Titolo: La buona società
Titolo originale: Rules of civility
Autore: Amor Towles
Anno: l’anno di uscita di questo romanzo è il 2011, ma io ho una riedizione di quest‘anno, 2022
Editore: l’edizione del 2011 è di Neri Pozza, mentre questa del 2022 che ho io è di Beat Edizioni
Pagine: 397
Dalla copertina e dalla sinossi, La buona società mi era sembrato il libro ideale da leggere oziosamente a bordo piscina durante il nostro weekend in Costa Azzurra. Ci avevo certamente visto giusto, sì, però questo libro ambientato nella New York di inizio secolo scorso non è tutto frivolezze, cocktail e musica jazz.
Il romanzo si apre la sera del 4 ottobre 1966, a New York City, durante il vernissage di una mostra fotografica in cui un famoso fotografo ormai avanti con l’età espone fotografie di perfetti sconosciuti, scattate negli anni ai passeggeri della metropolitana di New York. L’elegante protagonista (di cui non sappiamo ancora nulla), gira tra le foto esposte, salutando amici e colleghi e incrociando facce conosciute del la buona società. Fino a quando una foto la fa rimanere di stucco. È con questo flashback che inizia la storia.
Comincia tutto la notte di capodanno del 1937, in un piccolo e semivuoto jazz club del Greenwich Village a New York. Non un posto elegante e alla moda: i ricchi e cool stanno dietro l’angolo, al Cafè Society. Katey e Eve se ne stanno sedute ad un tavolino, con pochi centesimi a testa da investire in gin, quando sulla porta si materializza lui…
E insomma, La buona società sembra parlare di rapporti tra ricchi esponenti dell’alta borghesia e della “nobiltà” newyorkese, di arrivismo e superficialità, di chi sta dentro e chi sta fuori ma vorrebbe tantissimo entrare in questo mondo scintillante… questo però è solo lo strato più superficiale. Questa storia tutto sommato parla in realtà di rapporti umani, di sogni e desideri di riscatto, ma anche di pregiudizi e sì, anche di party e eccentricità da ricchi.
La protagonista mi è stata immediatamente simpatica e questa sensazione mi ha accompagnato fino alla fine del libro. Ho apprezzato molto il suo essere partita da una posizione modesta ed essere riuscita a farsi strada davvero con le sue capacità. Se una parte di lei certamente vuole entrare nella buona società, in lei c’è però senza alcun dubbio anche la capacità di realizzarsi e fare strada in un mestiere per cui ha delle competenze e una grande passione e per il quale non ha paura di lavorare sodo. Per tutto questo, e per il suo amore per la lettura, la protagonista mi è piaciuta sempre di più col progredire della storia. E anche quando non mi sono trovata per niente d’accordo col suo modo di gestire una certa situazione, gliel’ho perdonato, come ad una vecchia amica cui si vuole bene.
A dire il vero mi sono piaciuti tutti i personaggi di questo romanzo, soprattutto quelli molto poco politically correct. Ho ammirato molto, per esempio, Anne Grandyn (nonostante la storia ti porti un po’ a odiarla), una donna decisamente avanti coi tempi, anche se quanto avanti coi tempi lo si capisce solo verso la fine.
A questo proposito, bisogna tenere conto che La buona società è un romanzo ambientato negli anni ‘30 del ‘900, quindi le cose irritanti, soprattutto sulla condizione della donna, sono parecchie. Ho accolto con favore, quindi, che anche il protagonista maschile si debba confrontare con pregiudizi e limitazioni. Perché se in quegli anni da una donna ce lo si aspettava che cercasse l’uomo ricco – anzi fare “un buon matrimonio” era auspicabile per migliorare la propria posizione – per un uomo questo evidentemente non era accettabile. Quello che succede al protagonista maschile nell’ultima parte del libro mi ha colpito e mi ha fatto pensare.
Inoltre Tinker, in qualche modo, mi ha ricordato Larry de “Il filo del rasoio” di William Somerset Maugham.
Secondo me è una lettura molto piacevole e anche un’idea carina da regalare. (Sì lo so che siamo a metà ottobre, ma non è mai troppo presto per iniziare a pensare ai regali di Natale, per evitare di comprare roba a caso l’ultimo giorno per la disperazione)
Lo trovate qui se ordinate dall’Italia e qui se ordinate dalla Germania.
Buona Lettura! (E se siete in cerca di ulteriori suggerimenti di lettura, potete dare un’occhiata alla mia pagina Libri)
2 Comments
I tuoi consigli libreschi vanno sempre a segno. L’ultimo che ho letto da te recensito, I miei giorni alla libreria Morisaki, mi è piaciuto molto.
Spero che continuerai sempre a mantenere questa rubrica.
Grazie!! Mi fa molto piacere sentirlo perché la rubrica sui libri è forse la mia preferita, quindi sì, ho tutte le intenzioni di continuarla!