Titolo originale: City of girls
Autore: Elizabeth Gilbert
Anno: 2019
Questo è l’ultimo libro dell’autrice di Eat Pray Love, è uscito da poco in lingua originale; non ho trovato informazioni sul titolo e sull’uscita italiani. Se ne sapete qualcosa, condividete nei commenti.
Comunque, dopo aver letto la descrizione, l’ho scaricato sul kindle senza esitazione. È la storia di una giovane ragazza che si trasferisce a New York a vivere con la zia che dirige un teatro. Il romanzo è ambientato nella New York degli anni ’40, nel mondo del teatro, delle showgirls, dei locali di jazz, delle feste, delle luci, dell’alcool a fiumi, della moda e delle paillettes… Ero certa lo avrei adorato.
Mi è piaciuto molto, anzi moltissimo. Non l’ho adorato. Inizio subito con quello che mi ha infastidito, così ce lo togliamo di mezzo e passiamo alla parte bella.
In pratica City of Girls è la versione scritta della serie tv “How I met your mother”. La vicenda è raccontata in prima persona dalla protagonista, Vivian, che è anche la voce narrante. Il libro è sostanzialmente una lunghissima lettera ad una certa Angela, che ha chiesto a Vivian cosa per lei fosse il padre di questa Angela. Per rispondere a questa semplice domanda, Vivian ripercorre tutta la sua vita, per arrivare a spiegare, verso la fine, l’incontro col padre di Angela e tutto ciò che ne consegue. Il che è sostanzialmente ciò che succede in How I met your mother, dove il protagonista, con la scusa di spiegare ai suoi figli come ha conosciuto la loro madre, per ben 9 stagioni racconta praticamente tutta la storia della sua vita. Ecco, mi è sembrato un espediente già molto usato. Anche perché a mio avviso il motivo per cui in teoria viene raccontata tutta questa storia, alla fine si riduce ad un paio di capitoli finali che sembrano centrare poco col resto. Secondo me la storia sarebbe potuta finire molto prima.
Detto questo, City of girls mi è molto piaciuto. E’ una storia coinvolgente e la protagonista riesce a guadagnarsi la simpatia del lettore in quasi ogni fase della sua vita. L’ambientazione è effettivamente molto suggestiva, trattandosi di una NYC davvero vintage, vissuta da un punto di vista piuttosto particolare, quello dello show business teatrale, delle feste, del glamour e delle donne. Donne che vedono la situazione cambiare grandemente, attraverso la guerra, gli anni ’50, la libertà e il femminismo che iniziano con i ’70 e via dicendo. Questo è l’aspetto del libro che mi è piaciuto di più: il punto di vista delle donne. Soprattutto trattandosi di un circolo di donne decisamente avanti per i loro tempi. Anzi, probabilmente sarebbero avanti anche per i tempi correnti…
City of Girls è uno dei libri più piacevoli che ho letto ultimamente, lo consiglio sia che abbiate ancora del tempo ozioso da passare in spiaggia, sia che stiate già cercando delle letture per le serate autunnali, che si stanno avvicinando.
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