Ecco una carrellata di cose sparse che mi sono piaciute o mi stanno piacendo ultimamente…
Cosa guardo:
Anatomy of a Scandal – Netflix // Ammetto di aver perso totalmente di vista Sienna Miller negli ultimi…boh… diciamo 20 anni. Non ho idea di cosa abbia fatto nel frattempo, ma ritrovarla in questa serie, più matura, è stata una piacevole sorpresa. Non è più quella bellezza sfolgorante che lascia senza fiato di quando aveva 20 anni: secondo me è pure meglio. E poi mi sembra anche proprio migliorata come attrice. O forse è solo che lo sfolgorio dei 20 anni ha lasciato il posto ad una bellezza meno chiassosa e quindi si apprezzano di più le sue performance? (Un po’ come è successo a Brad Pitt, oserei dire: vent’anni fa non era il talento d’attore quello che apprezzavamo andando a vedere i suoi film, se vogliamo essere oneste) Non so, in ogni caso la trovo bravissima in questa serie. Ma veniamo alla serie, appunto. Mi è piaciuta tantissimo. L’atmosfera è quella di un thriller, ma non muore nessuno, quindi si può dormire tranquilli. La storia è costruita in modo da tenere lo spettatore sempre nell’incertezza di cosa sia successo davvero (in questo mi ricorda un pochino The Undoing, recensito qui). Splendida la fotografia, le luci, la musica e l’atmosfera generale. Vorrei poi dedicare una menzione d’onore al/la costumista di Sienna Miller perché Sophie Whitehouse (il personaggio che interpreta) ha un guardaroba pazzesco. La vediamo nella prima scena in cui compare mentre si sfila un cappotto cammello arrivando ad un party. Sotto indossa un abito avorio dritto, per nulla aderente, lungo fin sotto il ginocchio, orecchini d’oro non vistosi, sandali d’oro, trucco quasi inesistente e capelli sciolti e lisci, ma un liscio naturale, non perfetto, non piastrato per intenderci (non amo il look dei capelli piastrati, mi sembra sempre un po’ finto). Insomma l’eleganza personificata. Da lì in poi è tutto un susseguirsi di outfit meravigliosi. Maglione beige corto, ma indossato con dei pantaloni palazzo grigi con la vita talmente alta da non fare vedere nemmeno un millimetro di pancia. Un vestito-vestaglia che a prima vista sembra anonimo ma invece poi no. Un cappotto più bello dell’altro. Un abito lungo color verdone da capogiro… Tutto perfetto (tra l’altro su questo sito geniale potete vedere tutti i look e anche dove si possono comprare i capi). Bene e ora veniamo al sodo di questa serie: trovo che il tema, delicato e attuale, sia trattato molto bene… su questo avrei da dire molto, ma se lo faccio per forza di cose spoilero, quindi farò solo un commento, se non avete ancora visto la serie non leggete oltre (attenzione spoiler): se una donna inizialmente ci sta, magari si spoglia pure, partecipa attivamente, ma poi ad un certo punto cambia idea e lui non rispetta il suo tirarsi indietro: questo è stupro, gente! E’ allucinante vedere come ancora troppo spesso si sta dalla parte di chi abusa con scuse come “ma lei c’è stata” o “allora cosa si è spogliata a fare”. Secondo me questo problema di come i fatti vengono percepiti dalla nostra società e di come in questi casi si tende a colpevolizzare la vittima e giustificare il carnefice è rappresentato egregiamente in questa serie, e più si procede con le puntate più risulta evidente. Per me è da vedere assolutamente.
Modern Love – Prime // Era parecchio che una serie non mi piaceva così tanto e non mi faceva stare così bene simultaneamente. Une vera serie “feel good”, per me imperdibile. Ogni episodio è slegato dagli altri, in comune a tutti c’è solo il fatto che in tutti i casi si tratta di storie d’amore – seppur diversissime tra loro – e anche l’ambientazione: la città di New York – e questo si capisce molto bene nell’ultima puntata. Ho amato ogni storia, a modo suo stupenda. Ho amato i personaggi, i diversi stili di narrazione e di costruzione delle storie, gli accompagnamenti musicali, la fotografia… e poi il cast! Ho pianto in quasi ogni episodio, ma non perché le storie siano tristi o tragiche, anzi! Ho finito la prima stagione e spero che la seconda (che sto per iniziare: sono in quarantena, non posso uscire né vedere nessuno) sia altrettanto bella. Assolutamente consigliata!
Cosa ascolto:
Catenella per AirPods – Tapper // Ok, in questo caso non è tanto “cosa” ascolto, quanto piuttosto “come”… Adoro i miei AirPods tanto quanto mi mette ansia l’idea di perderli. Amo poter ascoltare la musica o i podcast pur lasciando il telefono comodamente in borsa o appoggiato da qualche parte, ma il fatto che stiano così infilati nelle orecchie senza essere fissati a qualcosa – per non parlare di quella custodia piccola, liscia e tondeggiate che ho sempre paura mi scivoli fuori dalla borsa – non mi fa stare tranquilla. Mi sa che sono della vecchia scuola. O forse solo vecchia. Enter: la catenella porta-AirPods. Avete presente quelle catenelle che le nonne usano per tenere gli occhiali appesi al collo e non dover iniziare una caccia al tesoro ogni volta che devono leggere qualcosa da vicino? (Dicevamo vecchia, no?) Ecco, uguale, solo che alle estremità ci sono due inserti di gomma in cui infilare gli Airpods. Suddette parti gommose sono anche calamitate tra loro, in modo che quando gli AirPods non sono infilati nelle orecchie, ma appesi al collo, la catenella non scivoli giù da una parte, vanificando tutto il senso della faccenda. Poi se quando li hai attorno al collo infili gli auricolari nella maglia, sembra di indossare una normale catenina. Questo prodotto è una salvezza e io lo trovo pure bello. E’ particolarmente utile quando si usano i mezzi di trasporto e si deve continuare a mettere e togliere gli auricolari per sentire gli annunci delle fermate, ma per me è utilissima anche quando faccio giardinaggio e voglio sentire i miei podcast o della musica (la radio accesa in giardino disturberebbe tutti i vicini)(vivo in Germania), ma devo continuare appunto a mettere e togliere gli AirPods ogni volta che arriva un figlio con qualche richiesta sempre molto urgente (mammaaaaaaa è finita la palla sul garage dei viciniiiiiii!!) e voglio evitare che gli auricolari mi finiscano nell’innaffiatoio. La catenella è di ottone placcato oro 18k, ma esiste anche d’argento. Fa un filo nonna Abelarda ma con stile. (Vecchia è già stato detto?) La trovate qui
Cosa leggo:
W. Somerset Maugham // Nelle ultime settimane ho iniziato ben due libri che però ho momentaneamente messo da parte: pur piacendomi, mi sono resa conto che non ero nel momento giusto per leggerli, ma che anzi avrei avuto bisogno di qualcosa di più leggero, senza però riuscire a decidermi su cosa, esattamente, di leggero volessi leggere. Insomma, mi sono accorta di essere in una fase di stallo da cui non riuscivo ad uscire. Mi sono allora aggrappata ad una certezza per me, uno dei miei autori preferiti: W. Somerset Maugham. Adoro la sua scrittura e adoro la letteratura dell’età coloniale, ero quindi certa che mi avrebbe fatto tornare la voglia di leggere. Pur rendendomi conto che il colonialismo non è stato un periodo positivo nella storia dell’uomo (pensandoci… quale periodo lo è stato??), devo ammettere che la letteratura e l’estetica di quell’epoca esercitano su di me un fascino irresistibile, facendo leva sulle mie fantasie di viaggi esotici e avventurosi in posti ancora grandemente inesplorati e diversissimi. Ho letto quindi un romanzo di Maugham che ancora mi mancava, che ho adorato e che presto recensirò, ma se nel frattempo volete leggere qualcosa di questo autore, qui avevo parlato di “Il filo del rasoio” e qui di “Far Eastern Tales”.
Tornatami la voglia di leggere – e avendone anche il tempo grazie alla quarantena che mi sto facendo – ma cercando comunque qualcosa di non troppo impegnativo (grazie, stanchezza da covid), ho deciso di affrontare un’autrice di cui non avevo ancora letto nulla: Camilla Läckberg. Non ho iniziato però dal punto più ovvio… A breve la recensione. Voi avete letto i libri di questa autrice?
Cosa mangio:
Niente. O quasi. Bella la vita di chi può sentire i sapori! Totalmente inutile, invece, la vita di chi ha perso completamente il senso del gusto per via del covid (eccomi!). Dopo che l’altra sera, mangiando un pezzo di bistecca, mi sono resa conto che se anche fosse stata un fettina di poliuretano espanso non avrei percepito differenza alcuna, ho perso qualsiasi interesse per il cibo. Davvero: la vita che senso ha a questo punto? Questa mattina, sorseggiando il caffè, ho controllato più volte che colore avesse perché avevo la sensazione di bere acqua calda. Ma si può vivere così? Ciò nonostante, mi faccio ogni giorno una spremuta d’arancia. Non ho idea di che sapore abbia, ma spero possa aiutarmi a scacciare in fretta il virus (LOL) e tornare alla mia vita. Per questo al momento mi ringrazio molto per aver avuto l’accortezza, anni fa, di comprare questo spremiagrumi meraviglioso (lo trovate qui).
Cosa faccio:
Shopping online. D’altronde, chiusa in camera per gran parte del tempo, oltre a leggere e guardare serie, ora che anche mangiare non ha senso, mi rimane poco altro da fare oltre lo shopping online, no? I miei ultimi acquisti?
- Il maglione di Polo Ralph Lauren che desideravo da questo autunno e che ho fatto vedere nelle stories di instagram.
- Dei meravigliosi pantaloni color marsala di Michela Meni Studio, piccolo brand italiano che utilizza tessuti di avanzo di altre collezioni: questo permette di usare tessuti di qualità, ha un minore impatto sull’ambiente e conferisce una certa esclusività a quello che si acquista perché i pezzi per forza di cose sono limitati. Non vedo l’ora che arrivino, qui sotto le foto ufficiali intanto:
Comment
Intanto auguri di pronta ripresa dal Covid! Ti segnalo che esiste un altro sito dove si possono trovare i vestiti indossati dagli attori in varie serie televisive, si chiama Worn on TV… Tanto per invogliarci a fare altro shopping! 😀 Auguri di pronta guarigione!