Titolo: Piccolo manuale del perfetto avventuriero
Titolo originale: Le petit manuel du parfait aventurier
Autore: Pierre Mac Orlan (pseudonimo di Pierre Dumarchey)
Anno: 1920
Editore: Adelphi (in copertina una foto di Gary Cooper nel film Betrayal del 1929)
Questo è un libricino (di appena 71 pagine) spassosissimo su questa fantomatica figura dell’avventuriero, che in questo volumetto viene approfonditamente spiegata, categorizzata, esaminata con dovizia di particolari, ironie, frecciatine e piccole cattiverie che fanno letteralmente ridacchiare dalla prima parola all’ultima riga – che si raggiunge, invero, nel giro di una o poche ore, a seconda della propria personale velocità di lettura.
Potrebbe non sembrare alta letteratura, ma dietro questa simpatica relazione sulla figura dell’avventuriero si nascondono piccole e brillanti perle di saggezza, segno di una capacità di osservazione e rielaborazione che solo i grandi scrittori sanno avere. La prosa di Mac Orlan poi è acuta e divertente e il tema trattato quantomeno curioso e originale.
Non solo: il tono volutamente canzonatorio e anche un po’ cinico non riesce in realtà a nascondere i veri pensieri dell’autore su alcuni temi che toccano l’umanità. E stiamo parlando di un autore che – nonostante lasci vagamente intuire che si inserisce lui stesso nella categoria degli “avventurieri passivi” e nonostante ironizzi anche su quella degli “avventurieri attivi” – combatté lui stesso nella prima guerra mondiale… e quello che pensa della stoltezza dell’essere umano a questo riguardo è abbastanza palese.
Tutto il breve testo è in effetti un rincorrersi di queste due categorie di avventurieri, che sono sì agli antipodi, ma che probabilmente non esisterebbero l’una senza l’altra. E’ anche un vero omaggio alle letteratura di viaggio e di avventura, a ben vedere. E poi ti fa considerare domande a cui non avevi mai pensato… cos’è esattamente l’avventura? E dove comincia? In un posto lontano e pericoloso? O nei nostri pensieri e nella nostra fantasia? Tra il-bambino-che-sogna-di-essere e l’adulto-che-avrebbe-voluto-essere, cosa c’è? C’è il partire all’avventura, che sia fisica o solo letteraria. C’è il dare vita all’avventuriero che è in noi, sia questo attivo o passivo.
Va detto che il lessico non è propriamente moderno (d’altronde è un testo di cento anni fa), quindi potrebbe risultare a tratti poco scorrevole, ma superato questo scoglio, è tutto in discesa.
Consigliato se volete passare un pomeriggio di svago degno di questo nome.
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