Titolo: I testamenti
Titolo Originale: The testaments
Autore: Margaret Atwood
Anno: 2019
Editore: Ponte alle Grazie (nella versione originale Chatto & Windus)
Genere: romanzo distopico
Pagine: 365 (432 nella versione originale)
Ho scaricato I testamenti il giorno in cui è uscito. Non sono riuscita ad aspettare nemmeno un secondo. Ho addirittura smesso di leggere il libro che stavo leggendo per dedicarmi immediatamente a questo. Il motivo di cotanta eccitazione è da rintracciarsi nella mia recensione dell’altro romanzo-rivelazione della Atwood: i racconti dell’ancella. Un libro meraviglioso nel suo essere terrificante.
Tornato in auge nel 2017 grazie all’omonima serie tv – che io non ho visto – I racconti dell’ancella, almeno il romanzo (che è del 1985), sembrava concluso. Quando ho saputo di questo “sequel”, ho maliziosamente pensato che l’autrice volesse lucrare sul successo della serie tv. Invece è stato un pensiero in malafede, di cui mi pento e mi scuso, perché I testamenti invece serviva.
Serviva alla storia: non è semplicemente un seguito, quanto piuttosto una spiegazione di cos’è e come funziona Gilead. Risponde insomma alle mille domande che tutti ci siamo fatti leggendo il primo romanzo. I testamenti scende nei dettagli della quotidianità gileadiana, così che la nostra conoscenza della vita in quelle condizioni sia più drammaticamente chiara.
I testamenti serviva anche a noi lettori, perché vedendo come stanno andando le cose oggi, nulla di quello che immagina la Atwood può essere bollato con certezza come fantascienza che mai si avvererà. E’ un monito insomma, uno sguardo raccapricciante su cosa potrebbe succedere se non stiamo estremamente attenti.
Questo secondo romanzo è tutto sommato sì anche un seguito, nel senso che avviene effettivamente dopo le vicende raccontate ne I racconti dell’ancella. E’ un seguito non solo temporale: se il primo romanzo ci raccontava Gilead dal punto di vista di chi lo ha visto nascere – quindi una donna libera che improvvisamente si ritrova in una realtà distopica in cui le donne non hanno più alcuna libertà – I testamenti ci presenta invece la storia da tre punti di vista totalmente diversi, che spiegano come si arriverà alla sua distruzione (non è uno spoiler: già nel primo libro si apprende che Gilead finirà).
Una delle voci narranti è Aunt Lydia (in italiano è tradotto con “zia Lydia”?), che è la testimonianza che mi ha sorpreso di più, ma che ha anche chiarito un sacco di cose sulla creazione e sul funzionamento di Gilead. Ho adorato questa parte. Visto che il primo libro era raccontato da un punto di vista limitato, quello di un’ancella, sentire ora la storia spiegata da chi ha una posizione di potere in Gilead e quindi vede tutto è stato quantomeno illuminante. Affascinante anche capire come zia Lydia sia arrivata dov’è e poter spiare nella sua testa per scoprire che la sua mente è molto più complessa di quanto si fosse supposto leggendo il primo romanzo.
Le altre due testimonianze de I testamenti sono quella di una ragazza che a Gilead ci è cresciuta fin da molto piccola e quindi non conosce nessun’altro tipo di vita e quella di un’osservatrice esterna, dal vicino, libero e moderno Canada, che aiuta ad inquadrare la situazione e sarà comunque un personaggio chiave. Questi sono due personaggi nuovi, ancora sconosciuti al lettore… o no? Perché mettendo insieme i pezzi col primo libro e facendo due più due… Margaret Atwood, interrogata in proposito, ha dichiarato di non essere il tipo da dire al lettore cosa pensare, ma di volerlo invece lasciare libero di giungere alle proprie conclusioni. E secondo me le conclusioni di tutti su questo punto sono le stesse.
I testamenti, infine, è una lettura talmente coinvolgente e irresistibile, che si rischia di dimenticarsi di fare cose basilari come mangiare o dormire. Io vi avviso.
Se ancora non lo avete fatto, qui sotto trovate i libri. Mentre qui ci sono i dvd della serie tv (che io non ho ancora deciso se guardare o meno).
Voi lo avete già letto? Pareri??
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