuto un incidente: hanno investito un ragazzo del luogo, saltato in mezzo alla strada all’improvviso. Ma è andata davvero così? Qualcosa è rimasto non detto? E questo episodio che conseguenze avrà?
C’è chi definisce Nella Polvere un noir, un thriller, ma in realtà non lo è nel modo classico (come tutti i libri di Osborne del resto) e comunque è di un livello e una di una raffinatezza superiori alla media. E questo sia per quanto riguarda la trama e l’ambientazione, sia per la profondità dei personaggi, la complessità delle relazioni interpersonali e delle reazioni umane agli eventi e in generale alla vita.
La scrittura impeccabile di Lawrence Osborne crea un’atmosfera sublime in cui mettere a nudo la psiche umana e in cui svelare pian piano una trama coinvolgente, tecnicamente non proprio da romanzo giallo, ma che crea lo stesso effetto: è impossibile smettere di leggere. Un giallo canonico inizia, generalmente, con un omicidio o un crimine di simile gravità e il resto del romanzo è passato a cercare di dipanare la matassa degli eventi e scoprire il colpevole. Ma questo non è quello che succede in Nella Polvere (e in generale nei racconti di Lawrence Osborne): l’architettura dei suoi romanzi è più raffinata di così. E poi io non li definirei nemmeno dei gialli, quanto piuttosto il mix perfetto tra noir, letteratura di viaggio e romanzi d’introspezione. Il mix perfetto per me, quanto meno.
L’atmosfera di lusso eccentrico dello sfondo su cui si svolgono le vicende contrasta fortemente con la realtà rurale e povera del Marocco sahariano. Potrebbe sembrare un “bianchi ricchi (gli invitati) contro poveri neri (lo staff marocchino)”, ma in realtà è molto, molto più complesso di così. Lo scontro di culture e di classi sociali raramente è semplice e in Nella Polvere se ne percepiscono diversi livelli, molteplici sfaccettature.
La spensieratezza dei festeggiamenti a bordo piscina, tra uno champagne d’annata e musica jazz suonata dal vivo ad ogni ora, stride immensamente con le vicende drammatiche che piano piano si dipanano. Da qui Lawrence Osborne ci prende per mano e ci fa addentrare sempre di più in un Marocco sconosciuto, segreto, desertico, non ancora toccato dai flussi turistici e per questo genuino ma anche impenetrabile agli stranieri. Un Marocco che, si percepisce chiaramente, l’autore stesso ha conosciuto in prima persona. Anche questa è una delle caratteristiche ricorrenti dei suoi libri, uno degli aspetti che amo di più.
Questo scrittore viene generalmente paragonato a Graham Greene, di cui è un po’ considerato il naturale successore. Io (come avevo già avuto occasione di spiegare) in lui vedo similarità con W. Somerset Maugham, che infatti non a caso è un altro autore del cuore per me.
Non riesco a smettere di leggere i libri di questo autore, ma soprattutto io vorrei da morire fare un viaggio con Lawrence Osborne.
In ogni caso la lettura di Nella Polvere è fortemente consigliata. Io l’ho amato. Appena sarà possibile ordinarlo in italiano, aggiornerò questo post con i link. Nel frattempo, se qualcuno volesse leggerlo in versione originale (The Forgiven), metto i link qui sotto.
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Comment
Bene e quindi indubbiamente ti piacerà anche “The Glass Kingdom”. Pubblicato in inglese, ambientato a Bangkok ,tra connubi tra farangs e autoctoni, con una storia che un po’ stride….ma che funziona. In caso buona lettura.
Roberto.