Durante la pandemia, col mio gruppetto di amiche ci siamo inventate un nuovo rituale: l’appuntamento mensile per cena. Solitamente cade il primo venerdì del mese e non serve che siamo tutte e cinque presenti per avere luogo, basta che ce ne siano almeno due. Il senso è quello di riuscire a mantenere una parvenza di socialità e un contatto regolare tra i vari periodi di chiusure e limitazioni (naturalmente quando i ristoranti erano chiusi o non si potevano invitare più di due persone a casa propria, abbiamo lasciato perdere). Questo appuntamento fisso è servito – e serve tutt’ora – come appiglio e boccata d’aria nella monotonia delle limitazioni da Covid. E già sappiamo che sarà un rituale che manterremo in vita per lungo tempo, anche quando tutto sarà tornato alla normalità, quella vera.
E’ anche un’occasione per provare sempre nuovi posti: Amburgo ha molto da offrire, ma alla fine ci si atrofizza un po’, finendo per scegliere spesso i soliti posti collaudati. In quest’ottica, di recente abbiamo deciso di sperimentare un po’ e abbiamo prenotato un tavolo da Yaku, ristorante di apertura relativamente recente (in realtà ha aperto nel 2019, ma con le varie chiusure e lockdown dovuti alla pandemia, si può dire abbia vita relativamente breve).
Yaku mixa la cucina messicana a quella peruviana (Paesi di provenienza dei gestori) in modo molto moderno ed estremamente originale. Non aspettatevi tortillas e nachos, quantomeno non con gli ingredienti canonici. Ma soprattutto, non aspettatevi che quello che ordinate abbia l’aspetto che credete, perché non ce lo avrà. Siate pronti ad essere sorpresi da sapori, consistenze, accostamenti e composizioni.
A noi Yaku è piaciuto. Non tuttissimo, qualcosa più, qualcosa meno. Di certo l’esperienza è valsa la pena. Il servizio è molto gentile e disponibile, seppur non velocissimo, ma ci sta. Se posso permettermi una piccolissima critica: con un concetto e dei piatti così moderni e originali, ci si aspetterebbe un ambiente più sofisticato e confortevole, mentre è forse eccessivamente semplice e a tratti spartano. Avrebbe bisogno di un po’ più di cura e forse una rivisitazione del concept. Certo, mi rendo conto che dopo due anni di pandemia e chiusure varie, forse è già tanto se esiste ancora, quindi probabilmente non è il momento per i grandi investimenti. Ci tenevo però a dare un parere a tutto tondo.
Conclusione: cucina originale e molto interessante, con accostamenti che però potrebbero anche non piacere. Servizio buono, ambiente un po’ così. Secondo me vale comunque l’esperienza.
Le altre recensioni amburghesi sono nella pagina Hamburg Guide.
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