Titolo: Ragazze Elettriche
Titolo originale: The Power
Autrice: Naomi Alderman
Anno: 2016 (2017 in Italia)
Editore: Nottetempo
Genere: romanzo distopico
Pagine: 446 (nella versione italiana)
Sinossi: in un futuro immaginario, le donne ad un certo punto subiscono una mutazione genetica e scoprono di avere il potere di infliggere scariche elettriche. Questo porterà il mondo a ribaltarsi rispetto a come lo conosciamo oggi. Nel futuro sono le donne il sesso forte, sono loro che hanno il potere e che sono potenzialmente pericolose. Questo creerà una società migliore di quando erano gli uomini in quella posizione? E in caso contrario, perché no?
Nonostante io abbia ancora un paio di libri letti nel 2019 di cui vorrei fare la recensione, ho deciso di saltare in avanti e dare la precedenza al primo letto nel 2020, Ragazze Elettriche, perché ho molto da dire.
Dopo l’uscita de I Testamenti, seguito del precedente Il racconto dell’ancella, avevo letto grandi cose di questo romanzo della Alderman, che è chiaramente ispirato al racconto dell’ancella. Ma è solo quando ho saputo che Margaret Atwood in persona ha dichiarato di vedere in Naomi Alderman la sua erede naturale, che ho deciso di mettere – di nuovo – in attesa tutti i libri che ho in coda da leggere, per scaricare subito questo.
Le similitudini e i richiami al mondo distopico atwoodiano sono evidenti, ma in Ragazze Elettriche la situazione è ribaltata. Se nel mondo di Gilead si esplorava la possibilità (purtroppo non poi così remota, vedendo dove vanno le preferenze politiche di certe maggioranze nel mondo al momento) che si instaurasse un regime in cui – di nuovo come già successo nella storia – le donne contano meno di zero, non hanno un briciolo di libertà e in cui il mondo è governato interamente dagli uomini, in Ragazze Elettriche si esplora invece l’eventualità di cosa accadrebbe se, all’improvviso, la situazione si capovolgesse e le donne si trovassero ad essere il sesso forte, ad avere la forza e il potere* – e gli uomini, quindi, precipitassero nella condizione di chi è più debole, non sempre riesce a difendersi e deve avere paura e guardarsi le spalle (ossia ciò che succede oggi ad ogni donna che si trovi a dover fare un pezzo di strada da sola di sera in qualsiasi parte del mondo). Insomma, se con la Atwood ci muoviamo ancora nell’area della possibilità, Naomi Alderman ci conduce nell’irrealtà più totale.
*In questo senso il titolo inglese – The Power – è migliore perché non indica solo il potere, ma con la stessa parola si indica anche l’energia elettrica. Per esempio “è saltata la luce” in inglese si traduce con “the power went out”. In questo modo l’autrice nel titolo chiaramente si riferisce ad entrambi i tipi di “power”.
E’ proprio per questo, quindi, che le premesse del libro hanno acceso la mia curiosità più sfrenata: cosa succederebbe? Un mondo dominato dalle donne sarebbe migliore? Sarebbe peggiore? O… sarebbe uguale?? Perché forse non importa chi e come ha il sopravvento, il problema probabilmente sta proprio nel fatto che qualcuno domini e qualcuno sia dominato. E’ proprio vero che, come crediamo ora, la soluzione stia nell’UGUAGLIANZA e che quindi valga la pena lottare per essa? Con queste e mille altre domande – e un’enorme curiosità – mi sono approcciata a Ragazze Elettriche.
In parte sono soddisfatta perché effettivamente la storia coinvolge e ho faticato a mettere giù il libro. Il romanzo, poi, solleva il quesito di cosa voglia dire “essere uomo” e “essere donna”. Nella nostra società la mascolinità si identifica con qualità quali la forza fisica, il coraggio, l’attitudine al comando; essere femminile invece implica dolcezza, delicatezza ma anche docilità – è un ruolo molto legato al prendersi cura, al mondo estetico, ecc… E’ così da millenni, tanto da farci credere che questi ruoli siano legati a fattori tangibili, come per esempio le caratteristiche genetiche, piuttosto che dal modo in cui, letteralmente dalla nascita, ci viene insegnato come dobbiamo essere e che ruolo dobbiamo assumere. Ragazze elettriche ci mostra come chiunque, se cresciuto e indottrinato in questo modo, per secoli e secoli e secoli, possa assumere uno o l’altro ruolo, a prescindere dal tipo di genitali che si trova in dotazione. L’ho trovata una cosa interessantissima. Soprattutto perché purtroppo ancora oggi questi ruoli sono duri a morire e ancora troppo spesso nella nostra società un uomo che si mostri vulnerabile e mostri sentimenti anziché forza bruta viene considerato “una femminuccia”, mentre una donna forte e per nulla docile viene chiamata “con le palle”, evidente segno che certe caratteristiche sono ancora considerate maschili. Anche basta.
Ho però anche qualche critica a questo romanzo. Tutto questo paragonare Ragazze Elettriche a I racconti dell’ancella e la Alderman alla Atwood, per esempio, mi aveva creato delle aspettative altissime. Purtroppo devo ammettere che secondo me questo libro non riesce a raggiungere la potenza dei romanzi della Atwood. Se l’idea di fondo è estremamente interessante e la storia coinvolgente, purtroppo il romanzo mi ha lasciato la sensazione che l’autrice si perda un po’ nelle mille sotto-storie, che alla fine ci sia poca sostanza e che il messaggio non venga comunicato in modo chiaro ed efficace.
Trovo inoltre che ci sia davvero troppa violenza, a mio avviso abbastanza inutile. Si sarebbe potuto veicolare lo stesso messaggio in modo incisivo anche senza tutte quelle scene di violenza gratuita. Cosa che, secondo me, avrebbe reso la lettura anche più scorrevole.
In conclusione, l’idea è originale e interessante ma gestita in modo un po’ piatto. Ci sono comunque ottimi spunti di riflessione e la trama è coinvolgente. Mi sento quindi di consigliarlo, ma – benché sia solo gennaio – ho già il sospetto che non sarà il libro migliore che leggerò quest’anno… (Però probabilmente uno di quelli con gli spunti di riflessione migliori)
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Comment
Sono assolutamente d’accordo con te: ‘Ragazze elettriche’ mi è piaciuto per il punto di vista messo a frutto e il messaggio convogliato, ma la Atwood – soprattutto de ‘I testamenti’, a mio giudizio (sul mio profilo ig ho pubblicato una brevissima recensione in cui spiego perché ho preferito il secondo romanzo della Atwood: se ti va di leggerla, mi trovi come elytinelli) – è senz’altro superiore!