Amo leggere sì, ma il mio amore per i libri va oltre questo. Il mondo dell’editoria mi ha sempre affascinato tantissimo, soprattutto il “dietro le quinte”: come nasce un libro, come funziona una casa editrice, chi fa cosa… Tanto che, dopo la laurea, avevo accarezzato l’idea di fare un master in editoria (esiste davvero!). Beh, in realtà l’idea l’avevo molto più che accarezzata: mi ero informata su tempistiche e costi, su come iscrivermi… poi la vita si è messa di mezzo – come spesso fa – e ho accantonato l’idea. La passione e la curiosità, però, mi sono decisamente rimaste – oltre all’amore per la lettura, naturalmente.
Solo per fare un esempio, tra i miei account preferiti da seguire sui social media ci sono quelli di autori e case editrici. Ce n’è uno in particolare che amo molto: è interessante, utile e spesso soddisfa la mia curiosità di sbirciare dietro le quinte dell’editoria. Si tratta del profilo instagram Bookblister, della editor e scout Chiara Beretta Mazzotta. Da lì ho scoperto il suo blog, il suo sito, i suoi corsi e il suo lavoro direi a 360° nel mondo dell’editoria.
Il suo instagram è un vero piacere da seguire perché è interessante, dà spiegazioni chiare ed esaurienti e poi lei è molto simpatica e carismatica. E’ diventata in fretta una delle mie icone e così ad un certo punto mi sono fatta coraggio e l’ho contattata per chiederle di poterle fare delle domande più approfondite. Se seguite il mio blog, in cui spesso si parla di lettura, probabilmente il mondo dei libri interessa anche voi, o forse addirittura avete un libro nel cassetto che vorreste pubblicare o anche solo un’idea per un romanzo. In ogni caso, condivido qui l’intervista che ho fatto a Chiara Beretta Mazzotta, certa che potrà interessare e magari essere utile a tanti.
BIO
Chi è Chiara Beretta Mazzotta
Chiara Beretta Mazzotta è editor e scout. Dopo oltre un decennio di esperienza in agenzia, fonda la sua: “Beretta Mazzotta Agenzia Editoriale“. E’ anche giornalista: scrive di libri sul periodico Meridiani e ne parla la domenica mattina su Radio 105 nella rubrica “Libri a Colacione“. Sul suo blog “BookBlister” tratta di libri e di editoria, così come sul suo omonimo account instagram, dove grazie a testi in forma di pillole, brevi video e immagini, condivide la sua conoscenza del settore con (e regala consigli utilissimi a) chi è interessato a questo mondo. Si dedica anche alla formazione, nel 2020 ha fondato Edday, piattaforma di corsi dedicata all’editoria: i suoi kit sono pensati principalmente per gli autori, o aspiranti tali, ma anche a chi desidera entrare in generale nel – o è semplicemente interessato al – mondo dell’editoria.
INTERVISTA
Le mie domande a Chiara Beretta Mazzotta sul mondo dell’editoria
D: Qual è il percorso di un libro dall’invio di un manoscritto da parte di un autore fino al momento in cui il cliente lo acquista in libreria? Quanti e quali passaggi? Quante e quali figure professionali coinvolte?
R: Mamma mia, questa domanda racchiude un mondo! Sintetizzo perché sono davvero tanti i passaggi e le competenze (per spiegarli tutti ci ho fatto un corso, Editoria Chiara!). Anche perché, tanto per cominciare, tutto dipende dall’editore: un editore grande possiede un organico ben diverso da un piccolo editore indie. Partiamo dal presupposto che un testo deve essere valutato, scelto e contrattualizzato. E solo per questo possono scendere in campo editor, redattori e lettori editoriali che si prendono la briga di leggere con cura e decidere se puntare o no su quel determinato lavoro. L’ufficio diritti formalizza l’accordo con il contratto editoriale e l’ufficio marketing immagina costi e possibili guadagni (da qui dipenderanno le copie stampate e il tipo di promozione). Poi c’è un lavoro redazionale (redattori e correttori) per correggere il testo, migliorarlo, trovare errori e incongruenze. C’è un ufficio grafico che si preoccupa di impaginare il lavoro e di dargli un “vestito” (a cominciare dalla cover). Tutto il necessario viene mandato ai tipografi. Quando il libro è pronto l’ufficio stampa pensa a promuoverlo. Nel contempo, mesi prima, la casa editrice ha inserito il testo all’interno del copertinario (una sorta di catalogo che accoglie le nuove uscite, spesso su base trimestrale) permettendo ai librai di ordinarlo, se interessati, e averlo in libreria. Perché questo accada, ovviamente, serve un distributore.
Questo è un super riassunto… ma quando dico che il libro è un lavoro collettivo, dico sul serio!
D: In base a quali criteri si sceglie che cosa pubblicare?
R: Chi? Questa è la domanda. Perché gli editori sono molto diversi tra loro e scelgono testi diversi per ragioni diverse. C’è chi è pop e generalista e deve accontentare un pubblico vasto e variegato, chi fa un lavoro molto preciso sui generi, chi sceglie di parlare a delle nicchie… per capirci qualcosa sono utilissimi saloni e fiere: gli editori sono lì, basta parlarci, guardare che libri hanno esposti, spulciare i cataloghi. Posso dirti i criteri che applico io, quando valuto. Ciò che mi colpisce sono sempre le storie e i personaggi peculiari. L’identità di certi testi. La loro originalità. Se poi c’è anche una scrittura a sostenere tutto questo è una magia!
D: Tu sei editor e scout, in cosa consiste esattamente il tuo lavoro?
R: Il mio mestiere prevede per prima cosa la consulenza: gli autori hanno mille dubbi sia tecnici sia pratici e cercano un dialogo e dei consigli. C’è poi il lavoro editoriale: aiuto gli autori a lavorare sui propri testi, alle proprie idee e trame. Non c’è solo l’editing, si lavora sulle idee, su un dialogo, su una scena… su una scaletta! O sulla sinossi da scrivere, sulla scheda per presentarsi a un editore. C’è il mentoring per cui non mi limito a consigliare ma seguo le revisioni passo passo. E infine c’è lo scouting: aiuto gli autori a trovare un agente letterario che lo rappresenti e tuteli (è sempre più difficile) o, direttamente, a trovare un editore.
D: Un editor o aspirante tale deve essere sempre al corrente dei trend di mercato?
R: Se vuoi abitare un contesto devi conoscerlo! Se non sai cosa succede come puoi trovare il tuo spazio e aiutare gli autori? Quindi bisogna entrare in libreria, navigare sui siti giusti, ricevere le newsletter dagli editori, seguire programmi, ascoltare podcast, leggere riviste…
D: Per un editor è meglio avere una conoscenza il più vasta possibile del mercato o è meglio una conoscenza più approfondita e specializzata di un genere solo?
R: Conoscere il mercato è una cosa, lavorare solo su alcuni generi un’altra. E trovo che sia normale per un editor non amare tutto, non trovarsi a proprio agio con tutto. La tuttologia non è arte, è cialtroneria.
D: Quali competenze è necessario possedere per essere un buon editor?
R: A parte la conoscenza della lingua e della grammatica, è necessario conoscere le tecniche narrative e di costruzione delle storie. Ci sono tantissimi modi per approcciare una storia e per ragionare sulla sua architettura – la divisione in atti, il viaggio dell’eroe e dell’eroina… – e tante competenze preziose per permettere a un autore di narrarla (caratterizzazione del personaggio, gestione dei conflitti, costruzione dei dialoghi…). C’è tantissima teoria che ti permette di guardare lo stesso problema da infiniti punti di vista. Ogni sguardo ti arricchisce. Più sai, maggiori saranno le possibilità di dialogare in modo efficace con un autore e aiutarlo a mettere le mani nel testo, senza snaturarlo ma permettendogli di dire davvero ciò che gli premeva raccontare al lettore.
D: Quali doti professionali dovrebbe avere un buon editor? Quali doti personali?
R: Competenza, attenzione, cura e pignoleria. Ma ancora di più: empatia, garbo, delicatezza, pazienza e curiosità. Aver studiato psicologia mi aiuta sia ad avere a che fare con gli autori sia con i loro personaggi!
D: Qual è il percorso (di studi / professionale) ideale per intraprendere questa carriera?
R: Non esiste! Ci sono editor con esperienze diversissime alle spalle. Uno dovrebbe studiare ciò che ama, tanto per cominciare. Perché poi la vita ci sorprende moltissimo e ci porta a fare cose che magari c’entrano davvero poco con ciò che abbiamo studiato. Lo studio dovrebbe servire per conoscere. Per imparare a ragionare a guardare meglio dentro se stessi e il mondo. Il “fare” viene dopo. Quest’ansia per il fare mentre si studia per me è deleteria. Il tempo per la conoscenza è prezioso. Nulla vieta di fare al contempo pratica o di mettersi alla prova in qualche modo.
D: Come proporsi come editor? Come spiccare? Quali errori non fare? Quali canali utilizzare?
R: Le tue domande ne contengono infinite di domande! Non ti svegli la mattina facendo l’editor. È un percorso. Di solito leggi, valuti, correggi le bozze, dai pareri di lettura, scrivi le quarte di copertina. Ogni piccolo passo ti permette di aggiungere un tassello. Ma dipende da chi sei, da cosa vuoi. Ci sono persone che sfruttano i social per mostrare le proprie competenze e spiccare. C’è chi è bravissimo a proporsi e con una mail fa la differenza. C’è chi fa tutt’altro e poi scopre che è in grado di “mettere le mani” in un testo e di fare la differenza. Il consiglio, per chi è alle prime armi, è farsi avanti! C’è chi è bravo a correggere, chi è bravo a valutare perché conosce bene un genere… Ci si propone per una prova gratuita, si mostra ciò che si sa fare. E poi si controllano le offerte di lavoro (il mercoledì su “Il giornale della libreria” trovate sempre un post), ci si propone alle realtà che si conoscono meglio.
D: Chi volesse fare l’editor senza avere ancora esperienza nel settore, per quali figure professionali potrebbe proporsi per iniziare? E come potrebbe poi passare a fare l’editor?
R: Lo dico spesso che il correttore di bozze e il lettore editoriale sono due ottimi “lavori ponte”. Se si è in grado di tradurre, anche quello è un buon modo per iniziare a collaborare.
Va preso in considerazione qualsiasi lavoro di “redazione” che permetta di stare sui testi o accanto a chi li lavora (per esempio scrivere le bandelle, i testi che stanno nelle alette dei libri, e le quarte di copertina). Vedere e respirare una redazione è prezioso. Più complesso collaborare da esterni perché si è sempre un po’ “tagliati fuori” (lo so bene perché io sono sempre stata esterna, tranne che nei giornali e nelle riviste nelle quali ho lavorato). E in bocca al lupo a tutti!
Ringrazio infinitamente Chiara Beretta Mazzotta per la sua disponibilità e per il tempo che ha gentilmente dedicato a rispondere alle mie domande.
Visto che siamo in tema, qui trovate i miei consigli di lettura pubblicati fino ad ora.
Credits dell’immagine nel titolo: Image by Oli Götting from Pixabay
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