Titolo: Il Cardellino
Titolo originale: The Goldfinch
Autore: Donna Tartt
Anno: 2013
Editore: Rizzoli
Ho ricevuto questo libro in regalo da un’amica, dei cui gusti letterari mi fido molto: non mi ha mai regalato un titolo che non mi sia piaciuto! Quanto mi sia piaciuto questo in particolare è dimostrato dal fatto che nonostante sia un tomone di circa 900 pagine – e lo spessore e la pesantezza della versione cartacea rendano la lettura a tratti difficoltosa, io l’ho finito in un paio di settimane, addirittura con due figli piccoli che richiedono le mie attenzioni 24/7. Il che significa che ho continuato a leggere facendo le cose più disparate: cucinare con una mano, tenere il libro con l’altra. Allattare con una mano, tenere il libro con l’altra. Soffiare nasi con una mano, tenere il libro con l’altra. Pulire il bagno con una mano, tenere il libro con l’altra. Il lato positivo? Ora ho dei bicipiti di ferro.
Questo romanzo si svolge in parte nella vita del protagonista, il giovane Theo Decker, e in parte nella sua testa: nei suoi pensieri, nelle sue ansie, nelle sue paure, nelle sue fantasie e paranoie. Un evento drammatico nell’infanziadi Theo, spartiacque tra la vita che poteva essere e quella che invece sarà, cambierà drasticamente l’intero corso della sua esistenza – e questa traiettoria discendente e a tratti auto-distruttiva tiene avvinghiati alle vicende fino all’ultima riga. A coinvolgere è tanto la storia quanto lo sviluppo dell’anima del ragazzo, che incontriamo tredicenne e che seguiamo fino all’età adulta, dilaniato dalla perdita della madre e da un amore non corrisposto, sballottato tra case di amici, del padre ubriacone e giocatore d’azzardo e quella dell’unica figura paterna amorevole, sullo sfondo di una New York iconica e in continuo cambiamento, come è la vita stessa. Fino ad addentrarsi nella scena del crimine internazionale.
Nonostante la lunghezza – che in effetti poteva essere almeno parzialmente limitata a mio avviso – il romanzo non è né lento né noioso. La scrittura della Tartt è magistrale, così come le sue descrizioni della psiche umana. La lunghezza potrebbe farlo sembrare un’impresa impegnativa, ma in realtà la storia è fluida e godibilissima. Non a caso ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 2014.
A mio parare, particolarmente riuscita è la commistione tra thriller e romanzo di formazione. Sono molto curiosa di vedere come renderanno tutto questo in un film, che è in preparazione e che vedrà la luce nelle sale proprio nel 2019, con un cast che vanta membri del calibro di Nicole Kidman (sono già trapelate nel web foto di lei invecchiata ad arte dai truccatori) e Ansel Elgort (Divergent). Non vedo l’ora che esca!
P.S.: altri consigli di lettura.
Comment
Vedo questo titolo da quando è uscito nella biblioteca dove vado ma non l ho mai preso. Anche se ci sono state un paio di volte in cui ero lì e lì ma poi l ho sempre lasciato sullo scaffale! Finiti quelli che preso ci faccio un pensiero!
Ciao buon week end