Ultimamente (e con “ultimamente” intendo mesi) non riesco a stare dietro al blog, quindi si sono accumulate un sacco di cose di cui voglio parlare, ma non ho mai il tempo per farlo. Ne raccolgo qui un po’, nel caso siate in cerca di ispirazione su cosa guardare / leggere / ascoltare / ecc… magari qui trovate qualche spunto interessante. Se avete già visto/letto/ascoltato queste cose, invece, sono molto curiosa di sentire il vostro parere.
Cosa guardo:
And just like that // Ho sentito molti pareri positivi e altrettanti negativi su questo che sostanzialmente è il seguito di Sex & The City, 15 anni dopo. Io faccio senza dubbio parte del primo gruppo. Mi è piaciuto. Molto. Secondo me hanno mantenuto sostanzialmente intatto lo spirito della serie e delle protagoniste, adattandolo non solo all’età più avanzata dei personaggi, ma anche ai cambiamenti avvenuti nel mondo e nella società negli ultimi quasi 20 anni. E’ stato un lavoro ben fatto, a mio avviso. Certo, lo shock di come finisce la prima puntata non ce lo aspettavamo, ma col senno di poi è evidentemente stata la scelta più “giusta” se mi passate il termine. Un’intera serie su una coppia felice avrebbe offerto pochi spunti, Carrie andava rimessa “sul mercato” (passatemi il termine anche qui), ma lasciata un’altra volta da Big anche no dai, che noia. Ovvio che non può certo essere il Sex & The City di una volta, sarebbe logicamente impossibile, secondo me però è stata un’ottima evoluzione. E non vedo l’ora di vedere la seconda stagione, che ormai sembra quasi certo ci sarà. – Su Sky
The Undoing // Questa serie era uscita già un po’ di tempo fa su Sky, con grandi lodi di critica e pubblico, ma io non avevo l’abbonamento a Sky né avevo intenzione di farlo: pagando già mensilmente Netflix, Disney+ e PrimeVideo, l’ennesima piattaforma stracarica di proposte mi sembrava un filo eccessiva. Poi però è uscito And just like that su Sky e ho DOVUTO guardarlo, capite. A quel punto, avendo Sky, ne ho approfittato e ho guardato anche The Undoing – dopo di che ho disdetto l’abbonamento. Anche in questo caso mi trovo totalmente d’accordo con le critiche positive. Questa serie è fatta benissimo e ti lascia letteralmente fino alla fine a chiederti chi sia stato davvero. La fotografia, l’atmosfera, la suspense, il montaggio della storia, il cast e le interpretazioni secondo me sono semplicemente stupende. Sono particolarmente colpita dalla performance di Hugh Grant che per gran parte della sua vita ha recitato quasi esclusivamente in commedie romantiche dove ha interpretato sostanzialmente variazioni un po’ dello stesso personaggio, mentre invece in The Undoing… wow. – Su Sky
Guida Astrologica per Cuori Infranti // Che sorpresa questa serie! Netflix Germania l’ha intitolata “Astrological Guide for Broken Hearts”, perciò quando ho schiacciato play ed è partita in italiano è stata una piacevole sorpresa. E’ una serie molto leggera e piacevole (ma meno sciocca e superficiale per esempio di Emily in Paris), perfetta per un po’ di relax – e francamente dopo The Undoing mi ci voleva. E’ ambientata a Torino, città di una delle mie più care amiche, in cui però non vado credo da quando ero al liceo. Le inquadrature di Torino in questa serie mi hanno messo una gran voglia di tornare a fare un giro in città, per di più avendo un figlio fissato con l’antico Egitto, una visita al museo è nei nostri pensieri già da qualche tempo. Direi che è l’ora. Comunque non è solo l’ambientazione ad essere splendida. L’idea di questa serie è molto originale e ben eseguita. Gli attori mi sono parsi molto bravi, di certo la protagonista, ma anche l’attore che interpreta Tio, secondo me bravissimo. Sono molto belle le dinamiche tra i personaggi. E poi gli interni! Tanto di cappello ha chi ha creato i set perché mi sono innamorata di tutto. L’appartamento di Alice è di quel genere di cui parlavo nel post sulla zona living della mia casa: quell’ “incasinato a regola d’arte” che in realtà viene bene solo se te lo fa un arredatore, altrimenti è semplicemente caos e disperazione. Tappezzerie, mobili colorati, mensole della cucina con tutto a vista, armadi senza ante… A casa mia sembrerebbe scoppiata una bomba, ma se tutto ciò è creato da un architetto invece è stupendo da guardare. Certo, poi resta il fatto che una 26enne che fa l’assistente di produzione in una piccolissima tv locale non potrebbe mai permettersi un appartamento così, in centro, con quella vista, ma appunto è una fiction. Parlando del lavoro di Alice, anche gli studi di Dora tv sono stupendi, in una ex fabbrica riadattata. E poi apprezzo molto il fatto che sia tutto pieno di piante: gli appartamenti, gli studi, gli uffici… anche i bar in cui i protagonisti si trovano a bere il caffè. Approvatissimo. Ho visto che c’è già il trailer della seconda stagione, spero quindi manchi poco. – Su Netflix
Inventing Anna // Avevo letto l’articolo della giornalista Jessica Pressler sul New York Magazine (online) quando era uscito nel 2018, trovando la storia molto accattivante. Negli ultimi mesi mi è capitato di leggere di nuovo diversi articoli su questa storia di Anna Delvey/Sorokin e inizialmente mi sono chiesta perché tirare fuori di nuovo una storia di ormai diversi anni fa. Mi è stato chiaro il perché quando ad un certo punto ho aperto Netflix e mi sono resa conto che quella storia è ora diventata una serie tv. Inizialmente non avevo intenzione di guardarla: conoscendo già le vicende, non vedevo come una serie potesse dirmi di più. Ho cominciato per curiosità e ora non riesco a staccarmene perché è fatta davvero bene, seppur molto romanzata, ma in effetti va più in profondità rispetto agli articoli che avevo letto – che sono limitati ad un certo numero di parole. Ottima! – Su Netflix
Una storia di cui invece ho appreso di recente da diversi articoli di giornale, è quella di Shimon Hayut / Simon Leviev, alias Tinder Swindler. Un’altra storia pazzesca di truffe enormi di cui nessuno ha sospettato nulla per anni. Ho notato che Netflix ha già creato un film-documentario anche su questo (ma quanto sono veloci??), quindi forse è la prossima cosa che guarderò? Forse.
Mettendo a confronto queste due storie, comunque, mi resta un dubbio che non riesco a risolvere. Anna Delvey Sorokin ha finto di essere chi non era, facendosi dare enormi somme di soldi da banche e da privati, con l’obiettivo di creare un suo business. Perché se sei giovane, non hai soldi né conoscenze in alto e sei pure femmina, hai poche speranze di realizzare le tue idee di business. Giustamente quando è stata scoperta è stata arrestata ed è tutt’ora in prigione, dopo anni (perché siamo d’accordo che il Sistema è fallato, ma non si cambia il mondo facendo cose illegali). Nel frattempo ha ripagato, stando agli articoli, tutti i suoi debiti. Ma è ancora in prigione.
Anche Shimon Hayut / Simon Leviev è stato arrestato ed è stato in prigione esattamente 5 mesi prima di essere rilasciato per buona condotta. Non ha mai ripagato i suoi debiti. Le donne che aveva conosciuto su Tinder e a cui aveva Rubato centinaia di migliaia di euro per poter fare la bella vita non hanno mai rivisto un centesimo. Lui però è libero e anzi pare si trovi a Los Angeles per far fruttare la sua fama del momento con una carriera ad Hollywood.
Qualcuno che ne sa più di me di legge mi saprebbe spiegare questa disparità di trattamento, perché io sono abbastanza basita. Grazie.
Assassinio sul Nilo // Sono corsa a vedere questo film basato sul romanzo di Agatha Christie per la regia (e con) Kenneth Branagh letteralmente il giorno in cui è uscito nelle sale. Qui c’è la mia recensione.
Cosa leggo:
Marie Claire Maison Italia // Dal numero di febbraio quella che è stata la mia rivista di arredamento preferita per anni ha cambiato direzione. Cinzia Felicetti – che io personalmente adoro – ha lasciato la guida di Marie Claire Maison, che è passata a Csaba dalla Zorza. Ho visto grande entusiasmo intorno a questa decisione, che io inizialmente non condividevo in pieno, anzi ero scettica. Intendiamoci, Csaba dalla Zorza è bravissima in quello che fa e ha uno stile personale ben riconoscibile e sicuramente affascinante, ma più sul genere “bon ton da campagna inglese”… che però secondo me poco si sposa con un giornale di arredamento più impostato verso la modernità e le ultime tendenze di arredamento. Marie Claire Maison ha sempre avuto uno stile – per sua stessa definizione – “colto, raffinato, cosmopolita”. Lo stile di Csaba dalla Zorza è decisamente più “bon ton, country, formale”. Temevo quindi che il giornale avrebbe cambiato il suo carattere e sarebbe diventato più simile a “Home & Garden”, che – intendiamoci – è un bellissimo giornale, ma non c’entra nulla con Marie Claire Maison. Mi spiace dire che per il momento i miei timori sembrano essere fondati. Basti guardare quanto si è allargata la rubrica di cucina, includendo anche consigli sulla tavola e molte foto di Csaba stessa – cosa che secondo me va bene se si tratta di un tuo libro di cucina, un po’ meno se sei il direttore del giornale. A mio avviso un buon direttore di giornale deve essere quasi invisibile all’occhio esterno e questo non è il caso di Csaba dalla Zorza. Insomma, sta di sicuro facendo un ottimo lavoro, ma non nella direzione che piace a me e per la quale mi ero abbonata a questa rivista. Il mio abbonamento scade fra due numeri e non lo rinnoverò.
Giornali // Ho cominciato a guardarmi intorno, quindi, per decidere se abbonarmi a qualcos’altro o meno. Anni fa ero abbonata a National Geographic (USA), e National Geographic Traveller, ma dopo un po’ di anni mi sembravano diventati piuttosto ripetitivi, quindi mi sono stancata. Stessa cosa per Suitcase Magazine, rivista britannica di viaggi, molto minimalista e all’avanguardia, che ho ricevuto per anni, ma ad un certo punto non ho più rinnovato l’abbonamento, anche perché è piuttosto caro. Ora però sto seriamente pensando di ri-abbonarmi. Oppure provare qualcosa di nuovo come AD oppure Conde Nast Traveller Italia… Se avete dei suggerimenti, fatevi avanti!
Libri // Gli ultimi due libri che ho recensito sono “La balena alla fine del mondo” di John Ironmonger e “La guerra dentro” di Lilli Gruber. Mi sono piaciuti entrambi molto, seppure enormemente diversi. Potete leggere le mie recensioni cliccando sui due titoli. Sto preparando le recensioni di altri quattro libri che ho letto nel frattempo, la prossima – che pubblicherò nei prossimi giorni – sarà quella di “L’acqua del lago non è mai dolce” di Giulia Caminito.
Cosa ascolto:
Podcast // Ultimamente sto facendo fatica ad appassionarmi a qualche podcast. Ho amato tantissimo Morgana di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, ma l’ho finito. Gli unici due podcast che ascolto quotidianamente, andando al lavoro la mattina, sono The Essential – podcast di Will che racconta in pochi minuti le due notizie principali della giornata – e Stories della giornalista Cecilia Sala – che racconta una breve storia al giorno che ha a che fare con l’attualità. Ho ascoltato una puntata del podcast di Gucci, quella in cui Alessandro Michele racconta le borse di Gucci più amate, intervistato da Chiara Tagliaferri. L’unica puntata che potesse interessarmi un pochino per la verità. Per il resto non trovo nulla di particolarmente interessante. Insomma, sono alla ricerca di un podcast che mi coinvolga, se avete suggerimenti per favore fatevi avanti.
Cosa faccio:
App Packr // Il mio prossimo viaggio è molto vicino e non sto nella pelle! E’ da prima della pandemia che non faccio un viaggio come si deve, l’eccitazione è alle stelle. Non solo: non ci sto ancora credendo, ma abbiamo già prenotato anche il viaggio successivo… anche questo non in Europa! Mi sembra di tornare lentamente alla vita, che gioia! Ho già fatto e rifatto mentalmente mille valigie diverse e la mia lista di cose da vedere e da fare si sta allungando talmente tanto che probabilmente mi dovrò trasferire in ciascun posto per circa sei mesi per fare tutto. Una app però mi è venuta in aiuto per tenere traccia di tutto quello che voglio organizzare per i vari viaggi che sto preparando: Packr. Ti permette di creare liste diverse divise per tipologia: per esempio cosa mettere in valigia, nel beauty, cosa portare con sé in aereo, quello che serve per i bambini o per la spiaggia… ma anche appunto una lista di cose che si vogliono fare e vedere. Ti fornisce anche le previsioni del tempo sempre aggiornate per il periodo in cui visiterai la tua meta e si può anche consultare una lista di attrazioni in zona, nel caso si sia a corto di idee. In questo modo non confondo più le liste per i diversi posti, perché sono belle ordinate nella app e non mi dimenticherò nulla forse per la prima volta da sempre. Ne sono così entusiasta che ho comprato la versione pro (costa sui 3€) perché ha alcune funzioni in più, ma in realtà anche la versione base gratuita può tranquillamente bastare. (La mia è in tedesco, ma esiste in tantissime lingue, se la scaricate dall’Italia vi viene installata automaticamente in italiano)
Stiro // Pensando – ossessivamente – a cosa mettere in valigia (l’ho già detto che non sto nella pelle?), l’altro giorno sono andata a guardare nella scatola delle cose estive, accorgendomi che molte, anche tra quelle che vorrei portare in viaggio, sono molto stropicciate. Ho pensato che avrei dovuto stirarle prima di partire, ma poi mi è venuto in mente che tanto poi in valigia si sarebbero ri-stropicciate. In molte camere d’hotel c’è in dotazione un ferro da stiro, è vero, ma innanzitutto le cose di seta sarebbe meglio non farle venire a contatto diretto col ferro caldo e poi chissà chi ci ha stirato cosa con quei ferri in condivisione… sarò anche eccessivamente schizzinosa – grazie Covid – ma better safe than sorry. Così mi è venuta l’idea di prendermi un piccolo stiratore verticale a vapore da viaggio. I più famosi – tipo Steamery – hanno prezzi francamente proibitivi, visto poi l’uso molto ridotto che ne farei io. Così mi sono messa alla ricerca di uno stiratore da viaggio, che avesse tutti i requisiti che volevo: piccolo, non troppo pesante, il più economico possibile ma con buone recensioni e possibilmente pure non troppo brutto. L’ho trovato e sono sbalordita. Se già un aggeggino così ha questi risultati, mi chiedo cosa possa fare una versione più seria. L’ho provato subito sui miei shorts corallo e la gonna di raso color champagne. Nel giro di due secondi erano stirati, senza contatto e senza sforzo. Nelle foto sotto si vedono i due capi di cui ho stirato solo una metà, per far vedere bene il contrasto. Io spero che dalle foto si capisca la differenza, perché dal vivo è enorme. Tra l’altro a volte mentre si stira si deve tirare un po’ il tessuto in questa o quella direzione, rischiando di bruciarsi, quindi in dotazione nella scatola c’è anche un guanto che sembra di quelli da forno, ma catarifrangente, nel caso oltre a stirare ci si trovi a dover dirigere il traffico o a far atterrare un aereo, non si sa mai, meglio essere preparati. C’è anche la bustina per portarlo in viaggio. Sono molto soddisfatta. Se devo trovare un difetto, il serbatoio è molto poco capiente e io l’ho dovuto riempire tre volte per stirare due capi, ma d’altronde lo volevo piccolo da portare in viaggio, quindi ci sta. Se siete alla ricerca di una cosa simile, il mio lo trovate qui se ordinate dalla Germania, e qui se ordinate dall’Italia.
Cosa mangio:
La ricetta TikTok // Pare che questa ricetta sia diventata famosa su TikTok, ma io non ho TikTok quindi non so. Io l’ho vista su instagram e mi è sembrata così semplice che ho voluto subito provarla. Da allora la faccio spessissimo. Basta mettere in una piccola teglia da forno della feta a pezzi e dei pomodorini, condire con un filo d’olio e un po’ di spezie e mettere in forno (io di solito faccio 180°C per 20-30 minuti). Nella ricetta originale si vede che questo poi viene usato per condire la pasta e confermo che è buonissima, ma ho anche scoperto che se spalmato su delle fette di pane, si ottengono delle specie di bruschette buonissime. E il pasto è risolto senza stare ai fornelli e senza sporcare mille pentole. Consigliatissima! (Se googlate “tiktok pasta” vi saltano fuori mille video a riguardo)
E questo è tutto. Voi che fate?
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